Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi risulta indagato dalla Procura di Massa Carrara nell’inchiesta sul buco da oltre 200 milioni di euro dell’Asl apuana. A Rossi, che ha ricevuto un invito a comparire,  è contestato il reato di falso ideologico. E’ stato lui stesso a comunicarlo con una nota. Le accuse che gli sono mosse dai magistrati di Massa riguardano il periodo in cui era assessore alla Sanità della Regione. A tirare in ballo Rossi è stato Ermanno Giannetti, ex direttore amministrativo dell’azienda sanitaria, condannato per peculato a 5 anni e mezzo, che agli inquirenti ha detto di aver subito delle pressioni dall’ex assessore ora presidente per ridurre la spesa allo scopo di occultare il disavanzo dei conti dell’Asl. 

Rossi, dal canto suo, conferma di aver ricevuto un invito a comparire in qualità di indagato, ma respinge le accuse e ricorda che lui stesso ha fatto aprire l’inchiesta portando tutto in Procura. “Sembra che l’atto della procura sia conseguente alle dichiarazioni di un signore, Ermanno Giannetti, da me denunciato. Il quale di recente, è stato condannato a 5 anni e 6 mesi di galera per peculato. È un giochino vecchio come il mondo quello di accusare qualcun altro per scaricare le proprie responsabilità. Di tutto questo si sta occupando il mio avvocato”. 

Ieri il gup del tribunale di Massa Carrara ha condannato a 5 anni e 6 mesi, col rito abbreviato, proprio Giannetti, in carcere dal maggio scorso. L’ex direttore amministrativo secondo l’accusa avrebbe emesso falsi mandati di pagamento per oltre 1 milione di euro a favore di creditori dell’Asl 1 per poi intascare lui i soldi. Giannetti ha scelto il rito abbreviato solo per l’accusa di peculato, mentre per l’altra accusa di falso in bilancio, che gli è contestata per gli anni 2004 e 2005 insieme agli ex direttori generali della stessa Asl di Massa Carrara, Alessandro Scarafuggi (in carica dal 2002 al 2007) ed Antonio Delvino (2007-2010), Giannetti, in carica dal 2007 al 2010, ha scelto il rito ordinario, sostenendo la sua innocenza.

Quanto al peculato dall’inchiesta è emerso che Giannetti emetteva falsi mandati di pagamento a persone e società di sua conoscenza simulando incarichi e lavori mai svolti; in altri casi, invece, usava fatture gonfiate per prestazioni che comunque c’erano state. Oltre ad intascarsi i soldi – così è emerso dalle indagini – l’ex direttore amministrativo della Asl avrebbe acquistato orologi rolex, auto di lusso e cani di razza, tipo levrieri.

L’inchiesta sulla Asl 1 di Massa era scaturita da una denuncia presentata alla procura, come detto, dal presidente Rossi il 20 ottobre 2010, pochi giorni dopo la scoperta di un buco di bilancio che all’epoca fu stimato inizialmente in circa 60 milioni di euro. Le successive indagini della Guardia di Finanza appurarono un dissesto finanziario più pesante, fino oltre 244 milioni di euro maturato in più anni di gestione, dal 2005 al 2009. Attualmente, ultime stime che emergono dalle indagini coordinate dal pm Alberto Dello Iacono, portano a quantificare il ‘bucò addirittura oltre i 400 milioni. L’inchiesta verte sulle gestioni della Asl apuana dal 2005 al 2009, periodo al quale si riferiscono i 60mila mandati di pagamento “spulciati” dagli inquirenti. Sempre secondo gli investigatori, le stesse irregolarità sono state compiute nella Asl di Massa sin dalla fine degli anni Novanta con un danno economico che al momento non sembra possibile determinare.

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