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Preservativo, condom, profilattico…scandalo al Ministero!

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Ci risiamo. Di nuovo, nella giornata mondiale di lotta all’Aids, negli spot del ministero hanno provato a far sparire la parola ‘preservativo’. Ieri, al lancio della campagna di comunicazione – testimonial Raoul Bova – il profilattico non c’era.





È dovuta intervenire la Lila, l’associazione che da 25 anni combatte la sindrome da immunodeficienza acquisita, per dire che con quei 30 secondi loro non volevano avere niente a che fare. E per ottenere che fosse diffuso il video nella versione corretta, profilattico compreso.





Nello spot si vedono coppie che si abbracciano e dicono di essere più tranquille da quando hanno fatto il test: scelte assolutamente politically correct (uomo/donna, donna/donna, donna/uomo di colore) anche se poi, l’unico a tenere in mano il condom è un uomo dichiaratamente gay: “Con un solo gesto difendo me e il mio compagno”, dice, riportando ancora una volta lo stereotipo per cui l’Aids lo beccano soprattutto gli omosessuali.

Ma al si là dei pregiudizi diffusi, è il tabù di queste 12 lettere che lascia sconvolti: p-r-e-s-e-r-v-a-t-i-v-o. Giurano di voler combattere la piaga dell’Hiv, ma l’unico antidoto per arginare le malattie a trasmissione sessuale cercano di non nominarlo mai.

Potremmo credere alle parole del portavoce del ministro della Salute Balduzzi quando dice che “c’è stato un errore di caricamento del video su You tube”. Ma come si fa a dar retta alla buona fede quando è la quarta volta che succede in quattro anni? Si comincia nel 2008, quando al ministero c’è Maurizio Sacconi: una canzone degli Assalti Frontali, “Quando sei lì per lì” è stata scelta per la campagna di prevenzione suggerita dall’Unione Europea. Sparisce dal sito del ministero alla vigilia del 1 dicembre di quattro anni fa (“problemi tecnici”, diranno) e ricompare solo dopo che la polemica finisce sui giornali.Succede di nuovo nel 2011 e questa volta il diktat parte dalla direzione di Radio Rai1: “Carissimi – si leggeva nella nota inviata ai colleghi – segnalo che nelle ultime ore il ministero ha ribadito che in nessun intervento deve essere nominato esplicitamente il profilattico; bisogna limitarsi al concetto generico di prevenzione nei comportamenti sessuali e alla necessità di sottoporsi al test Hiv in caso di potenziale rischio. Se puoi sottolinea questo concetto, ma comunque con gli esperti dovremmo andare tranquilli. Resto comunque a disposizione per qualsiasi chiarimento. Grazie e buon lavoro” .
E ancora ad aprile del 2012, in vista degli Europei in Polonia e Ucraina: nella traduzione italiana dell’opuscolo per i tifosi redatto dall’Organizzazione mondiale della Sanità, scompare di nuovo la parola condom e di nuovo la Lila è costretta a chiedere al ministero di rimettere le cose in chiaro.

Che fatica. 

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