Il decreto Ilva è stato emanato dal capo dello Stato ed è legge. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha emanato questa sera il dl recante “disposizioni urgenti a tutela della salute, dell’ambiente e dei livelli di occupazione in caso di crisi di stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale” nel testo trasmesso oggi dalla Presidenza del Consiglio. Il testo finale del decreto “salva-Taranto” prevede che si rafforzino le norme per imporre il risanamento ambientale alle industrie più inquinanti, estendendo il “modello Ilva” a tutti i casi di emergenza ecologica e sanitaria. “Ringrazio il presidente Napolitano per la grande attenzione con cui ha valutato e quindi firmato il decreto salva-Taranto” ha detto il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini. Nella stesura finale del decreto legge, afferma il ministero dell’Ambiente “il testo estende a tutte le imprese di interesse strategico nazionale con più di 200 addetti, gli impegni al disinquinamento compresi il ricorso a sanzioni (fino al 10% del fatturato) e l’adozione di provvedimenti di amministrazione straordinaria in caso di inadempienza, e “rappresenta – osserva Clini – non solo una risposta responsabile all’emergenza innescata dalla situazione dell’Ilva, ma indica una via replicabile in analoghi casi ove si ravvisino gravi violazioni ambientali e condizioni di pericolo per la salute pubblica. Il decreto – conclude il ministero – ora rafforza il ruolo dell’autorizzazione integrata ambientale e dei piani di risanamento delle grandi industrie, a cominciare dall’acciaieria Ilva di Taranto”.
La procura di Taranto potrebbe sollevare il conflitto. A questo punto potrebbe “scatenarsi” una guerra tra poteri se la Procura di Taranto decidesse di sollevare il conflitto di attribuzione davanti alla Corte Costituzionale. La tesi prevalente negli ambienti giudiziari tarantini è che la funzione legislativa crea interferenze con l’ordine giudiziario: e, soprattutto, il decreto legge del governo per l’Ilva di Taranto non difende il diritto alla salute e mette in discussione le perizie epidemiologiche e chimiche che sono state affrontate nell’incidente probatorio. L’Ilva inquina e provoca danni alla salute e il decreto legge che salva il colosso siderurgico non può cancellare il pericolo attuale e concreto ancora esistente, secondo gli inquirenti pugliesi. La firma del Colle apre di fatto un contenzioso giuridico con i magistrati che non ha precedenti.
“La questione è complicata”, ammetteva – prima della notizia della firma di Napolitano – il procuratore di Taranto, Franco Sebastio, che sulla faccenda non si sbilancia. Il ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha cercato di difendere l’operato del governo, affermando che “dire che un decreto costruito così è fatto per salvare l’Ilva” è una “lettura fuori dalla realtà”, ma la procura valuta le due possibili vie. Una è chiedere al giudice che sia proposta una questione di legittimità costituzionale del decreto legge, l’altra è sollevare un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato in relazione allo stesso decreto. L’occasione potrebbe essere già un’udienza del 6 dicembre, che però forse è un po’ troppo ravvicinata: l’udienza, davanti al tribunale del Riesame, riguarda la richiesta dell’Ilva di dissequestrare il prodotto finito e semilavorato giacente sulle banchine del porto, al quale sono stati posti i sigilli il 26 novembre. L’Ilva – si ipotizza – potrebbe rinunciare al Riesame facendo riferimento proprio all’approvazione del dl che sospende i provvedimenti di sequestro della magistratura.
L’Anm: “Forte assunzione di responsabilità da parte del governo”. Una cosa è certa: il decreto legge va studiato e in Procura sono al lavoro anche su questo fronte. “Saranno verificati – dice Maurizio Carbone, segretario dell’Anm e pubblico ministero a Taranto – gli effetti immediati dell’entrata in vigore del decreto legge che in quanto tale i magistrati sono tenuti ad applicare e ad osservare come qualsiasi disposizione di legge”. Poi “verranno verificati nelle sedi opportune – aggiunge – gli eventuali rimedi e la possibilità di sollevare conflitti di attribuzione o eccezioni di incostituzionalità laddove dovessero essercene i profili”. Il decreto, insomma, ribadisce Carbone “desta più di qualche perplessità oltre ad essere una forte assunzione di responsabilità da parte del governo nel momento in cui ritiene di superare i provvedimenti giudiziari e la situazione di pericolo esistente attraverso l’intervento normativo”. Il decreto, sottolinea ancora Carbone, “vanifica gli effetti di provvedimenti cautelari sui quali era già intervenuto un giudicato cautelare nel senso che il sequestro preventivo di luglio è stato giudicato dal Riesame e verso il provvedimento del Riesame non è stato, da parte dell’Ilva, sollevato il ricorso in Cassazione”.
Manifestazione di cittadini il 15 dicembre. Una delegazione dell’Idv guidata dall’on. Pierfelice Zazzera ha voluto incontrare il procuratore per esprimere “solidarietà” alla magistratura tarantina. E sul dl arrivano nuove parole molto dure da parte degli ambientalisti: “E’ stata scritta una bruttissima pagina di ingiustizia sociale e di arroganza politica”, dicono i rappresentanti di ‘Tarantorespira’, che propongono di andare sotto la prefettura con la Costituzione in mano. Il decreto legge è “illegale” anche per il ‘Comitato Cittadini e lavoratori liberi e pensanti’ del quale fanno parte numerosi dipendenti dell’Ilva e che ha promosso una mobilitazione a Taranto il 15 dicembre a sostegno della salute e dell’ambiente.. Nello stabilimento, intanto, si contano i danni del tornado, aggravati da una denuncia del Fondo Antidiossina di probabile dispersione di amianto. Inoltre, anche oggi, come ormai accade da mesi, una nuova notizia preoccupa le tute blu: l’Ilva – ha reso noto il segretario della Fim Cisl Mimmo Panarelli – “sta per consegnare le lettere di cassa integrazione ai dipendenti dell’area a freddo. Potrebbe farlo domani o dopodomani”. “Non sappiamo – ha detto il sindacalista – quanti lavoratori saranno interessati”. L’azienda ha convocato i sindacati per mercoledì. Si dovrà discutere anche della cassa integrazione disposta per 1.031 lavoratori dell’area a caldo a causa dei danni provocati dalla tromba d’aria: scade oggi ma alcuni impianti non sono stati ancora ripristinati e potrebbe essere prolungata.
Interrogato Archinà dal gip. Intanto il gip Patrizia Todisco, oggi, ha respinto l’istanza di revoca degli arresti in carcere di Girolamo Archinà, l’ex responsabile delle pubbliche relazioni all’Ilva arrestato il 26 novembre per corruzione in atti giudiziari, associazione per delinquere e falso. E, sempre sul fronte giudiziario, l’altra novità è l’interrogatorio dell’ex assessore provinciale all’Ambiente, Michele Conserva, del rappresentante dell’azienda di consulenza ambientale Promed Carmelo Delli Santi, che si trovano agli arresti domiciliari e del funzionario istruttore della Provincia Giampiero Santoro, destinatario di una richiesta di interdizione. Sono stati interrogati dal gip del tribunale di Taranto Vilma Gilli. Ai tre è contestata l’associazione a delinquere finalizzata alla concussione: hanno respinto gli addebiti e cercato di chiarire la loro posizione.
Ecco il testo del decreto.
Art. 1 (Efficacia dell’Autorizzazione Integrata Ambientale in caso di crisi di stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale) 1. In caso di stabilimento di interesse strategico nazionale, individuato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, quando presso di esso sono occupati un numero di lavoratori subordinati, compresi quelli ammessi al trattamento di integrazione dei guadagni, non inferiore a duecento da almeno un anno, qualora vi sia una assoluta necessità di salvaguardia dell’occupazione e della produzione, il Ministro dell’ambiente può autorizzare, in sede di riesame dell’autorizzazione integrata ambientale, la prosecuzione dell’attività produttiva per un periodo di tempo determinato non superiore a 36 mesi e a condizione che vengano adempiute le prescrizioni contenute nel provvedimento di riesame della medesima autorizzazione, secondo le procedure e i termini ivi indicati, al fine di assicurare la più adeguata tutela dell’ambiente e della salute secondo le migliori tecniche disponibili.
2. Nei casi di cui al comma 1, le misure volte ad assicurare la prosecuzione dell’attività produttiva sono esclusivamente e ad ogni effetto quelle contenute nel provvedimento di autorizzazione integrata ambientale, nonché le prescrizioni contenute nel provvedimento di riesame. E’ fatta comunque salva l’applicazione degli articoli 29-octies, comma 4 e 29-nonies e 29-decies del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152, e successive modifiche ed integrazioni.
3. Fermo restando quanto previsto dagli articoli 29-decies e 29-quattuordecies del decreto legislativo n. 152 del 2006 e dalle altre disposizioni di carattere sanzionatorio penali a amministrative contenute nelle normative di settore, la mancata osservanza delle prescrizioni contenute nel provvedimento di cui al comma 1 è punita con sanzione amministrativa pecuniaria fino al 10 per cento del fatturato della società risultante dall’ultimo bilancio approvato. La sanzione è irrogata, ai sensi dell’articolo 16 della legge 24 novembre 1981, n. 689, dal Prefetto competente per territorio.
4. Le disposizioni di cui al comma 1 trovano applicazione anche quando l’autorità giudiziaria abbia adottato provvedimenti di sequestro sui beni dell’impresa titolare dello stabilimento. In tale caso i provvedimenti di sequestro non impediscono, nel corso del periodo di tempo indicato nell’autorizzazione, l’esercizio dell’attività d’impresa a norma del comma 1. Art. 4 (Efficacia dell’Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata in data 26 ottobre 2012 alla società ILVA S.p.A. con decreto del Ministro dell’Ambiente DVA/DEC/2012/0000547). 1. L’impianto siderurgico della società ILVA S.p.A. di Taranto costituisce stabilimento di interesse strategico nazionale a norma dell’articolo 1. 2. L’autorizzazione integrata ambientale rilasciata in data 26 ottobre 2012 alla società ILVA S.p.A. con decreto del Ministro dell’Ambiente DVA/DEC/2012/0000547, nella versione di cui alla comunicazione pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 27 ottobre 2012, n. 252, contiene le prescrizioni volte ad assicurare la prosecuzione dell’attività produttiva dello stabilimento siderurgico della società ILVA S.p.A. di Taranto a norma dell’articolo 1. 3. A decorrere dall’entrata in vigore del presente decreto, la società ILVA S.p.A. di Taranto è immessa nel possesso dei beni dell’impresa ed è in ogni caso autorizzata, nei limiti consentiti dal provvedimento di cui al comma 2, alla prosecuzione dell’attività produttiva nello stabilimento ed alla conseguente commercializzazione dei prodotti per un periodo di 36 mesi, ferma restando l’applicazione di tutte le disposizioni contenute nel presente decreto.
Ambiente & Veleni
Ilva, il presidente Napolitano ha firmato il decreto legge
A questo punto potrebbe "scatenarsi" una guerra tra poteri se la Procura di Taranto decidesse di sollevare il conflitto di attribuzione davanti alla Corte Costituzionale. La tesi prevalente negli ambienti giudiziari tarantini è che la funzione legislativa crea interferenze con l’ordine giudiziario: e, soprattutto, il decreto legge del governo non difende il diritto alla salute
Il decreto Ilva è stato emanato dal capo dello Stato ed è legge. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha emanato questa sera il dl recante “disposizioni urgenti a tutela della salute, dell’ambiente e dei livelli di occupazione in caso di crisi di stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale” nel testo trasmesso oggi dalla Presidenza del Consiglio. Il testo finale del decreto “salva-Taranto” prevede che si rafforzino le norme per imporre il risanamento ambientale alle industrie più inquinanti, estendendo il “modello Ilva” a tutti i casi di emergenza ecologica e sanitaria. “Ringrazio il presidente Napolitano per la grande attenzione con cui ha valutato e quindi firmato il decreto salva-Taranto” ha detto il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini. Nella stesura finale del decreto legge, afferma il ministero dell’Ambiente “il testo estende a tutte le imprese di interesse strategico nazionale con più di 200 addetti, gli impegni al disinquinamento compresi il ricorso a sanzioni (fino al 10% del fatturato) e l’adozione di provvedimenti di amministrazione straordinaria in caso di inadempienza, e “rappresenta – osserva Clini – non solo una risposta responsabile all’emergenza innescata dalla situazione dell’Ilva, ma indica una via replicabile in analoghi casi ove si ravvisino gravi violazioni ambientali e condizioni di pericolo per la salute pubblica. Il decreto – conclude il ministero – ora rafforza il ruolo dell’autorizzazione integrata ambientale e dei piani di risanamento delle grandi industrie, a cominciare dall’acciaieria Ilva di Taranto”.
La procura di Taranto potrebbe sollevare il conflitto. A questo punto potrebbe “scatenarsi” una guerra tra poteri se la Procura di Taranto decidesse di sollevare il conflitto di attribuzione davanti alla Corte Costituzionale. La tesi prevalente negli ambienti giudiziari tarantini è che la funzione legislativa crea interferenze con l’ordine giudiziario: e, soprattutto, il decreto legge del governo per l’Ilva di Taranto non difende il diritto alla salute e mette in discussione le perizie epidemiologiche e chimiche che sono state affrontate nell’incidente probatorio. L’Ilva inquina e provoca danni alla salute e il decreto legge che salva il colosso siderurgico non può cancellare il pericolo attuale e concreto ancora esistente, secondo gli inquirenti pugliesi. La firma del Colle apre di fatto un contenzioso giuridico con i magistrati che non ha precedenti.
“La questione è complicata”, ammetteva – prima della notizia della firma di Napolitano – il procuratore di Taranto, Franco Sebastio, che sulla faccenda non si sbilancia. Il ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha cercato di difendere l’operato del governo, affermando che “dire che un decreto costruito così è fatto per salvare l’Ilva” è una “lettura fuori dalla realtà”, ma la procura valuta le due possibili vie. Una è chiedere al giudice che sia proposta una questione di legittimità costituzionale del decreto legge, l’altra è sollevare un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato in relazione allo stesso decreto. L’occasione potrebbe essere già un’udienza del 6 dicembre, che però forse è un po’ troppo ravvicinata: l’udienza, davanti al tribunale del Riesame, riguarda la richiesta dell’Ilva di dissequestrare il prodotto finito e semilavorato giacente sulle banchine del porto, al quale sono stati posti i sigilli il 26 novembre. L’Ilva – si ipotizza – potrebbe rinunciare al Riesame facendo riferimento proprio all’approvazione del dl che sospende i provvedimenti di sequestro della magistratura.
L’Anm: “Forte assunzione di responsabilità da parte del governo”. Una cosa è certa: il decreto legge va studiato e in Procura sono al lavoro anche su questo fronte. “Saranno verificati – dice Maurizio Carbone, segretario dell’Anm e pubblico ministero a Taranto – gli effetti immediati dell’entrata in vigore del decreto legge che in quanto tale i magistrati sono tenuti ad applicare e ad osservare come qualsiasi disposizione di legge”. Poi “verranno verificati nelle sedi opportune – aggiunge – gli eventuali rimedi e la possibilità di sollevare conflitti di attribuzione o eccezioni di incostituzionalità laddove dovessero essercene i profili”. Il decreto, insomma, ribadisce Carbone “desta più di qualche perplessità oltre ad essere una forte assunzione di responsabilità da parte del governo nel momento in cui ritiene di superare i provvedimenti giudiziari e la situazione di pericolo esistente attraverso l’intervento normativo”. Il decreto, sottolinea ancora Carbone, “vanifica gli effetti di provvedimenti cautelari sui quali era già intervenuto un giudicato cautelare nel senso che il sequestro preventivo di luglio è stato giudicato dal Riesame e verso il provvedimento del Riesame non è stato, da parte dell’Ilva, sollevato il ricorso in Cassazione”.
Manifestazione di cittadini il 15 dicembre. Una delegazione dell’Idv guidata dall’on. Pierfelice Zazzera ha voluto incontrare il procuratore per esprimere “solidarietà” alla magistratura tarantina. E sul dl arrivano nuove parole molto dure da parte degli ambientalisti: “E’ stata scritta una bruttissima pagina di ingiustizia sociale e di arroganza politica”, dicono i rappresentanti di ‘Tarantorespira’, che propongono di andare sotto la prefettura con la Costituzione in mano. Il decreto legge è “illegale” anche per il ‘Comitato Cittadini e lavoratori liberi e pensanti’ del quale fanno parte numerosi dipendenti dell’Ilva e che ha promosso una mobilitazione a Taranto il 15 dicembre a sostegno della salute e dell’ambiente.. Nello stabilimento, intanto, si contano i danni del tornado, aggravati da una denuncia del Fondo Antidiossina di probabile dispersione di amianto. Inoltre, anche oggi, come ormai accade da mesi, una nuova notizia preoccupa le tute blu: l’Ilva – ha reso noto il segretario della Fim Cisl Mimmo Panarelli – “sta per consegnare le lettere di cassa integrazione ai dipendenti dell’area a freddo. Potrebbe farlo domani o dopodomani”. “Non sappiamo – ha detto il sindacalista – quanti lavoratori saranno interessati”. L’azienda ha convocato i sindacati per mercoledì. Si dovrà discutere anche della cassa integrazione disposta per 1.031 lavoratori dell’area a caldo a causa dei danni provocati dalla tromba d’aria: scade oggi ma alcuni impianti non sono stati ancora ripristinati e potrebbe essere prolungata.
Interrogato Archinà dal gip. Intanto il gip Patrizia Todisco, oggi, ha respinto l’istanza di revoca degli arresti in carcere di Girolamo Archinà, l’ex responsabile delle pubbliche relazioni all’Ilva arrestato il 26 novembre per corruzione in atti giudiziari, associazione per delinquere e falso. E, sempre sul fronte giudiziario, l’altra novità è l’interrogatorio dell’ex assessore provinciale all’Ambiente, Michele Conserva, del rappresentante dell’azienda di consulenza ambientale Promed Carmelo Delli Santi, che si trovano agli arresti domiciliari e del funzionario istruttore della Provincia Giampiero Santoro, destinatario di una richiesta di interdizione. Sono stati interrogati dal gip del tribunale di Taranto Vilma Gilli. Ai tre è contestata l’associazione a delinquere finalizzata alla concussione: hanno respinto gli addebiti e cercato di chiarire la loro posizione.
Ecco il testo del decreto.
Art. 1 (Efficacia dell’Autorizzazione Integrata Ambientale in caso di crisi di stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale) 1. In caso di stabilimento di interesse strategico nazionale, individuato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, quando presso di esso sono occupati un numero di lavoratori subordinati, compresi quelli ammessi al trattamento di integrazione dei guadagni, non inferiore a duecento da almeno un anno, qualora vi sia una assoluta necessità di salvaguardia dell’occupazione e della produzione, il Ministro dell’ambiente può autorizzare, in sede di riesame dell’autorizzazione integrata ambientale, la prosecuzione dell’attività produttiva per un periodo di tempo determinato non superiore a 36 mesi e a condizione che vengano adempiute le prescrizioni contenute nel provvedimento di riesame della medesima autorizzazione, secondo le procedure e i termini ivi indicati, al fine di assicurare la più adeguata tutela dell’ambiente e della salute secondo le migliori tecniche disponibili.
2. Nei casi di cui al comma 1, le misure volte ad assicurare la prosecuzione dell’attività produttiva sono esclusivamente e ad ogni effetto quelle contenute nel provvedimento di autorizzazione integrata ambientale, nonché le prescrizioni contenute nel provvedimento di riesame. E’ fatta comunque salva l’applicazione degli articoli 29-octies, comma 4 e 29-nonies e 29-decies del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152, e successive modifiche ed integrazioni.
3. Fermo restando quanto previsto dagli articoli 29-decies e 29-quattuordecies del decreto legislativo n. 152 del 2006 e dalle altre disposizioni di carattere sanzionatorio penali a amministrative contenute nelle normative di settore, la mancata osservanza delle prescrizioni contenute nel provvedimento di cui al comma 1 è punita con sanzione amministrativa pecuniaria fino al 10 per cento del fatturato della società risultante dall’ultimo bilancio approvato. La sanzione è irrogata, ai sensi dell’articolo 16 della legge 24 novembre 1981, n. 689, dal Prefetto competente per territorio.
4. Le disposizioni di cui al comma 1 trovano applicazione anche quando l’autorità giudiziaria abbia adottato provvedimenti di sequestro sui beni dell’impresa titolare dello stabilimento. In tale caso i provvedimenti di sequestro non impediscono, nel corso del periodo di tempo indicato nell’autorizzazione, l’esercizio dell’attività d’impresa a norma del comma 1. Art. 4 (Efficacia dell’Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata in data 26 ottobre 2012 alla società ILVA S.p.A. con decreto del Ministro dell’Ambiente DVA/DEC/2012/0000547). 1. L’impianto siderurgico della società ILVA S.p.A. di Taranto costituisce stabilimento di interesse strategico nazionale a norma dell’articolo 1. 2. L’autorizzazione integrata ambientale rilasciata in data 26 ottobre 2012 alla società ILVA S.p.A. con decreto del Ministro dell’Ambiente DVA/DEC/2012/0000547, nella versione di cui alla comunicazione pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 27 ottobre 2012, n. 252, contiene le prescrizioni volte ad assicurare la prosecuzione dell’attività produttiva dello stabilimento siderurgico della società ILVA S.p.A. di Taranto a norma dell’articolo 1. 3. A decorrere dall’entrata in vigore del presente decreto, la società ILVA S.p.A. di Taranto è immessa nel possesso dei beni dell’impresa ed è in ogni caso autorizzata, nei limiti consentiti dal provvedimento di cui al comma 2, alla prosecuzione dell’attività produttiva nello stabilimento ed alla conseguente commercializzazione dei prodotti per un periodo di 36 mesi, ferma restando l’applicazione di tutte le disposizioni contenute nel presente decreto.
Articolo Precedente
COP18, per ora sul clima rispondono solo i giovani
Articolo Successivo
Doha, i negoziati sul clima si bloccano sul protocollo Kyoto 2
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Usa: “Telefonata Trump-Putin? Pace mai così vicina”. “Il tycoon pensa a riconoscere la Crimea come russa”. Armi, l’Ue vuole altri 40 miliardi dai “volenterosi”
Mondo
Contro Trump il Canada si fa scudo anche con la corona: “Noi e Regno Unito sovrani sotto lo stesso re”
Mondo
Scontro a distanza Francia-Usa. “Ridateci la statua della libertà”, “Non parli tedesco grazie a noi”
Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".