Un riconoscimento per il ruolo avuto nella trasformazione “di un continente in guerra in un continente in pace”. Questa la motivazione della consegna del premio Nobel per la pace all’Unione europea. Il Nobel è stato ritirato dal presidente dell’Ue, Herman Van Rompuy, della Commissione europea, José Manuel Barroso e del Parlamento europeo, Martin Schultz. Presenti all’evento una ventina di capi di Stato e di governo dei paesi membri, tra cui il presidente del Consiglio, Mario Monti e la cancelliera tedesca, Angela Merkel, che si incontreranno a margine della cerimonia. Un faccia a faccia in cui sarà impossibile non parlare in campo del ritorno di Silvio Berlusconi sulla scena politica. Il tutto in una giornata molto importante per l’Unione europea, come testimoniato dalle parole del presidente del Comitato del Nobel Thornbjoern Jagland, secondo cui, di fronte alla crisi economica, il quadro europeo “è più importante che mai” e “senza la cooperazione europea, il risultato potrebbe essere stato facilmente nuovo protezionismo, nuovo nazionalismo”.
Durante la consegna, Van Rompuy ha ricordato come “i leader di sei stati si riunirono a Roma ‘città eterna’ (in italiano, ndr) per cominciare un nuovo futuro”. E questa è stata la prima di una serie di ‘immagini’ sulle origini e la storia dell’Unione citate dal presidente nel suo discorso durante la cerimonia. La scorsa settimana in una prima versione di un video del Consiglio Europeo sulla storia dell’Ue non era stato inserito alcun riferimento all’Italia. “Sono orgoglioso di essere europeo” ha poi concluso Herman Van Rompuy, salutato con una standing ovation di tutti i leader europei. Oltre un minuto di applauso al quale si sono uniti i reali di Norvegia, Harald e Sonia, col principe ereditario Hakon.
José Manuel Barroso, invece, ha puntato forte sulla tenuta dell’euro. “Oggi uno dei simboli più visibili della nostra unione è nelle mani di tutti. E’ l’Euro, è la valuta dell’Unione Europea. La difenderemo” ha detto il presidente della Commissione europea.