Cosa resterà degli ex candidati alla rottamazione? Cioè quelli che da una parte chiamano “dinosauri”, dall’altra “elefanti”. Insomma: i notabili del Partito Democratico che hanno superato i 15 anni di permanenza in Parlamento. Cosa farà, di fronte alle primarie dei parlamentari in programma il 29 e il 30 dicembre, Rosy Bindi, primo obiettivo della campagna per le primarie alla leadership di Matteo Renzi? E cosa faranno Franco Marini, Beppe Fioroni, Anna Finocchiaro, Marco Follini, Enrico Morando? Domani la direzione del partito definirà le regole per le consultazioni. Ma lo stesso segretario Pier Luigi Bersani apre a 7 deroghe per i “vecchi” più un listino riservato per 80-100 componenti della società civile.
Fino ad alcuni giorni fa la capogruppo al Senato aveva dichiarato che non avrebbe chiesto la deroga e avrebbe partecipato alle primarie come tutti. Ma in questo caso sarebbe stato lo stesso Bersani ad aver insistito (lo stesso vale per il capogruppo a Montecitorio Franceschini). Visto che un certo “effetto Renzi” c’è stato e alcuni hanno già rinunciato al seggio (D’Alema, Veltroni, Castagnetti, Turco, Serafini), la deroga sarà chiesta probabilmente dalla stessa presidente Rosy Bindi e dall’ex presidente del Senato Franco Marini. Ma dovrebbero chiederla anche il teodem Beppe Fioroni e Gianclaudio Bressa, già sottosegretario a Palazzo Chigi ai tempi di D’Alema presidente del Consiglio. Per tutti questi, insomma, sarebbe la direzione a decidere se concedere la deroga o no. Al contrario Marco Follini e Enrico Morando sarebbero tentati di giocarsela direttamente nelle urne democratiche.
Secondo Repubblica il candidato del centrosinistra vorrebbe, per esempio, il giurista Gustavo Zagrebelsky, l’economista Massimo D’Antoni, gli storici Carlo Galli e Miguel Gotor, ma anche alcuni membri della sua segreteria e protagonisti della vita del partito come il vicesegretario Enrico Letta, Dario Franceschini (protagonista della traversata dei democratici dalla disfatta a guida Veltroni alla rinascita con Bersani, Donatella Ferranti (che ha combattuto a lungo in Parlamento nel settore giustizia) e ancora gli organizzatori della campagna per le primarie di Bersani, Alessandra Moretti, Roberto Speranza e Tommaso Giuntella.
Ma c’è chi il listone non lo vuole, cioè i “giovani” del partito: “Si misurino con le primarie”. Non solo: un altro fronte si apre sulla data. Il 29-30 dicembre non invoglia alla partecipazione secondo Matteo Orfini (uno dei Giovani Turchi, sinistra del partito), meglio organizzarle il 6 gennaio. Come già era emerso le liste di candidati saranno su base provinciale. Anche Renzi preparerà una batteria di suoi rappresentanti: gli emiliani Roberto Reggi e Matteo Richetti (rispettivamente Piacenza e Bologna), ma anche Ivan Scalfarotto, vicepresidente del partito.