Cari allievi, oggi il vostro maestro è stato bocciato. Sì, avete letto bene: il Ministero della Pubblica istruzione, al Concorsone, mi ha rimandato. Il maestro, che ogni anno entra in classe insegnando storia, geografia, musica, educazione all’immagine, informatica, scienze, dopo aver passato un concorso e ottenuto l’abilitazione nel 1999, non ha passato il test di preselezione che è stato costretto a fare per tentare di non essere più precario.
Un personal computer, non una persona, in cinquanta minuti ha deciso che io non potrò continuare a essere il vostro maestro ogni anno ma sarò destinato ancora a girare come le giostre da un paese all’altro.
Con me sono stati bocciati sei su dieci che hanno provato: su 22 persone che erano in aula con me solo 9 sono state promosse.
Volete sapere cosa mi hanno chiesto? No, non ho il coraggio di dirvelo, cari allievi. Voi state immaginando domande sulla didattica, su come si trasmettono a voi la storia, la geografia, l’educazione civica. State immaginando che mi hanno “interrogato” per sapere come v’insegno a usare internet, la mail, i social network che il 74% di voi utilizza.
No, nulla di tutto questo. Mi hanno fatto un quiz, come quelli che fate voi quando vi costringono a fare i test dell’Invalsi più o meno. Per sapere se so fare il maestro mi hanno chiesto: “Pamela, Fiona e Gina, sono tre ragazze newyorkesi. Stanno prendendo il sole in una piscina della loro città. Pamela indossa un costume intero. Fiona legge un libro, Pamela e Gina sono cugine”. Dovevo indovinare la risposta esatta tra queste quattro: “Fiona è una studentessa universitaria; Pamela è grassa; a Roma non sono le 9 del mattino; Pamela e Fiona sono cugine”.
Lo so che state ridendo. Ma i vostri maestri oggi non hanno il sorriso. Dicono che si chiama logica, cari ragazzi.
Eppure domani dovrò tornare in classe in una scuola illogica. Mi hanno bocciato ma per qualche mese servo ancora al signor ministro che avrei voluto vedere fare un test con me.
Domattina tornerò tra voi, continueremo a leggere il quotidiano insieme, a imparare la Costituzione e la democrazia con i nostri consigli comunali di classe. Parleremo ancora di musica senza suonare il piffero ma ascoltando Fabrizio De Andrè e Giorgio Gaber. Vi insegnerò scienze portandovi alla fiera del consumo critico a Milano. Cercherò di ascoltare ancora i problemi di quelli tra voi che hanno il papà e la mamma separati; di chi non riesce a studiare perché a casa non c’è nessuno che lo può aiutare visto che mamma e papà parlano poco l’italiano ma molto bene l’arabo. No, non mi sono dimenticato: anche se non so bene rispondere al quiz di Fiona, Gina e Pamela; anche se la nostra Scuola italiana non ha soldi continuerò a organizzare il nostro viaggio d’istruzione al Parlamento a Roma o sui beni confiscati alla mafia in Sicilia, cercando soldi tra qualche imprenditore. Andremo a Mirandola, a incontrare i bambini che vivono nei container: perché per noi parlare di Emilia è anche questo.
Non preoccupatevi, quel signore che si chiama Francesco Profumo, forse non ama veramente la scuola ma il vostro maestro prova ogni giorno ad amarla. Anche se è stato bocciato.
Aggiornamento del 18 Dicembre, ore 15:40
Visto il successone del post, pubblico anche questo testo che ho inviato al Sottosegretario Rossi Doria, al Segretario particolare del ministro e al collega capo ufficio stampa.
Carissimo dott. Della Pietra, carissimi colleghi giornalisti dell’ufficio stampa, quando alla fine dell’anno scolastico incontro per l’ultima lezione i miei allievi, regalando loro la Costituzione, ricordo quattro regole: rompete sempre le scatole; non siate indifferenti; denunciate ciò che non va; viaggiate. In questo link trovate il mio “rompere le scatole” a chi ha indetto questo Concorso senza confrontarsi con chi ogni giorno vive la scuola. Il ministro avrà la responsabilità di inserire nella scuola prossimamente, non giovani e gente che fino a ieri è stata tra i banchi, ma 40enni che hanno provato il concorso e diventeranno magari insegnanti facendo un’altra professione.
Caro Della Pietra, quando a settembre la chiamavo, per chiederle un confronto lei mi rassicurava con le solite parole di circostanza “la chiameremo presto”. Io non sono fesso. So bene che il Ministro non ha mai avuto la mia richiesta. So bene che voi, con il vostro stipendio assicurato e ben pagato, proteggete di volta in volta chi sta nella teca e non vuole ascoltare l’urlo di chi in questo Paese non ce la fa più.
Ma sappia, dottor Della Pietra, che questo post l’hanno visto 34 mila persone, ha avuto 293 tweet. Voi provate a fermare il dialogo democratico con i cittadini, con chi vorrebbe confrontarsi ma chi vi scrive continuerà a denunciare, a rompere le scatole perchè crede ancora nella Costituzione, da cittadino, da maestro, da giornalista.
Prima di salutarvi voglio solo pensare per un attimo ai vostri figli. Magari andranno in qualche scuola privata, ma sappiate che se frequentano la Scuola pubblica, non hanno bisogno di maestri allevati a logica, a Sudoku ma di insegnanti che sanno amare, che hanno la capacità di guardare negli occhi i bambini, di trovare soluzioni alla mancanza di finanziamenti, di docenti che aprono le loro classi perchè ci sia una Scuola che guarda all’Europa, che guarda alla propria città, al proprio quartiere.
Cordialità
Aggiornamento del 21 dicembre, ore 11.30
Mi segnalano questo video straordinario, lo condivido con voi