A qualcuno piace oleoso, salato e grasso. Che sia un cheeseburger o una vaschetta di patatine, la tentazione del cibo spazzatura non fa prigionieri e prima o poi colpisce tutti. Chi ne diventa appassionato consumatore deve però stare attento, perché se è vero che siamo ciò che mangiamo non sorprenderanno i risultati di uno studio pubblicato dall’International Journal of Obesity secondo cui il cibo spazzatura provoca ansia e depressione. Insomma, l’antitesi dell’estasi dei sensi a cui chi vive sulle sponde del Mediterraneo è abituato da millenni.

Lo studio dell’Università di Montreal pubblicato sulla rivista inglese sentenzia che il junk food – e in particolare i grassi contenuti in grandi quantità negli alimenti spazzatura – portano a una vera dipendenza e scatenano reazioni imprevedibili, simili a quelle provocate dalla sindrome di astinenza, nel momento in cui si decide di cambiare regime alimentare. In pratica una dipendenza simile a quella innescata da una droga, e respingere l’assuefazione causa gli stessi sintomi da parte di un paziente durante la disintossicazione. In particolare, secondo Stephanie Fulton, coordinatrice della ricerca, variare l’alimentazione “causa sintomi di astinenza e una maggiore sensibilità alle situazioni stressanti perché il consumo di cibi spazzatura altera i livelli di molecole associate alla depressione. Questo fenomeno instaura un circolo vizioso di alimentazione scorretta”.

La Fulton ha battezzato la sindrome “Cheeseburger blues”: insieme ad un team di ricercatori canadesi ha condotto lo studio in laboratorio su due gruppi di topi. Il gruppo di sperimentazione è stato alimentato attraverso cibi grassi e ad alto contenuto calorico, il secondo gruppo di controllo è stato invece nutrito secondo un’alimentazione più sana ed equilibrata. E’ stato così osservato che la neurochimica dei due gruppi di animali risulta assai differente: nel primo gruppo, è stato, infatti, rilevato un tasso maggiore di Creb, molecola nota per avere un ruolo nella produzione di dopamina e di corticosterone, ormone associato allo stress. La tentazione del cibo spazzatura cresce poi durante il giorno: secondo un altro studio (basato su un sistema di rilevazione dati e privo di valore scientifico, ndr) condotto da Massive Health, le ore serali sono le più propizie in tema di tentazione verso il junk food. Secondo i dati dell’organizzazione americana, gli unici a non cedere ai grassi spuntini serali sono i cittadini di San Paolo e Copenhagen. Ma un tempo nel Bel Paese non eravamo abituati allo spaghettino notturno? Sicuramente un’abitudine da conservare, anche perché non comporta effetti collaterali.

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