Cultura

Torna Benigni e rispolvera il solito Berlusconi

di Andrea Scanzi
Alla musichetta introduttiva, su cui saltellare come un burattino sempre meno discolo, non ha rinunciato neanche stavolta. Purtroppo non è stata l’unica ripetizione de “La più bella del mondo”, lezione-spettacolo su RaiUno cominciata con un profluvio di superlativi e ringraziamenti. Inizialmente a Rai e Napolitano. Poi all’uomo “più importante di tutti, anche del Papa e di Nostro Signore”, tormentone che ovviamente non poteva non alludere a Berlusconi. Prevedibile. Non meno di quello “sulla notizia più brutta di dicembre, peggiore anche della fine del mondo”: la candidatura di Berlusconi. “L’unico che potrebbe andare in vacanza ma non ci va. Si è ripresentato! ‘Signore, pietà’. É la sesta volta, la settima si riposa..ormai sembra Lo squalo 6, Godzilla contro Bersani”.

“La più bella del mondo”, come “TuttoDante” (di cui ha replicato troppe battute), ha una parte debolissima (quella satirica) e una pregevole (quella divulgativa). Benigni ha da tempo ucciso il Cioni Mario: scelta dolorosa, ma comprensibile. Adesso dovrebbe però emanciparsi, e definitivamente, dal Piccolo Diavolo. Invece si incaponisce – si direbbe controvoglia – con queste mezz’ore sciatte sull’attualità politica. Peccato: come narratore didattico è bravo, come comico assai consunto. “Berlusconi ha disorientato anche Maroni, che pure è abituato con Bossi: ce ne vuole”. Trovate esili. Ammucchiate, Bunga Bunga, “Gli attacchi alla Magistratura sono il suo classico, come Satisfaction per i Rolling Stones”. Dopo 15 minuti (interminabili) su Berlusconi, i buffetti bipartisan: Renzi (“l’unico uomo di sinis…eh, l’unico uomo di Firenze che è andato a una cena veramente elegante di Arcore, c’erano Verdini e La Russa, in confronto Monti è Lady Gaga”). Prima di raccontare la Costituzione, Benigni ha usato la metafora del Medioevo come chiave interpretativa della contemporaneità: “Il Cavaliere di Mediolanum” che fa votare il Parlamento sulla “nipote di Ugolino”, “una trota che giocava ai videogiochi”, Beppe Grillo novello “Cecco Angiolieri” sboccato. Un mix tra Bagaglino di sinistra e una replica minore di Zelig. Poi, per fortuna, Roberto Benigni ha raccontato la Costituzione. Con il consueto surplus di enfasi, ma comunque meravigliosamente.

Il Fatto Quotidiano, 18 dicembre 2012

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti

SALVIMAIO

di Andrea Scanzi 12€ Acquista
Precedente
Precedente
Successivo
Successivo

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione