Il processo per gli onorevoli sardi inizierà ad aprile. In 18, della passata legislatura, sono stati rinviati a giudizio per peculato sull’utilizzo dei fondi destinati alle attività politico-istituzionali dei gruppi. Niente rendicontazione e soldi utilizzati per spese personali: dall’auto al parrucchiere, dalle cene ai vestiti fino alle bollette. E ancora viaggi durante il Ponte dell’Immacolata, telecamere, affitti per la segreteria politica. La decisione del gup Cristina Ornano è arrivata oggi, mentre l’inchiesta del pm Marco Cocco è partita in tempi non sospetti, addirittura tre anni fa, la prima del genere in Italia.
Le appartenenze sono bipartisan anche se tutti ruotano attorno al gruppo misto e a “Insieme per la Sardegna” in carica dal 2004 al 2008, quando era governatore Renato Soru. Molti nomi hanno ancora ora delle cariche e sono esponenti di spicco della politica isola. Andranno a processo infatti Oscar Cherchi (Pdl, attuale assessore all’Agricoltura), Mario Floris (Uds, attuale assessore al Personale), Giommaria Uggias (Idv, attuale europarlamentare), Salvatore Amadu (Pdl, presidente della Seconda commissione consiliare), Renato Lai (Pdl), Alberto Randazzo (Udc, presidente della Sesta commissione), Giuseppe Atzeri (Psd’az), Beniamino Scarpa (prima Psd’Az, poi Pd, oggi sindaco di Porto Torres), Maria Grazia Caligaris (socialista, oggi presidente dell’associazione Socialismo diritti riforme), Raimondo Ibba (socialista, presidente Ordine dei medici della Provincia di Cagliari), Raffaele Fargiu, Pierangelo Masia, Peppino Balia (Socialisti), Carmelo Cachia (Pd), Giuseppe Giorico (Udeur), Sergio Marracini (Udc), Salvatore Serra (sin. Autonomista) e Vittorio Randazzo (Udc).
Ha scelto il rito abbreviato, invece, Adriano Salis (capogruppo dell’Idv): la sua posizione verrà discussa il 6 febbraio. Già a processo, invece, il senatore Silvestro Ladu (Pdl), il cui processo riprenderà a gennaio. A Ladu, difeso da Pietro Longo, legale di Berlusconi, sono state contestate spese illegittime per 253mila euro.
L’inchiesta era partita nel 2009 dopo la denuncia di un ex dipendente del gruppo misto, Ornella Piredda, che aveva presentato degli esposti alla Procura per mobbing. Secondo la sua ricostruzione sarebbe stata demansionata in seguito alla richiesta di rendicontazione delle spese, “non necessaria” secondo il segretario del gruppo. E così è diventata una supertestimone. Le cifre sarebbero transitate anche attraverso i conti personali dei consiglieri e assegnate dal capogruppo indipendentemente dall’attività istituzionale svolta e programmata. Da qui le “sviste” dei consiglieri non in grado di stabilire la provenienza e l’uso dei soldi.
Una sorta di paghetta di 2.500-2.700 euro al mese ma calcolata sotto un generico “altre spese” con un tot forfettario annuale. E ora tutti a caccia di scontrini e fatture che spesso non si trovano più, mentre le dichiarazioni dei politici coinvolti non hanno convinto, anzi, hanno aperto nuovi fronti. I rimborsi semplicemente non avvenivano sulla base delle “pezze giustificative”. Così facevan tutti, insomma: la giustificazione che quella fosse semplicemente la prassi nel Consiglio regionale della Sardegna ha fatto sì che l’inchiesta del pm Cocco entrasse in una seconda fase, ancora top secret. A novembre infatti gli uomini della Guardia di finanza hanno compiuto un blitz nel Palazzo per acquisire tutti i documenti delle spese relativi agli altri gruppi, una cifra che si aggira sui 16 milioni di euro totali.
I tempi non sono favorevoli: nell’anno del referendum, in gran parte tradito, sul taglio di province e costi della politica le spese “incontrollate o non rendicontate” dei gruppi non piacciono. Una cifra pari lo scorso anno a 5,1 milioni di euro, una delle più alte d’Italia secondo le classifiche del Sole 24ore. Lo scorso luglio si è deciso un taglio di oltre un milione all’anno e i diretti interessati assicurano sulla legittimità delle spese.
Giustizia & Impunità
Sardegna, imputati 18 consiglieri regionali. “Auto e parrucchiere con soldi pubblici”
L'inchiesta è iniziata tre anni fa: è stata la prima del genere e non è ancora conclusa. Coinvolti rappresentanti di tutte le forze politiche: Pdl, Pd, Idv, Udeur, socialisti, Udc, Partito sardo d'azione. Per altri due il giudizio è già iniziato. I fatti risalgono al mandato 2004-2008, ma quasi tutti ricoprono ancora ruoli di rilievo
Il processo per gli onorevoli sardi inizierà ad aprile. In 18, della passata legislatura, sono stati rinviati a giudizio per peculato sull’utilizzo dei fondi destinati alle attività politico-istituzionali dei gruppi. Niente rendicontazione e soldi utilizzati per spese personali: dall’auto al parrucchiere, dalle cene ai vestiti fino alle bollette. E ancora viaggi durante il Ponte dell’Immacolata, telecamere, affitti per la segreteria politica. La decisione del gup Cristina Ornano è arrivata oggi, mentre l’inchiesta del pm Marco Cocco è partita in tempi non sospetti, addirittura tre anni fa, la prima del genere in Italia.
Le appartenenze sono bipartisan anche se tutti ruotano attorno al gruppo misto e a “Insieme per la Sardegna” in carica dal 2004 al 2008, quando era governatore Renato Soru. Molti nomi hanno ancora ora delle cariche e sono esponenti di spicco della politica isola. Andranno a processo infatti Oscar Cherchi (Pdl, attuale assessore all’Agricoltura), Mario Floris (Uds, attuale assessore al Personale), Giommaria Uggias (Idv, attuale europarlamentare), Salvatore Amadu (Pdl, presidente della Seconda commissione consiliare), Renato Lai (Pdl), Alberto Randazzo (Udc, presidente della Sesta commissione), Giuseppe Atzeri (Psd’az), Beniamino Scarpa (prima Psd’Az, poi Pd, oggi sindaco di Porto Torres), Maria Grazia Caligaris (socialista, oggi presidente dell’associazione Socialismo diritti riforme), Raimondo Ibba (socialista, presidente Ordine dei medici della Provincia di Cagliari), Raffaele Fargiu, Pierangelo Masia, Peppino Balia (Socialisti), Carmelo Cachia (Pd), Giuseppe Giorico (Udeur), Sergio Marracini (Udc), Salvatore Serra (sin. Autonomista) e Vittorio Randazzo (Udc).
Ha scelto il rito abbreviato, invece, Adriano Salis (capogruppo dell’Idv): la sua posizione verrà discussa il 6 febbraio. Già a processo, invece, il senatore Silvestro Ladu (Pdl), il cui processo riprenderà a gennaio. A Ladu, difeso da Pietro Longo, legale di Berlusconi, sono state contestate spese illegittime per 253mila euro.
L’inchiesta era partita nel 2009 dopo la denuncia di un ex dipendente del gruppo misto, Ornella Piredda, che aveva presentato degli esposti alla Procura per mobbing. Secondo la sua ricostruzione sarebbe stata demansionata in seguito alla richiesta di rendicontazione delle spese, “non necessaria” secondo il segretario del gruppo. E così è diventata una supertestimone. Le cifre sarebbero transitate anche attraverso i conti personali dei consiglieri e assegnate dal capogruppo indipendentemente dall’attività istituzionale svolta e programmata. Da qui le “sviste” dei consiglieri non in grado di stabilire la provenienza e l’uso dei soldi.
Una sorta di paghetta di 2.500-2.700 euro al mese ma calcolata sotto un generico “altre spese” con un tot forfettario annuale. E ora tutti a caccia di scontrini e fatture che spesso non si trovano più, mentre le dichiarazioni dei politici coinvolti non hanno convinto, anzi, hanno aperto nuovi fronti. I rimborsi semplicemente non avvenivano sulla base delle “pezze giustificative”. Così facevan tutti, insomma: la giustificazione che quella fosse semplicemente la prassi nel Consiglio regionale della Sardegna ha fatto sì che l’inchiesta del pm Cocco entrasse in una seconda fase, ancora top secret. A novembre infatti gli uomini della Guardia di finanza hanno compiuto un blitz nel Palazzo per acquisire tutti i documenti delle spese relativi agli altri gruppi, una cifra che si aggira sui 16 milioni di euro totali.
I tempi non sono favorevoli: nell’anno del referendum, in gran parte tradito, sul taglio di province e costi della politica le spese “incontrollate o non rendicontate” dei gruppi non piacciono. Una cifra pari lo scorso anno a 5,1 milioni di euro, una delle più alte d’Italia secondo le classifiche del Sole 24ore. Lo scorso luglio si è deciso un taglio di oltre un milione all’anno e i diretti interessati assicurano sulla legittimità delle spese.
Articolo Precedente
Milano, il giudice condanna 4 banche. “Truffa sui derivati ai danni del Comune”
Articolo Successivo
Ligresti, la magistratura stringe la presa sul crac e il salvataggio di Mediobanca
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Usa: “Telefonata Trump-Putin? Pace mai così vicina”. “Il tycoon pensa a riconoscere la Crimea come russa”. Armi, l’Ue vuole altri 40 miliardi dai “volenterosi”
Mondo
Contro Trump il Canada si fa scudo anche con la corona: “Noi e Regno Unito sovrani sotto lo stesso re”
Mondo
Scontro a distanza Francia-Usa. “Ridateci la statua della libertà”, “Non parli tedesco grazie a noi”
Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".