Lui guadagna 145mila euro l’anno, ovvero 6400 euro al mese. E se firma una delibera per un premio da oltre 20mila euro che finirà nelle sue tasche cos’altro può fare se non incassarlo? In fondo, “nel nostro contratto non è presente la tredicesima”. Gabriele Rinaldi, direttore generale dell’azienda ospedaliera di Ferrara si difende dal polverone, nemmeno troppo vistoso a dire il vero, nato in città alla notizia dell’emolumento che incasserà per gli obiettivi raggiunti nel corso del 2011.
Quel 2011 che, come è già stato spiegato sul Fatto Quotidiano.it, corrisponde all’annus horribilis della sanità ferrarese. Due traslochi dell’ospedale falliti, anziana morta di legionella in reparto senza che la procura ne sapesse niente, fuga dei migliori specialisti da Cona (ma lui, il direttore generale, come dichiarato in una recente conferenza stampa, non ne capisce il motivo e si consola col fatto che “ci sono altri professionisti che fanno lo stesso lavoro”), mezzo milione di spese legali per contenziosi infiniti. E l’elenco potrebbe continuare a lungo.
Ciononostante Rinaldi i suoi obiettivi li ha raggiunti. Non lo dice lui questa volta, buon cuore, bensì la giunta regionale. “La decisione di concedere dei premi per il raggiungimento di determinati obiettivi strategici – cita il dirigente sanitario – spetta alla Regione e non è una decisione in capo ai singoli ospedali”. Questo già si sapeva e già si era scritto.
Il problema sollevato non è infatti di legittimità. Ma di buon senso. In una regione che vedrà diminuire nell’anno a venire la spesa sanitaria di 260 milioni di euro e in una provincia, quella di Ferrara, che sarà costretta a tagliare servizi e personale, intascarsi un premio da 22.223,79 euro – che vale lo stipendio annuale di parecchie persone – dopo quanto avvenuto nei dodici mesi passati fa gridare allo scandalo.
Ma di questo il dg sembra non rendersi conto. “Il mio contratto prevede 145 mila euro all’anno – spiega candidamente davanti ai taccuini -, ovvero 6400 euro al mese: per carità, non si tratta di cifre da poco, ma io gestisco un budget da 280 milioni di euro, e dovreste provare a vedere cosa percepiscono gli amministratori di aziende e imprese dello stesso livello”. Al momento il conteggio ci sfugge, ma è sempre Rinaldi a evitarci sforzi di fantasia quando, tutto pacioso, sembra allargare le braccia in cerca di comprensione: “Inoltre nel nostro contratto non è presente la tredicesima, ma solo le 12 mensilità più l’eventuale raggiungimento degli obiettivi, che dipende da come abbiamo operato”. Quando si dice un bel tacer…