E’ morta Rita Levi Montalcini. Aveva 103 anni. La senatrice a vitaè deceduta intorno alle 14 nella sua casa in via di Villa Massimo, in una zona residenziale di Roma a due passi da Villa Torlonia. La scienziata era con alcune persone care che, visto il peggioramento delle sue condizioni di salute, in un primo momento – come è stato riferito da loro stessi – hanno chiamato un’ambulanza per portarla alla vicina clinica Villa Margherita. Ma il quadro clinico è andato rapidamente peggiorando e il premio Nobel si è spenta nella sua abitazione.

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha appreso della scomparsa della senatrice direttamente dalla nipote Piera, alla quale ha espresso commossa partecipazione e il cordoglio del Paese: “Luminosa figura della storia della scienza” e “orgoglio per l’Italia”, l’ha definita Napolitano. E il premier Mario Monti la ricorda come “una donna carismatica e tenace, che ha dato battaglia per tutta la vita per difendere i valori in cui credeva”.

UNA VITA DEDICATA ALLA SCIENZA. Le sue ricerche in campo scientifico la portarono alla scoperta e all’identificazione del fattore di accrescimento della fibra nervosa o Ngf (Nerve growth factor, ndr). Ricerche grazie alle quali, nel 1986, riceve il premio Nobel per la medicina. Socia nazionale dell’Accademia dei Lincei per la classe delle scienze fisiche, tra i soci fondatori della Fondazione Idis-Città della Scienza, è la prima donna ammessa alla Pontificia accademia delle Scienze. E’ stata sempre molto attiva in campagne di interesse sociale, per esempio contro le mine anti-uomo o per la responsabilità degli scienziati nei confronti della società. Nel 1992 ha istituito, insieme alla sorella gemella Paola (morta nel 2000), la Fondazione Levi Montalcini, in memoria del padre – Adamo Levi, ingegnere elettrotecnico e matematico – rivolta alla formazione e all’educazione dei giovani, nonché al conferimento di borse di studio a giovani studentesse africane a livello universitario, con l’obiettivo di creare una classe di giovani donne che svolgano un ruolo di leadership nella vita scientifica e sociale del loro paese.

Sempre a favore dei giovani scienziati, nel marzo 2012 rivolge un appello al governo Monti insieme al senatore Ignazio Marino (Pd), “affinché non cancelli il futuro di tanti giovani ricercatori, che coltivano la speranza di poter fare ricerca in Italia. Il decreto legge su semplificazioni cancella i principi di trasparenza e merito alla base delle norme che dal 2006 hanno consentito di finanziare i progetti di ricerca dei giovani scienziati under 40 attraverso il meccanismo della peer review, la valutazione tra pari”.

Nata a Torino il 22 aprile del 1909 da una famiglia ebrea sefardita, quando, nel 1938, Benito Mussolini pubblica il “Manifesto per la difesa della razza” – cui fa seguito la promulgazione delle leggi razziali e il blocco delle carriere accademiche e professionali a cittadini italiani non ariani – Rita è costretta a emigrare in Belgio con Giuseppe Levi (l’istologo che l’aveva accolta nella sua scuola medica quando la donna ha solo 20 anni). Poco prima dell’invasione tedesca del Belgio (primavera del 1940), torna a Torino, dove, durante l’inverno del 1940, allestisce un laboratorio domestico situato nella sua camera da letto per proseguire le sue ricerche.

SENATRICE A VITA DAL 2001. Il 1° agosto 2001 viene nominata senatrice a vita da Carlo Azeglio Ciampi “per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo scientifico e sociale”. Per questo suo ruolo, sempre svolto con grande serietà e rigore, nel periodo del governo Prodi, tra il 2006 e il 2008, fu aspramente contestata dagli esponenti del centrodestra che, facendo leva sulla sua età avanzata, arrivarono a chiedere per lei “stampelle in regalo” per sorreggere lei e l’esecutivo del professore.

L’intervista a Raiuno del 2009 con le immagini del conferimento del premio Nobel

L’intervista nel 2008 nello studio di “Che tempo che fa” (parte 1)

L’intervista nel 2008 nello studio di “Che tempo che fa” (parte 2)

L’intervista nel 2008 nello studio di “Che tempo che fa” (parte 3)

LE REAZIONI. Oltre al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, tutti i rappresentanti politici esprimono cordoglio per la scomparsa della scienziata. Ma sono in molti a dimenticare le accuse che le rivolgevano tra il 2006 e il 2008 durante il governo Prodi. In primis Silvio Berlusconi che oggi parla di “donna di grande valore che ha onorato l’Italia”, ma nel 2006 la definiva “vergognosa” per il suo appoggio all’esecutivo dell’Unione. “La scomparsa di Rita Levi Montalcini è un gravissimo lutto non solo per la città di Roma e per l’Italia, ma per tutta l’umanità”, commenta per primo il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Gli fa eco l’ex primo cittadino della Capitale Walter Veltroni: “Se ne va una personalità straordinaria”. Esprime “cordoglio a suo nome e a nome dell’Assemblea di Palazzo Madama” il presidente Renato Schifani. “Cordoglio” anche da parte dei leghisti: dal governatore del Piemonte Roberto Cota – “orgoglio per la città di Torino” – al presidente della Regione Veneto Luca Zaia: “Perdita immensa”. Parla anche il leader della Destra Francesco Storace che nel 2007 aveva proposto dal suo blog di regalare un paio di stampelle alla Montalcini, ma oggi dice: “Un onore averla conosciuta”. Esprime “tristezza” il presidente della Camera Gianfranco Fini; si dice “orgoglioso di essere italiano come lei” il sindaco di Firenze Matteo Renzi; “dolore profondo” invece per Massimo D’Alema; “commozione” da parte del segretario del Partito democratico Pier Luigi Bersani. Interviene anche l’ex premier Romano Prodi che la ricorda come “grande combattente per la libertà”.

Le donne del Partito democratico ricordano l’impegno di Rita Levi Montalcini a favore dei diritti delle donne. “Lascia un segno inconfondibile in tutto il mondo del genio femminile non solo nel campo della medicina, dove aveva conquistato il premio Nobel e prestigiosi riconoscimenti internazionali”, scrive la presidente dell’assemblea nazionale del Pd, Rosy Bindi. “Una donna che voglio ricordare come una grande scienziata, certamente, ma anche come una grande cittadina a servizio del suo Paese e delle istituzioni democratiche”, afferma la presidente dei senatori Pd, Anna Finocchiaro. “Italiana, donna, scienziata, coscienza etica e civile – la ricorda l’europarlamentare Deborah Serracchiani – rimarrà tra i grandi della nostra Nazione e del mondo”. Nel centrodestra, esprimono cordoglio la vicepresidente del Senato leghista Rosi Mauro: “Straordinaria donna e scienziata”; la deputata dell’Udc Paola Binetti: “Donna di grande lucidità ed eleganza”; la senatrice di Grande Sud, Adriana Poli Bortone: “Scompare un esempio di donna colta e raffinata che nella sua lunga vita professionale ha dato lustro all’Italia e al mondo”.

I FUNERALI. La camera ardente si terrà il 31 dicembre dalle 13,30 alle 21 al Senato. Parteciperanno il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il presidente del Senato Renato Schifani. Le esequie – si legge in una nota – avranno luogo il 2 gennaio a Torino in forma privata.

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