Si confermano i “dinosauri“, ma prosegue l’avanzata dei giovani, con l’affermazione di under 30, e anche il mondo dello sport piazza i suoi campioni. Oltre un milione di votanti ha scelto chi avrà diritto a un seggio in Parlamento. Come Rosy Bindi anche un’altra figura importante del Pd Anna Finocchiaro, capogruppo al Senato, vince fuori casa. A Taranto e provincia ha incassato 5056 voti risultando la più votata. Bene anche Francesco Boccia (due volte sconfitto alle primarie per il governo della Regione Puglia) che ha nettamente vinto le primarie a Barletta-Andria-Trani: il coordinatore delle commissioni economiche del Pd alla Camera ha ottenuto oltre 4.000 voti, quasi il 70%. “Dai primi risultati delle #primarieparlamentari successo di giovani e donne. Ne sono felice!” scrive su Twitter il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. Il record delle preferenze in Lobardia, per esempio, va a due donne: la 32enne Miriam Cominelli (6.423) a Brescia ed Elena Carnevali (6.149) a Bergamo, le uniche a superare quota seimila voti. Anche a Milano la più votata è una donna, Barbara Pollastrini (4.527), seguita da Lia Quartapelle.
Hanno “guadagnato” un seggio anche anche il responsabile economico del partito Stefano Fassina e la campionessa di canoa Josefa Idem che ha vinto anche la gara delle primarie a Ravenna. Vittoria, nelle primarie di Sel, anche dell’ex allenatore Renzo Ulivieri. Il mister, presidente dell’Associazione italiana allenatori di calcio, è stato tra i più votati alle primarie in Toscana per la selezione delle candidature di Sinistra ecologia e libertà ottenendo 2.112 voti. Continua l’affermazione di volti nuovi e giovani: compirà 25 anni a febbraio invece Enzo Lattuca, vincitore delle primarie del Pd a Cesena. A 28 anni, benché con una lunga attività nei giovani democratici, Giuditta Pini a Modena ha sgominato due parlamentari uscenti come Manuela Ghizzoni e Mariangela Bastico.
Bocciatura, invece, dell’ex viceministro Sergio D’Antoni in Sicilia. Mentre Davide Faraone, leader dei renziani, si afferma a Palermo con circa 3.500 voti. Sempre in Sicilia, a Enna, vittoria del discusso Wladimiro Crisafulli detto Mirello che avrebbe trionfato a Enna, con 6000 preferenze circa su 7000 votanti.
Dopo il flop di Giorgio Gori,un altro uomo di Matteo Renzi, conquista il seggio: Matteo Richetti, modenese, presidente del Consiglio regionale dell’Emilia Romagna, uno dei più vicini al sindaco di Firenze, è primo nelle primarie di Modena con oltre 8.000 voti superando di netto i due parlamentari uscenti. A Firenze e provincia, escluso l’empolese, la più votata è risultata Elisa Simoni, 39 anni, assessore provinciale, seguita dal vicesindaco della città, Dario Nardella, e da Rosa Maria Di Giorgi, un altro assessore della giunta guidata dal sindaco di Firenze.
Tra lo spin doctor e lo sfidante “perdente” di Bersani alla premiership è polemica. “Con la sfida di Matteo – ha osservato – il Pd era riuscito ad avvicinare a sé un’ampia fetta di elettorato nuovo, in tutta Italia e qui, che oggi, dopo quella sconfitta, complice anche il silenzio del sindaco di Firenze, ha in gran parte messo da parte l’idea di votare il nostro partito, che considera a questo punto ‘irriformabile’, e volge lo sguardo altrove. E’ un grave problema per il Pd, a mio avviso, di cui i più non paiono avvertiti. Non se ne vanno solo Ichino e Adinolfi, rischiamo che se ne vadano parecchi elettori”. Renzi risponde e gli fa gli auguri: “Capisco l’amarezza di Giorgio che, comunque, ha fatto una battaglia bella. Non ce l’ha fatta e quando uno resta fuori di poco è evidente che possa avere un’amarezza doppia. Vediamo se riuscirà ad entrare a seconda di come andranno le elezioni, io glielo auguro”.
Un piccolo giallo rischia di guastare il clima di festa a Bologna: il settimo posto, l’ultimo che teoricamente sarebbe utile per ottenere uno scranno da parlamentare, rischia infatti di essere in bilico. Ad aggiungere tensione il fatto che i due ‘contendenti’ non sono due qualsiasi: si tratta della portavoce di Romano Prodi Sandra Zampa e del presidente dell’associazione delle vittime del 2 agosto Paolo Bolognesi. La querelle nasce dal fatto che, secondo un’interpretazione delle regole, l’alternanza uomo-donna sarebbe partita dal candidato più votato. A Grosseto scoppia, invece un caso sulle preferenze di Bruno Leporatti, ex avvocato del comandante Francesco Schettino, candidato per Sel. I suoi 600 voti sono stati per il momento annullati perché la commissione elettorale di Firenze ha ricevuto il ‘pacco’ delle schede oltre il termine prestabilito.
Magari sarà mancata la partecipazione, ma la novità delle primarie parlamentari è sicuramente arrivata dalla doppia preferenza di genere e dalla svolta determinata dai volti nuovi, che hanno ‘eliminato’ alcuni esponenti di spicco del partito in Sardegna. Il primo risultato, non ancora definitivo è la vittoria delle donne sindaco. Romina Mura (prima cittadina di Sadali) è la più votata a Cagliari, e Giovanna Sanna (sindaco di Florinas), a Sassari. Nelle Marche le primarie hanno portato in luce volti nuovi della politica, o meglio i politici meno in vista e ‘blasonati’. Successo per le donne in Toscana: al primo posto Elisa Simoni, 39 anni, assessore al lavoro e alla formazione della provincia di Firenze che con 10.535 supera il vice sindaco di Firenze Dario Nardella che con 9.188 voti si aggiudica il secondo posto. Alle urne, a Firenze, sono andati in 30.918 elettori contro i 130 mila delle primarie del 25 novembre. Generalmente in Puglia le primarie hanno visto l’affermazione delle donne: è una donna la trionfatrice, un po’ a sorpresa, delle primarie del Pd nel barese: con 3.612 voti, Cecilia Ventricelli, 26enne, ha superato tutti in termini di preferenze.