Silvio Berlusconi continua ad attaccare il governo tecnico e Monti, che ha presentato il simbolo della sua lista “Scelta civica con Monti per l’Italia”. Secondo l’ex presidente del Consiglio, l’attuale premier ha guidato un esecutivo ‘cinico’ e impoverito l’Italia. “Lo dicono i dati del Viminale di oggi – ha dichiarato ai microfoni di Studio Aperto – : i furti sono aumentati del 17%, gli scippi del 6% le truffe del 7% . Il confronto con l’anno precedente, quando c’era il nostro governo, sono un atto d’accusa per il cinismo del governo tecnico che diceva di voler salvare l’Italia e invece la impoveriva con le tasse, mentre la criminalità aumenta e gli arresti sono diminuiti. Questo non depone a favore dell’operato dei tecnici”.
”Con le tasse sulla casa del governo tecnico – ha aggiunto – l’edilizia si è bloccata portando ad una svalutazione delle case che rappresentano una parte notevole del nostro patrimonio che fa da garanzia a solvibilità del debito pubblico”. Poi ha aggiunto che il Pdl “con coerenza porterà meno tasse sulle famiglie e le imprese più tagli alla spesa pubblica, più privatizzazione e liberalizzazione e l’abolizione dell’Imu sulla prima casa nel primo Consiglio dei ministri”. Infine ha attaccato la par condicio, “una truffa che dà ai piccoli e anche ai piccolissimi partiti lo stesso spazio dei grandi di gran lunga di quello che sarebbe logico se legato ai consensi reali”, aggiungendo che in caso di vittoria “modificheremo la par condicio”. E, ricorda, “non e’ un caso che quando abbiamo provato a cambiare la legge i primi a mettersi di traverso sono stati proprio Fini e Casini“.
Nel pomeriggio Berlusconi in un’intervista su Teleroma 56 ha specificato di non aspirare alla Presidenza della Repubblica “data la veneranda età”, poi si è scagliato contro il Corriere della Sera che, dice, “continua con la sua politica editoriale contraria a noi”. Il riferimento era al fondo di ieri ‘Anime inquiete di un partito‘ del quotidiano di via Solferino, firmato dal condirettore Luciano Fontana, che criticava il centrodestra ‘di plastica’, “svanito” dopo vent’anni “in un vortice di obbedienza senza idee, estremismi verbali, vendette personali, promesse mai mantenute”. “Il Corriere della Sera – ha aggiunto Berlusconi- continua con la sua politica editoriale contraria a noi. Anche questa volta – ha proseguito – ha dato una rappresentazione caricaturale del nostro movimento. Tutte le cose affermate sono destituite di fondamento. Voglio ricordare al Corriere e ai suoi editorialisti che noi, negli anni di governo, abbiamo sempre mantenuto i conti in ordine seguendo anche le prescrizioni europee, senza mai mettere le mani nelle tasche degli italiani con l’aumento delle imposte, al contrario di quello che fece la sinistra quando è andata al governo con Prodi”.
L’ex premier è intervenuto anche sugli insulti razzisti al giocatore del Milan Boateng allo stadio del Pro Patria di Busto Arsizio. “Assicuro che in tutte le partite, anche internazionali, ove si verificassero episodi di questo genere, il Milan lascerà il campo” e ha specificato che “di tali gesti odiosi soffrono, oltre agli atleti, le società e la stragrande maggioranza dei tifosi”.
Casini: “Noi giochiamo per vincere” – E proprio il leader dell’Udc è stato uno dei primi a sostenere la ‘salita’ in politica del Professore. Secondo Casini “la competizione è fra Bersani e Monti, gli altri sono marginali”. Intervistato a Unomattina, evidentemente diventato il programma preferito per i politici dopo la doppia intervista a Mario Monti e quella a Silvio Berlusconi nel giro di meno di un mese, Casini insiste sul fatto che il centrosinistra dovrà avere una coalizione ben solida: “Il presidente del Consiglio lo indica il Capo dello Stato, ma Bersani non potrà essere premier se non avrà la maggioranza alla Camera e al Senato. E’ un’ovvietà perché siamo in un sistema di bicameralismo perfetto”. Ed è anche vero che il principio in verità dovrebbe valere per il candidato a Palazzo Chigi di Casini, cioè Monti. “Noi giochiamo per vincere – insiste l’ex presidente della Camera – e non abbiamo alcun complesso di inferiorità e le polemiche concentriche da sinistra e destra sono la certificazione della novità rappresentata da Monti. Tutti i riformatori, di sinistra e di destra scelgono il rinnovamento” e dunque l’Agenda Monti.
Casini sottolinea come il Pdl sia in “uno stato confusionale e come Berlusconi non abbia realizzato neanche l’unità intorno a sé”. Il fatto che Berlusconi abbia parole di elogio “vuol dire che tutto va bene. Altrimenti infatti mi preoccuperei”. “Dice che sono un peso per Monti? – si chiede Casini – Ma forse avrebbe voluto fossi stato un ‘peso’ per lui. Io non detesto Berlusconi . E’ anche simpatico”. Quanto alle liste collegate a Monti “è un successo se si vince – sostiene – altrimenti è magari un’ottima affermazione ma non è un successo. Dopodiché il giorno dopo, dell’intelligenza, del prestigio e della capacità di Mario Monti questo Paese avrà sempre bisogno”.
Il leader dell’Udc è tornato a parlare di liste e simboli: “Per quanto riguarda la possibilità di presentarci con diversi simboli, diverse liste o una sola lista siamo in attesa di una decisione del presidente del Consiglio ma certo c’è un problema tecnico in base al quale con il riferimento a Monti non può essere contenuto alla Camera in più di una lista”. Nei giorni scorsi era stato il Pdl a incendiare la polemica sul punto: “E’ una tesi discutibile – sottolinea Casini – e si potrebbe anche presentare il nome su diverse liste ma si rischierebbe un contenzioso in tutto il processo elettorale e chi ha la responsabilità di affiancare il presidente del Consiglio” non vuole questo esito. Poi è tornato sulla polemica a distanza con il Pd: “A Monti non importa nulla di Fassina. Lui dice che ci sono delle contraddizioni nei partiti. Tra Renzi e Fassina, in termini di contenuti politici, ci sono infatti due mondi”.
Ma dall’area che appoggia il presidente del Consiglio nella corsa elettorale parla anche il ministro per la Cooperazione Andrea Riccardi che torna su un nervo scoperto da Bersani. “Monti ha ragione, sono cose importantissime ma non sono l’urgenza di questa formazione. Dire ciò non vuol dire sottovalutare i temi etici sensibili, ma evitare immediatamente di ideologizzare la vita politica. Noi non siamo un partito ideologico, non si deve chiedere a un partito una riposta unitaria su tutto. In proposito ho le mie opinioni, che difendo, ma difendo anche l’affermazione fondamentale di Monti: c’è il problema del fine vita e di una sua regolamentazione ma, in questo momento, c’è anche il problema che si muore troppo presto e che gli anziani non sono assistiti”.