Ha già presentato la sua lista ‘Scelta civica’ che sarà alla Camera in coalizione con l’Udc di Perferdinando Casini e Fli di Gianfranco Fini e da sola al Senato, e ora Mario Monti è alle prese con la formazione delle liste elettorali. Ospite a SkyTg24 spiega che i primi a sapere della scelta di ‘salire’ in politica sono stati i suoi ‘due Presidenti’: Napolitano e la moglie. “Avrei preferito che non figurasse il mio nome nel simbolo- spiega-, ma c’era stata molta sollecitazione di alcune parti politiche e della società civile affinché mi candidassi col mio nome”. Poi parla delle promesse di taglio delle tasse che devono essere “mantenibili” e si difende da chi lo accusa di essere vicino ai poteri forti delle banche, oltre ad attaccare la ‘strana maggioranza’ di Pd e Pdl che ha ostacolato le riforme, in particolare quella sul mercato del lavoro e la legge anti-corruzione. E sulle liste precisa di non avere subito nessun ‘diktat’ dagli alleati.
Le promesse di Berlusconi sulle tasse – Ricorda che, nonostante gli sforzi del suo governo, la legge anti-corruzione ”va migliorata perché le tre forze politiche della mia strana maggioranza non hanno trovato intesa per colpa del Pdl così come sul mercato del lavoro avremmo voluto fare di più ma c’era un freno del Pd’’. Sulla riduzione della pressione fiscale ha spiegato che l’Imu “va ristrutturata come va rivista l’intera struttura fiscale e farlo sull’arco di alcuni anni”. In particolare, il gettito della tassa sulla casa deve andare maggiormente ai comuni. Nel breve periodo, però, a differenza di quanto detto da Berlusconi, “non c’è modo di ridurre l’Irpef come invece [lui] ha scritto nel suo contratto con gli italiani” perché “le tasse vanno ridotte, ma non vanno fatte promesse non mantenibili”. Però, sottolinea, c’è la ”possibilità” di ridurre l’Irpef e congelare l’Iva a luglio e anche di fare “di più”. “La via maestra – ha osservato- è la riduzione della spesa pubblica, se potremmo avere nel nuovo parlamento una coalizione di forze che sono pronte a dire no a interessi costituiti allora sarà possibile ridurre più la spesa e di conseguenza le tasse”. Non ricorda quanto sia la cifra di Imu che ha pagato perché è la moglie che se ne occupa e ricorda di avere “detto no a Berlusconi quando mi voleva suo ministro delle Finanze”.
Riguardo Alitalia, tema sul quale Berlusconi è intervenuto di nuovo a favore della cordata italiana mentre Air France entro l’estate dovrebbe raggiungere l’accordo per la fusione, Monti dice: “Non ci sono posizioni astratte o dogmatiche. Abbiamo concluso – ha spiegato – un’operazione in cui in Avio è intervenuta General Electric con impegni molto seri sul mantenimento dell’italianità”. Su Alitalia “si tratta di vedere cosa ha senso industrialmente per l’Italia. Bisogna vedere quali sono le prospettive. Comunque – ha concluso – è uno dei rarissimi problemi che non sono emersi, non mi faccia improvvisare una risposta”.
Gli alleati – Ritiene Montezemolo “una personalità di grande rilievo” che con ItaliaFutura “ha prodotto candidati interessanti”. Su Casini e Fini: “Non li valuto per la loro storia lontana”, ha detto, ma “Casini ha visto prima di altri che i problemi dell’Italia” si sarebbero risolti solo con una “grande coalizione” ed entrambi gli alleati sono stati “tenaci sostenitori della maggioranza, mentre il sostegno di Pd e Pdl è stato a corrente alternata”. Poi, aggiunge, ci sono persone che hanno deciso “con un forte costo personale di uscire da Pd e Pdl”, partiti che definisce “alfieri del bipolarismo esasperato”, perché non trovavano una “spinta riformista”. Si tratta di persone che “non verranno premiate”, perché “sono persone che desideravamo avere. Come Ichino, che si è sempre meno ritrovato negli aspetti della politica del suo partito” che riguardavano ad esempio “il mercato del lavoro”. Al Senato, ribadisce, ci sarà una lista unica con Monti per l’Italia che conterrà società civile e parlamentari, alla Camera ci sarà “Scelta civica” solo con “rappresentanti della società civile”. Ma per tutte le liste, puntualizza, “sono stati preparati criteri più rigorosi riguardo conflitto di interessi e processi in corso”. E sui temi etici, spiega che deciderà il Parlamento.
Sulla rinuncia di Passera a partecipare alla sua avventura politica, spera “che non sia scritta la parola fine”. “Passera ha lavorato molto bene nel governo – dice, ma in merito alle liste – ha preso una posizione più rigida di me, secondo me, a torto”. Il ministro dello Sviluppo infatti avrebbe preferito una lista unica anche alla Camera, “ma io – ha proseguito il Professore – ho pesato la mia scelta. Va bene sentire l’elitismo della società civile ma non lo sento fino al punto da escludere forze politiche serie”.
Banche e poteri forti – Alla domanda se sia disponibile a chiedere alle banche di finanziare di più famiglie e imprese, Monti risponde: “Si può mettere in agenda, ma bisogna trovare gli strumenti di politica economica per farlo”. Le accuse di agire a favore dei poteri forti, prosegue il presidente del Consiglio, sono “segni della superficialità del dibattito politico in Italia“. Infatti ricorda che Berlusconi si è sempre opposto alla tassazione delle transazioni finanziarie o Tobin Tax, mentre il suo esecutivo è favorevole alla scelta opposta. In più, aggiunge, “il nostro governo ha vietato che le stesse persone sedessero nei cda di banche e assicurazioni concorrenti”. Quanto allo spread, ha spiegato che sotto i 300 punti ”si risparmiano molti miliardi e questo risparmio va contato sul debito pubblico per gli interessi ma anche su quello privato. Un risparmio che può essere calcolato come superiore al gettito Imu. Ma quando noi siamo arrivati, lo spread rischiava di diventare tecnicamente catastrofico”.
Lotta all’evasione “senza precedenti” – I 10 miliardi di recupero dell’evasione e i 60 di risparmio dal calo dello spread possono evitare una manovra ad aprile? “A deciderlo sarà il nuovo governo ma al momento anche l’Ue ci riconosce il pareggio di bilancio pubblico strutturale per 2013. I conti sono dunque in ordine e se non ci saranno eventi non previsti…”. Monti poi definisce la lotta all’evasione una “battaglia di civiltà” realizzata dal suo governo con “misure senza precedenti e hanno dato un gettito considerevole”.
Obama e Merkel – Monti spiega di sentire l’endorsement del Presidente degli Stati Uniti, sottolineata soprattutto da “questa grande facilità di rapporto sulla comprensione delle cose e delle persone”. E su Angela Merkel, che il 22 settembre tornerà a chiedere ai cittadini tedeschi un nuovo mandato, dice di avere “lavorato molto bene anche se qualche volta si è lamentata per la mia durezza al tavolo del consiglio europeo. Non era abituata”. Il presidente del Consiglio si riferisce in particolare allo scudo anti-spread a proposito del quale, specifica Monti, “abbiamo avuto un contrasto alle 5 del mattino del 29 giugno 2012”.