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Berlusconi apre alle unioni gay (perché Monti tace). Pdl: “Coerente”

Il Cavaliere cerca di guadagnare consenso con l'apertura alle coppie omosessuali, anche se due anni fa aveva garantito: "Finché governeremo noi non ci saranno mai equiparazioni con la famiglia tradizionale". Quattro suoi parlamentari: "Nessun cambio di rotta"
Silvio Berlusconi
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Se Monti ammette di non avere affrontato la questione in un anno di governo, Berlusconi scavalca il Presidente del Consiglio e prova a guadagnare terreno (e consenso) aprendo al riconoscimento giuridico delle coppie di fatto, incluse quelle dello stesso sesso. Anche se dal Pdl, tra i promotori del Family day, si affrettano a spiegare che le sue dichiarazioni non sono in contrasto con la difesa della famiglia. Anzi, sono del tutto coerenti. Ai microfoni di Rtl102.5, il Cavaliere ha infatti spiegato che anche sulle unioni omosessuali “serve la maggioranza in Parlamento per cambiare il Codice civile“. Una posizione molto diversa rispetto a quella espressa poco meno di due anni fa, quando al congresso dei Cristiano riformisti del 26 febbraio 2011 aveva garantito: ”Finché governeremo noi non ci saranno mai equiparazioni tra le coppie gay e la famiglia tradizionale, cosi come non saranno mai possibili le adozioni di bambini per le coppie omosessuali”. 

Ma a fronte delle dichiarazioni di oggi dell’ex premier, i parlamentari del Pdl Gaetano Quagliariello, Maurizio Sacconi, Eugenia Roccella e Raffaele Calabrò corrono ai ripari e in una nota spiegano che non c’è nessuna contraddizione con la linea del partito. “Coloro che, per disattenzione o malafede, parlano di cambio di rotta o di incongruenza con la difesa del matrimonio tra uomo e donna e la famiglia come descritta nella nostra Costituzione – proseguono i pidiellini – saranno facilmente smentiti con la lettura del documento sulle unioni civili che lo scorso mese di agosto registrò l’adesione di più di 150 parlamentari del Pdl”. E proseguono: “Con argomentazioni laiche, sottoscritte infatti da deputati, senatori ed europarlamentari di diversa provenienza culturale – sottolineano – vi si ribadiva la contrarietà all’equiparazione giuridica tra il matrimonio e altre unioni affettive anche omosessuali, e la condivisione e disponibilità nei confronti di iniziative legislative volte a riconoscere ai componenti di tali unioni diritti in ambito civilistico o penalistico in tutte le situazioni in cui questi non siano effettivamente garantiti”. Ma al Cavaliere, al momento, interessa di più rosicchiare consensi laddove Monti non si è espresso anziché dimostrare coerenza col passato. 

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