Tutte le tutele cancellate in un solo colpo. Le donne stuprate, picchiate o perseguitate dovranno cavarsela da sole: niente più assistenza legale o programmi di protezione per le vittime, neanche per quelle con problemi di disabilità. Il 112° congresso è riuscito ad evitare per qualche mese il fiscal cliff, ma non a prorogare il Violence Against Women Act, la legge del 1994 che fino a pochi giorni fa proteggeva le vittime di violenza. Il provvedimento avrebbe dovuto ricevere l’ok definitivo a dicembre, invece il partito repubblicano ha prima stravolto il testo, considerato troppo progressista, quindi si è rifiutato di finanziarlo e dopo 18 anni la legge è decaduta. L’ennesimo stop, l’ennesimo segno di debolezza per Barack Obama: diviso tra un Senato a maggioranza democratica e una Camera in mano ai repubblicani, il Congresso non è riuscito a votare una legge la cui rilevanza sociale vada oltre gli interessi di partito, in un paese come gli Usa in cui ogni giorno tre donne vengono uccise da un familiare. E ora per il presidente, costretto a trovare presto un accordo sul controllo delle armi, ma sempre più “anatra zoppa”, la strada si annuncia in salita.

Sembrava fatta. Il lavoro gomito a gomito tra Eric Cantor, leader repubblicano alla Camera, e il vicepresidente Joe Biden pareva dover portare all’intesa. Ma le tutele delle minoranze contenute nella legge davano fastidio a troppi, tra le file del Grand Old Party. Il primo passaggio al Congresso risale ad aprile, quando il Senato aveva dato il suo ok. Poi, a maggio, il testo era passato alla Camera, che l’aveva sì votata ma l’aveva svuotata di tutele e significato: i repubblicani avevano escluso gli articoli che garantivano protezione a lesbiche, gay e transgender, alle immigrate cui è scaduto il permesso di soggiorno e alle donne che vivono nelle riserve indiane dove, secondo dati federali, tra il 2000 e il 2010 gli stupri sono aumentati del 55%. A dicembre l’accordo pareva possibile: “Cantor sta lavorando duro per prorogare la legge”, spiegava all’Huffington Post il suo portavoce, Doug Heye. Ma la frattura si è dimostrata insanabile. Le trattative sono naufragate sotto i colpi dei repubblicani, che hanno posto il veto sulla protezione delle native americane.

Firmato da Bill Clinton il 13 settembre 1994, il Violence Against Women Act “ha rafforzato le sanzioni federali contro gli stupratori – si legge sul sito della Casa Bianca – fatto sì che le vittime, a prescindere dal loro reddito, non siano costrette a sostenere le spese di esami clinici e siano inserite in programmi di protezione, garantito assistenza alle donne sfrattate dalle proprie case in seguito a casi di stalking, violenza o stupro”. Non solo: il Vawa garantiva alle immigrate clandestine permessi di soggiorno speciali per invogliarle a denunciare i loro aggressori. I risultati c’erano: “Dal 1993 al 2010, il tasso di violenza domestica è calato del 67% – si legge ancora su www.whitehouse.gov – tra il 1993 e il 2007, le donne uccise per mano del partner sono diminuite del 35% e gli uomini uccisi del 46%”.

Tutto inutile. Tutele “dettate da interessi politici”, hanno tuonato i repubblicani. Che in campagna elettorale hanno rivelato scarsa attenzione verso il tema e scatenato polemiche infuocate. Ad agosto Todd Akin, deputato del Missouri, mettendo in forte difficoltà Mitt Romney nella corsa verso la Casa Bianca, aveva affermato che “da quanto ho sentito dai medici, rimanere incinta dopo uno stupro è un fatto decisamente raro” in quanto “in caso di stupro legittimo (tradotto con “vero e proprio”, da chi pensa che Akin abbia parlato in buona fede, ndr), il corpo femminile può fare in modo di evitare la gravidanza…”. Due mesi dopo la seconda grave gaffe: il 24 ottobre il candidato repubblicano al Senato in Indiana, Richard Mourdock, molto vicino al Tea Party, aveva spiegato durante un dibattito che se una donna rimane incinta durante uno stupro “è qualcosa che ha voluto Dio”.

La decisione di far decadere il Vawa arriva in un momento in cui gli Stati Uniti si interrogano choccati sui fatti di Steubenville, cittadina dell’Ohio dove nella notte dell’11 agosto una liceale di 16 anni sarebbe stata violentata da due membri della squadra di football della scuola, che poi avrebbero pubblicato le foto dello stupro su Facebook e Twitter. Il 2 gennaio Anonymous ha postato su YouTube un video di 12 minuti in cui un compagno dei presunti violentatori, indicato come Michael Nodianos, ride della ragazza: “L’hanno stuprata, sono stati più veloci di Mike Tyson“, scandisce sorridendo guardando nell’obiettivo. “E se fosse stata tua figlia?”, gli domanda una voce fuoricampo. “Ma non lo è – risponde il ragazzo – non puoi sapere se è stato un vero stupro perché non sai se lei era consenziente o meno”. 

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