Tre anni di lavoro, una quantità imprecisata di milioni spesi per lo sviluppo, la città di Chicago totalmente ricostruita in digitale e, soprattutto, un concentrato delle tante ossessioni e paranoie che si rincorrono sulle invisibili autostrade digitali, quelle che usiamo ogni giorno per condividere video su WhatsApp o per mettere un like all’ennesima foto instagrammata da Justin Bieber: tutto questo è Watch Dogs, l’ultimo progetto di Ubisoft arrivato proprio in questi giorni nei negozi di mezzo mondo.
L’azienda, già creatrice dell’amatissima serie di Assassin’s Creed, ha deciso di abbandonare per qualche tempo le vicende di Assassini e Templari, lavorando su un progetto che, anziché confrontarsi con i tanti misteri del passato, è ben piantato nel presente, nella contemporaneità. Nel gioco interpretiamo Aiden Pearce, un hacker dedito a tutti i traffici più loschi che, tuttavia, dopo un evento tragico, deciderà di dedicare la sua vita alla distruzione del ctOS, ovvero del sistema informatico che controlla tutte le infrastrutture di Chicago; una sorta di smart city all’ennesima potenza dove tutto, dai mezzi pubblici alle dichiarazioni dei redditi, è online e gestito da una multinazionale decisamente poco attenta al rispetto delle norme sulla privacy.
Watch Dogs è fortemente ispirato al mondo sommerso rivelato dagli scandali scoperchiati da Edward Snowden e, per questo motivo, gli sviluppatori hanno costruito un mondo di gioco capace di rendere alla perfezione l’idea che nessuno è mai realmente solo. Usando lo smartphone in dotazione ad Aiden, infatti, potremo bucare conti correnti, rubare password, disattivare antifurti, fino a controllare il funzionamento dei semafori o bloccare treni in corsa. Tutto è possibile usando i software giusti e trovando il modo per accedere alle infrastrutture informatiche che governano la Chicago immaginata da Ubisoft. Accanto alla componente hacker, però, il gioco rimane un grande prodotto d’intrattenimento e, ovviamente, non mancano inseguimenti in auto nonché sparatorie più o meno cruente. Combinando i vari strumenti a nostra disposizione potremo divertirci a fuggire dalle situazioni più complesse in maniere molto spettacolari: dopo aver ingaggiato uno scontro a fuoco con i custodi di un ufficio, per esempio, potremo rubare un’auto e fuggire facendo, contemporaneamente, impazzire tutti i semafori della strada, creando terribili ingorghi e rallentando gli inseguitori; oppure potremo superare un ponte levatoio e, una volta dall’altra parte, farlo scattare facendo finire i nemici a mollo; o ancora bloccare i cancelli di un intero quartiere imprigionando chiunque si trovi all’interno.
Ubisoft ha dedicato molti mesi alla ricostruzione della metropoli sul lago Michigan cercando, dati gli ovvi limiti di Xbox e Playstation, di catturarne lo spirito, quel tocco particolare capace di distinguere Chicago dalla megalomania di New York ma pure dagli eccessi della costa ovest. Esplorando le strade della downtown si intravedono tutti gli scorci da cartolina più famosi, dalla Sears Tower fino alla selva di palazzi che ha reso la capitale del Midwest la prima grande culla dei grattacieli moderni. Ma la città non è solo una mera scenografia: Chicago, con le sue infrastrutture, le sue luci e i suoi abitanti, è una sorta di gigantesca coprotagonista diventando ora una preziosa alleata, ora una percolossima nemica.
Watch Dogs è evidentemente un esperimento: con questo gioco Ubisoft vuole provare a differenziare la sua offerta, a oggi leggermente sbilanciata sul versante degli “assassini” e, al tempo stesso, confrontarsi con un genere da sempre dominato – seppur con alcune differenze di fondo – dal mastodonte GTA. L’idea di ispirarsi al mondo degli hacker, cuocendo il tutto con le tante suggestioni arrivate dall’NSAgate e dalle innovazioni tecnologiche degli ultimi anni, funziona piuttosto bene, ora però bisogna attendere il responso dei giocatori.
Watch Dogs è disponibile su Xbox One, Playstation 4, Playstation 3, Xbox 360 e PC.
Articolo a cura di Nicolò Carboni