C’è una sola cosa peggiore delle politiche culturali italiane: e sono i paragrafi dedicati alla cultura nei programmi dei partiti. Il che dimostra che non è un problema di mancanza di soldi: ma di tragica mancanza di idee.
Vedremo se ora Bersani tirerà fuori qualcosa di più consistente del vaghissimo paragrafo che esibiva alle primarie. Quanto al rinascente zombie Berlusconi-Lega, il programma lo conosciamo fin troppo bene: metter mano alla pistola ogni volta che qualcuno pronuncia la parola «cultura».
È stata, invece, l’Agenda di Monti a sorprendere: nel senso che molti pensavano che la destinazione del peggior ministro del suo governo proprio ai Beni culturali fosse stata un incidente. E invece no: la deprimente e imbarazzante paginetta che l’Agenda Monti riserva all’«Italia della bellezza, dell’arte e del turismo» certifica che non c’è differenza tra il professore e i politicanti che ha commissariato. Certo, direte, non è una gran notizia dopo l’incredibile disinvoltura con cui il castigamatti si è trasformato nell’ennesimo matto: un Monti che, incurante del laticlavio da senatore a vita, ha presentato l’ennesima lista personale (vero abominio democratico), si è alleato nientemeno che con Fini e Casini, e si è financo messo a fare del sarcasmo sulla statura di Brunetta.
Se questa era la caratura culturale dell’uomo, non si può certo stupirsi se sulla cultura ha le idee più dozzinali che si possano immaginare.
Nemmeno una parola di quella pagina è dedicata al valore civile del patrimonio storico e artistico, mentre l’idea chiave è che «investire nella cultura significa anche lavorare per rafforzare il potenziale del nostro turismo, poiché già oggi cultura, bellezze naturali ed enogastronomia sono i pilastri della nostra attrattiva». Sai che novità: su questo dogma craxiano si fonda l’industria culturale che sta trasformando il patrimonio in una Disneyland che forma non cittadini consapevoli, ma spettatori passivi e clienti fedeli. È a questo dogma che dobbiamo la privatizzazione progressiva delle città storiche (Venezia su tutte), e un’economia dei beni culturali che si riduce al parassitario drenaggio di risorse pubbliche in tasche private, socializzando le perdite (l’usura materiale e morale dei pochi ‘capolavori’ redditizi) e privatizzando gli utili, senza creare posti di lavoro, ma sfruttando selvaggiamente un vasto precariato intellettuale. È grazie a questo dogma che prosperano le strapotenti società di servizi museali, che lavorano grazie a un opaco sistema di concessioni, e che stanno fagocitando antiche istituzioni culturali e cambiando in senso commerciale la stessa politica del Ministero per i Beni culturali. Appare, insomma, realizzata la profezia di Bernard Berenson, che già nel 1941 intravide un mondo «retto da biologi ed economisti dai quali non verrebbe tollerata attività o vita alcuna che non collaborasse a un fine strettamente biologico ed economico»; un mondo in cui ci sarebbe stato spazio per «ricreazione fisiologica sotto varie forme, ma di certo non per le arti umanistiche».
In tutto questo, può essere di qualche conforto che il Fondo per l’Ambiente Italiano lanci le Primarie della cultura, una consultazione online che sottopone al vaglio dei cittadini temi forti da presentare poi ai vari candidati. Benissimo: anche se non tutti i temi proposti sono condivisibili, e anche se la trovata di Giotto, Dante, Leonardo, Verdi e Fellini candidati e comizianti è abbastanza imbarazzante.
Ma il punto non è quello. Il punto è che questa lodevole iniziativa rischia di rafforzare l’idea che la cultura sia materia per ricche signore in vena di beneficenza. E che poi, quando qualcuno di quella eletta cerchia ‘sale’ in politica, allora deve fare sul serio, e dunque deve dimenticarsi di queste ciance da salotto, e trattare la cultura come merita: cioè rigorosamente a calci nel sedere.
Proprio come ha fatto un certo Mario Monti, il cui governo ha tagliato ancora su scuola, università e patrimonio culturale, e che – per citare un solo episodio – è stato a un passo dal sigillare Villa Adriana in una discarica.
Un certo Mario Monti, che è membro del consiglio di amministrazione del Fai.
Un Mario Monti che – clamorosa notizia di oggi – candida nella sua lista la presidente del FAI, Ilaria Borletti Buitoni.
Tomaso Montanari
Storico dell'arte
Politica - 8 Gennaio 2013
Primarie della Cultura: idea lodevole ma non basta
C’è una sola cosa peggiore delle politiche culturali italiane: e sono i paragrafi dedicati alla cultura nei programmi dei partiti. Il che dimostra che non è un problema di mancanza di soldi: ma di tragica mancanza di idee.
Vedremo se ora Bersani tirerà fuori qualcosa di più consistente del vaghissimo paragrafo che esibiva alle primarie. Quanto al rinascente zombie Berlusconi-Lega, il programma lo conosciamo fin troppo bene: metter mano alla pistola ogni volta che qualcuno pronuncia la parola «cultura».
È stata, invece, l’Agenda di Monti a sorprendere: nel senso che molti pensavano che la destinazione del peggior ministro del suo governo proprio ai Beni culturali fosse stata un incidente. E invece no: la deprimente e imbarazzante paginetta che l’Agenda Monti riserva all’«Italia della bellezza, dell’arte e del turismo» certifica che non c’è differenza tra il professore e i politicanti che ha commissariato. Certo, direte, non è una gran notizia dopo l’incredibile disinvoltura con cui il castigamatti si è trasformato nell’ennesimo matto: un Monti che, incurante del laticlavio da senatore a vita, ha presentato l’ennesima lista personale (vero abominio democratico), si è alleato nientemeno che con Fini e Casini, e si è financo messo a fare del sarcasmo sulla statura di Brunetta.
Se questa era la caratura culturale dell’uomo, non si può certo stupirsi se sulla cultura ha le idee più dozzinali che si possano immaginare.
Nemmeno una parola di quella pagina è dedicata al valore civile del patrimonio storico e artistico, mentre l’idea chiave è che «investire nella cultura significa anche lavorare per rafforzare il potenziale del nostro turismo, poiché già oggi cultura, bellezze naturali ed enogastronomia sono i pilastri della nostra attrattiva». Sai che novità: su questo dogma craxiano si fonda l’industria culturale che sta trasformando il patrimonio in una Disneyland che forma non cittadini consapevoli, ma spettatori passivi e clienti fedeli. È a questo dogma che dobbiamo la privatizzazione progressiva delle città storiche (Venezia su tutte), e un’economia dei beni culturali che si riduce al parassitario drenaggio di risorse pubbliche in tasche private, socializzando le perdite (l’usura materiale e morale dei pochi ‘capolavori’ redditizi) e privatizzando gli utili, senza creare posti di lavoro, ma sfruttando selvaggiamente un vasto precariato intellettuale. È grazie a questo dogma che prosperano le strapotenti società di servizi museali, che lavorano grazie a un opaco sistema di concessioni, e che stanno fagocitando antiche istituzioni culturali e cambiando in senso commerciale la stessa politica del Ministero per i Beni culturali. Appare, insomma, realizzata la profezia di Bernard Berenson, che già nel 1941 intravide un mondo «retto da biologi ed economisti dai quali non verrebbe tollerata attività o vita alcuna che non collaborasse a un fine strettamente biologico ed economico»; un mondo in cui ci sarebbe stato spazio per «ricreazione fisiologica sotto varie forme, ma di certo non per le arti umanistiche».
In tutto questo, può essere di qualche conforto che il Fondo per l’Ambiente Italiano lanci le Primarie della cultura, una consultazione online che sottopone al vaglio dei cittadini temi forti da presentare poi ai vari candidati. Benissimo: anche se non tutti i temi proposti sono condivisibili, e anche se la trovata di Giotto, Dante, Leonardo, Verdi e Fellini candidati e comizianti è abbastanza imbarazzante.
Ma il punto non è quello. Il punto è che questa lodevole iniziativa rischia di rafforzare l’idea che la cultura sia materia per ricche signore in vena di beneficenza. E che poi, quando qualcuno di quella eletta cerchia ‘sale’ in politica, allora deve fare sul serio, e dunque deve dimenticarsi di queste ciance da salotto, e trattare la cultura come merita: cioè rigorosamente a calci nel sedere.
Proprio come ha fatto un certo Mario Monti, il cui governo ha tagliato ancora su scuola, università e patrimonio culturale, e che – per citare un solo episodio – è stato a un passo dal sigillare Villa Adriana in una discarica.
Un certo Mario Monti, che è membro del consiglio di amministrazione del Fai.
Un Mario Monti che – clamorosa notizia di oggi – candida nella sua lista la presidente del FAI, Ilaria Borletti Buitoni.
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Papa Francesco: “Sto affrontando un periodo di prova”. Bambini in preghiera sul piazzale del Gemelli
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".