“Non siamo contro gli americani e non siamo contro il Muos (Mobile User Objective System). Ma vogliamo tutte le garanzie per la tutela della salute dei cittadini”. E’ cauto il presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta, ma gli scontri della scorsa notte tra le forze dell’ordine e gli attivisti contrari all‘installazione delle antenne militari statunitensi a Niscemi, in provincia di Caltanissetta, lo hanno costretto ad accelerare le decisioni. Da settimane i manifestanti presidiano l’ingresso della base Usa, pronti a fare da muro alle attese gru che avrebbero dovuto completare l’opera. I mezzi sono arrivati ieri notte, scortati dalle forze dell’ordine.
Le sentinelle degli attivisti disposte lungo il percorso hanno avuto appena il tempo di avvertire i compagni. “I poliziotti erano circa trecento divisi in blocchi – racconta Elvira Cusa, del comitato No Muos di Niscemi –, noi una cinquantina. Ci siamo buttati a terra, ci hanno detto di alzarci, al nostro rifiuto ci hanno caricato. Non c’è stato nessun dialogo, anzi ci sono stati anche colpi di manganelli e calci. Io ho la mano e il ginocchio gonfi e come me anche altri ragazzi”. Dopo gli scontri, l’urgenza di rispondere alle promesse elettorali si è fatta pressante per Crocetta. Che, in una conferenza stampa urgente, ha annunciato di aver sospeso le autorizzazioni ai lavori di realizzazione del Muos. Nonostante il richiamo formale del ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri arrivato negli scorsi giorni.
“Io sono un presidente autonomista – dichiara il governatore siciliano – Non chiedo certo le autorizzazioni al governo Monti quando prendo le mie decisioni”. Annunciate di recente, spiega, anche ad alcuni diplomatici statunitensi. “Avevo invitato in modo bonario a non accelerare i lavori e a procedere con prudenza. Ho detto che non avremmo gradito forzature rispetto ai blocchi, finora non era successo ma ieri sera purtroppo è accaduto”. A motivare la sospensione delle autorizzazioni, secondo Crocetta, sarebbero dei “vizi” negli atti già emessi. Nello specifico, la mancanza di uno studio dell’impatto sulla salute pubblica delle onde elettromagnetiche rilasciate dalle antenne Muos. Un possibile problema anche per la navigazione degli arei del vicino scalo areo di Comiso, la cui apertura è prevista per la primavera. Motivazioni che, per il presidente regionale, sarebbero più forti della decisione del ministro Cancellieri di dichiarare il Muos “sito di interesse strategico per la difesa militare della nazione e dei nostri alleati”.
Non si placano intanto le polemiche per gli scontri della scorsa notte a Niscemi. Soprattutto per le denunce degli attivisti delle presunte violenze operate da 300 poliziotti in tenuta antisommossa. Solo 70 uomini, invece, secondo la Questura di Caltanissetta. “Non c’è stata nessuna carica – risponde il capo di gabinetto Sergio Lo Piano – Ma solo azioni di alleggerimento”. I manifestanti hanno usato metodi pacifici, ammettono anche le forze dell’ordine. “Hanno fatto resistenza passiva, si sono frapposti ai mezzi sfruttando l’oscurità e sono stati spostati di peso ai lati della strada. Si è giocato un pochino naturalmente, ma non mi risultano manganellate”. Per i No Muos, invece, si è trattata di “inaudita violenza”. Il passaggio dei quattro camion e delle due gru, per loro, è stato “un atto di prepotenza inaudita, che tuttavia non ci indebolisce – dichiarano – Non è una sconfitta ma l’inizio di una nuova fase della resistenza all’installazione del Muos”. Che vede l’assemblea regionale siciliana e il presidente Crocetta a fianco degli attivisti. Almeno fino a quando il braccio di ferro tra governo regionale e nazionale non sarà concluso.
Cronaca
Sicilia, Crocetta ferma il cantiere del Muos: “Non chiedo autorizzazioni al governo”
“Non siamo contro gli americani. Ma vogliamo tutte le garanzie per la tutela della salute dei cittadini”. Il presidente, dopo gli scontri dello scorsa notte a Niscemi (Caltanissetta) blocca i lavori per l'installazione delle antenne militari statunitensi nonostante il richiamo formale del ministro dell'Interno
“Non siamo contro gli americani e non siamo contro il Muos (Mobile User Objective System). Ma vogliamo tutte le garanzie per la tutela della salute dei cittadini”. E’ cauto il presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta, ma gli scontri della scorsa notte tra le forze dell’ordine e gli attivisti contrari all‘installazione delle antenne militari statunitensi a Niscemi, in provincia di Caltanissetta, lo hanno costretto ad accelerare le decisioni. Da settimane i manifestanti presidiano l’ingresso della base Usa, pronti a fare da muro alle attese gru che avrebbero dovuto completare l’opera. I mezzi sono arrivati ieri notte, scortati dalle forze dell’ordine.
Le sentinelle degli attivisti disposte lungo il percorso hanno avuto appena il tempo di avvertire i compagni. “I poliziotti erano circa trecento divisi in blocchi – racconta Elvira Cusa, del comitato No Muos di Niscemi –, noi una cinquantina. Ci siamo buttati a terra, ci hanno detto di alzarci, al nostro rifiuto ci hanno caricato. Non c’è stato nessun dialogo, anzi ci sono stati anche colpi di manganelli e calci. Io ho la mano e il ginocchio gonfi e come me anche altri ragazzi”. Dopo gli scontri, l’urgenza di rispondere alle promesse elettorali si è fatta pressante per Crocetta. Che, in una conferenza stampa urgente, ha annunciato di aver sospeso le autorizzazioni ai lavori di realizzazione del Muos. Nonostante il richiamo formale del ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri arrivato negli scorsi giorni.
“Io sono un presidente autonomista – dichiara il governatore siciliano – Non chiedo certo le autorizzazioni al governo Monti quando prendo le mie decisioni”. Annunciate di recente, spiega, anche ad alcuni diplomatici statunitensi. “Avevo invitato in modo bonario a non accelerare i lavori e a procedere con prudenza. Ho detto che non avremmo gradito forzature rispetto ai blocchi, finora non era successo ma ieri sera purtroppo è accaduto”. A motivare la sospensione delle autorizzazioni, secondo Crocetta, sarebbero dei “vizi” negli atti già emessi. Nello specifico, la mancanza di uno studio dell’impatto sulla salute pubblica delle onde elettromagnetiche rilasciate dalle antenne Muos. Un possibile problema anche per la navigazione degli arei del vicino scalo areo di Comiso, la cui apertura è prevista per la primavera. Motivazioni che, per il presidente regionale, sarebbero più forti della decisione del ministro Cancellieri di dichiarare il Muos “sito di interesse strategico per la difesa militare della nazione e dei nostri alleati”.
Non si placano intanto le polemiche per gli scontri della scorsa notte a Niscemi. Soprattutto per le denunce degli attivisti delle presunte violenze operate da 300 poliziotti in tenuta antisommossa. Solo 70 uomini, invece, secondo la Questura di Caltanissetta. “Non c’è stata nessuna carica – risponde il capo di gabinetto Sergio Lo Piano – Ma solo azioni di alleggerimento”. I manifestanti hanno usato metodi pacifici, ammettono anche le forze dell’ordine. “Hanno fatto resistenza passiva, si sono frapposti ai mezzi sfruttando l’oscurità e sono stati spostati di peso ai lati della strada. Si è giocato un pochino naturalmente, ma non mi risultano manganellate”. Per i No Muos, invece, si è trattata di “inaudita violenza”. Il passaggio dei quattro camion e delle due gru, per loro, è stato “un atto di prepotenza inaudita, che tuttavia non ci indebolisce – dichiarano – Non è una sconfitta ma l’inizio di una nuova fase della resistenza all’installazione del Muos”. Che vede l’assemblea regionale siciliana e il presidente Crocetta a fianco degli attivisti. Almeno fino a quando il braccio di ferro tra governo regionale e nazionale non sarà concluso.
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Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".