“Non mi inquieti troppo perché posso fare dichiarazioni che lo metterebbero a terra e lui sa di cosa sto parlando”. E’ “l’avvertimento” lanciato da Gabriele Albertini, in corsa per la presidenza della Regione Lombardia, al governatore Roberto Formigoni che lo ha accusato di puntare a poltrone che si aggiungerebbero a quella di eurodeputato.
Per Gabriele Albertini, candidato al Senato nella lista del premier Mario Monti e in corsa per la presidenza della Regione Lombardia, il Pdl “è diventato una propaggine della Lega più che un partito europeista”.
L’ex sindaco di Milano, ha, poi, aggiunto che il suo schieramento si propone “con un orientamento moderato” in linea con il Partito Popolare Europeo. “Difficile considerare moderato – ha aggiunto riferendosi all’alleanza Pdl e Lega – un partito che propone l’uscita dall’euro con un referendum”. Quindi ha aggiunto che il suo schieramento “raccoglie la buona volontà di tutti i cittadini da qualsiasi parte provengano” e, riferendosi al sondaggio in base al quale la sua lista dovrebbe drenare più voti alla sinistra che alla destra, ha affermato di non credere “a questa distinzione ancestrale tra destra e sinistra. Non mi pongo il problema – ha concluso – perché non è la provenienza che conta ma lo scopo con cui si sta insieme”.
“Sto facendo i salti di gioia, mi sento un gigante”, ha proseguito Albertini commentando un sondaggio che nella corsa per la poltrona di Presidente della Regione gli da’ il 10-11 per cento dei consensi elettorali. “Se da solo – ha aggiunto – un Albertini qualsiasi, senza partiti e senza altro che le modeste energie di cui dispongo, è già in queste condizioni prima ancora di aver cominciato la campagna elettorale, devo dire che mi sento un gigante”. L’ex sindaco, oltre a ricordare di non essere né ministro uscente, né segretario di partito, ha detto di essere rimasto “colpito dal fatto che sembrerebbe che io abbia più voti dalla sinistra moderata che dalla destra”. Per il candidato al Pirellone “questo indica che colossale errore abbia fatto il mondo dei moderati’, con l’asse Pdl-Lega anche in Lombardia, ’perche’ con il sottoscritto, avremmo potuto vincere senza problemi e senza dividerci, connotando il Pdl per quello che dovrebbe essere: un partito europeista, veramente moderato, che non racconti fandonie e non sviluppi demagogia ma che creda nella responsabilità di dire il vero”.
Per Gabriele Albertini il suo “antagonista” Umberto Ambrosoli è “una persone capace e perbene”, ma la sua corsa alla presidenza della Regione “è una scommessa da vincere, perché si può anche partire, come ha fatto lui, come persona per bene e con una esperienza professionale apprezzabile, ma si deve anche dimostrare di essere capace di governare”.