Perdete pure in Sicilia, ma non in Lombardia. Oppure perdete in Lombardia, ma vincete ovunque. Il centrosinistra ha davanti a sé questo collo di bottiglia per evitare l’anatra zoppa, cioè andrà al governo senza poter contare sul voto di una delle due Camere. Se infatti la maggioranza alla Camera sembra cosa fatta, al Senato le circostanze sono tutt’altro che chiare. Per via della legge elettorale, infatti, il premio per i seggi di Palazzo Madama scatta a livello regionale. E ci sono regioni che pesano di più e regioni che pesano di meno. Dunque la vittoria di Pierluigi Bersani passa per la Lombardia, per la Sicilia e per la Campania. Secondo le simulazioni di Renato Mannheimer per il Corriere della Sera il centrosinistra porta a casa il Senato solo se lascia sul campo solo la Lombardia, mentre non riuscirebbe a superare la soglia dei 158 senatori se perdesse sia in Lombardia che in Sicilia. C’è di più: sempre secondo l’istituto Ispo in Lombardia, definita ormai ovunque “l’Ohio italiano”, il centrodestra appare nettamente avanti, con un distacco che supera i 3 punti percentuali (distanza che si riflette anche nella corsa per la presidenza della Regione tra Roberto Maroni e Umberto Ambrosoli). Vendola mette subito le cose in chiaro: se il Pd si rivolge a Monti per formare il governo, non conti su Sinistra e Libertà. Intanto il Pdl effettivamente ricomincia a respirare dopo la performance di Berlusconi a Servizio Pubblico: secondo un sondaggio per SkyTg24 ha guadagnato l’1,6%.

Vendola: “Se il Pd sceglie Monti come alleato dopo il voto, dovrà rinunciare a Sel”
In questa situazione di incertezza Nichi Vendola mette le cose in chiaro: “Se il centrosinistra sceglie Monti come alleato per il governo – dichiara a SkyTg24 – dovrà rinunciare al contributo di Sel. Io sono alternativo alla presenza dei conservatori nell’alleanza di centro sinistra. Sarà impossibile, anche solo immaginare, una maggioranza in cui stiamo insieme io e Paola Binetti che, lo dico con tutto il rispetto, è la tipica espressione di una cultura integralista che disvela le ambiguità dell’alleanza che si è radunata intorno al professor Monti e che si presenta come un’alleanza liberale. Penso che nella prossima legislatura bisognerà collaborare con Monti, con Casini e le forze centriste e insieme occuparsi della riforma dello Stato, sulla quale occorrerà trovare dei punti di compromesso”. Insomma: “Dal punto di vista del governo del Paese, il centro sinistra ha il diritto di governare senza ipoteche e senza badanti. Io ho fatto vincere il centro sinistra in luoghi dove aveva sempre perso, ho contribuito alla vittoria dalla Puglia a Milano. Il centrosinistra si candida per vincere e governare, Monti e Berlusconi – ha concluso Vendola – si candidano per impedire la pienezza della vittoria del centro sinistra, per azzoppare la coalizione, cercando in quel modo di rientrare in partita”. 

I meccanismi e lo scenario del Senato: Lombardia, Sicilia, Campania
Il meccanismo dei premi di maggioranza, come detto e com’è ormai noto visto che il Porcellum verrà utilizzato per la terza volta in 7 anni, è diverso per Camera e Senato. Per Montecitorio la coalizione che prende più voti prende il 55 per cento dei seggi. Per i partiti di centrosinistra che supereranno la soglia di sbarramento del 2% (poiché coalizzati) non ci saranno problemi. Per il Senato il premio di maggioranza è applicato invece regione per regione. A questo dispositivo si sottraggono solo Val d’Aosta, Trentino Alto Adige e Molise. La Lombardia assegna 49 seggi su 315, la Sicilia 24, la Campania 29. E la situazione è tutt’altro che felice, secondo i sondaggi, per Bersani e i suoi alleati. Secondo gli scenari elaborati da Mannheimer il centrosinistra ha bisogno di alleanze post-voto per Palazzo Madama se perde in due regioni tra Lombardia, Sicilia e Campania. 

L’analisi di Mannheimer sul Corriere si concentra sulla Lombardia. Qui, in particolare, il centrodestra sembra aver ingranato di nuovo la quarta, visto che D’Alimonte l’8 gennaio gli assegnava il 32,5 per cento (quindi prua a prua con il centrosinistra) e oggi l’Ispo gli dà il 35,7 per cento contro il 32,3 della coalizione dei “progressisti” (non è dato sapere se c’entri la performance del Cavaliere da Santoro). Come spiega lo stesso sondaggista il divario è ancora “colmabile”, ma è evidente come questa resti un’arma tutt’altro che spuntata nelle mani di Berlusconi. Infatti il centrodestra raccoglierebbe 27 seggi da dividere tra Pdl e Lega Nord (La Destra e i Fratelli d’Italia non superano il 2 per cento), mentre il centrosinistra si fermerebbe a 12. Le altre forze politiche che otterrebbero seggi in Lombardia sarebbero la Scelta Civica di Mario Monti (14,7 per cento dei voti, 6 seggi) e il Movimento Cinque Stelle (10,8% e 4 seggi). 

Ma le cose vanno se possibile addirittura peggio in Sicilia. L’ultima rilevazione disponibile è quella di Ipsos, pubblicata dal Sole24Ore l’8 gennaio. La coalizione che fa capo a Berlusconi prenderebbe qui 14 seggi (27% per cento in tutto) e ne lascerebbe a quella di Bersani solo 3 (22,9%). Qui otterrebbero seggi anche i Cinque Stelle (3 seggi, 19,8%, a confermare il brillante risultato delle Regionali), la Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia (2 seggi, 11%) e la Scelta Civica di Monti (2 seggi, 16,5%). La terza e ultima regione “cruciale” per il Senato, la Campania, è in bilico, ma dovrebbe risultare appannaggio del centrosinistra. Sempre secondo Ipsos per il Sole (8 gennaio). Qui il centrosinistra avrebbe un vantaggio di almeno il 2% sul centrodestra: 30,5 contro il 28,5. La coalizione di Bersani conquisterebbe dunque 16 seggi, mentre il Pdl e i suoi alleati avrebbero diritto a 6. Anche in questo caso otterrebbero posti al Senato le liste di Monti (3), Ingroia (2) e Cinque Stelle (2). Ma per il centrosinistra la sola Campania non basta.

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