E’ stata l‘incertezza politica ad allontanare i capitali dall’Italia e, anche in presenza di una lievissima ripresa, bisogna che vengano attuate le riforme strutturali aggiuntive. E’ quanto segnala la Banca centrale europea, guidata da Mario Draghi, nel suo bollettino mensile. Quanto alla situazione dell’Eurozona, la debolezza dell’economia “dovrebbe protrarsi anche nel 2013”, sebbene “nel prosieguo dell’anno si dovrebbe registrare una graduale ripresa. In particolare gli aggiustamenti di bilancio necessari nei settori finanziario e non finanziario, nonché la persistente incertezza, seguiteranno a gravare sull’attività economica”.
Secondo la Bce “l’accresciuta incertezza politica in Italia è stata all’origine, negli ultimi due mesi dell’anno, di alcuni flussi di capitali, con l’obiettivo di ricercare investimenti più sicuri (fligh-to-safety), verso i titoli emessi dai paesi con rating ‘AAA'”. Del resto in Italia e Spagna l’indice sul clima di fiducia ha “segnato un calo più marcato, specie a partire dalla metà del 2011” rispetto agli altri paesi dell’Eurozona. Ggli indici di fiducia sono sttai calcolati dalla commissione Ue dall’inizio della crisi a oggi e cioè dal 2008 al 2012. Il riferimento di Francoforte è alla fiducia dei consumatori, anche se la fiducia delle imprese ha “mostrato andamenti analoghi, segnando netti cali dal 2007 al 2009, una ripresa fino a metà del 2011, e una nuova flessione da allora”. In Germania l’indice ha mostrato “una ripresa piuttosto vigorosa nel 2010, e in seguito è rimasto sostanzialmente stabile”. In Francia “è rimasto assai prossimo all’aggregato dell’area dell’euro”.
Il “forte” calo dei rendimenti dei titoli di Stato dei paesi dell’Eurozona registrato di recente “dovrebbe essere sostenuto da ulteriori passi avanti nel risanamento delle finanze pubbliche in linea con gli impegni assunti nel quadro del Patto di stabilità e crescita” segnala la Bce. E’ “fondamentale” che i governi dei paesi dell’Eurozona “riducano ulteriormente gli squilibri sia di bilancio sia strutturali e proseguano nella ristrutturazione del settore finanziario”. Per i banchiere centrali è “essenziale” proseguire nel “rafforzare la capacità di tenuta delle banche, ove necessario”, allo scopo di “assicurare un’appropriata trasmissione della politica monetaria alle condizioni di finanziamento nei paesi dell’area dell’euro”. Inoltre “la solidità dei bilanci bancari sarà un fattore chiave per agevolare sia un’adeguata offerta di credito all’economia, sia la normalizzazione di tutti i canali di finanziamento”. Da questo punto di vista, afferma l’Eurotower, “il futuro meccanismo di vigilanza unico rappresenta un passo cruciale”. Nell’area euro “andrebbero attuate con rapidità riforme strutturali aggiuntive per rendere l’area dell’euro un’economia più flessibile, dinamica e competitiva. In particolare – sollecita Francoforte – sono essenziali riforme nei mercati dei beni e dei servizi atte ad accrescere la concorrenza e la competitività, alle quali vanno affiancati provvedimenti che migliorino il funzionamento dei mercati del lavoro”. “Tali riforme”, aggiunge la Bce, “rafforzeranno il potenziale di crescita e l’occupazione nell’area dell’euro”.
Il tasso di inflazione nella zona euro, che è stato pari al 2,2% nel mese di dicembre, “dovrebbe calare ulteriormente nel corso dell’anno, al di sotto del 2%”. Nell’orizzonte rilevante per la politica monetaria, a fronte della debole attività economica nell’area dell’euro e di aspettative di inflazione a lungo termine saldamente ancorate, sottolinea l’Istituto di Francoforte, “le pressioni di fondo sui prezzi dovrebbero rimanere contenute”.