È tempo di memorie per Renata Polverini, presidente uscente della Regione Lazio. Quando parla dell’amministrazione da lei guidata, oggi si lancia in amari ricordi: Franco Fiorito, Vincenzo Maruccio… Eppure la governatrice che si era data l’onere di “cacciare” tutta la partitocrazia insediatasi (lei presente) in Regione, continua a ingrossare le file dei politici stipendiati dal Lazio. La consiliatura, del resto, era iniziata con le nomine di buona parte dei “trombati” alle regionali (presto insediati al vertice delle società controllate), ed è giusto che si chiuda con un segno non dissimile.

L’ordinaria amministrazione
Le sue dimissioni, annunciate a metà settembre e rese esecutive il 27 di quel mese, non hanno interrotto il trend. Sono bastati infatti un paio di giorni per rinnovare una decina di ruoli dirigenziali. Tra questi quelli di Giuliano Bologna (già avvocato della Polverini e vicino all’Ugl), coordinatore dell’Avvocatura regionale, e di Raffaele Marra (considerato vicino ad Alemanno), direttore regionale per il personale, erano già stati bocciati dal Tar. Poco male.

Istituti di beneficenza e consorzi vari
La Regione Lazio, del resto, ha diritto di nomina su una serie di aziende, agenzie, Ipab e consorzi da sempre prateria per le scorribande dei partiti. Enti sconosciuti ai più, fornitori di stipendi più o meno appetibili. Alla fine del novembre passato, ad esempio, Enrico Zappacosta, perito tecnico, esponente di “Città Nuove”, ex Ugl, già vicesindaco di Civitavecchia, è diventato presidente dell’Istituto Sacra Famiglia: 1.500 euro al mese, assicurati fino al giugno del 2014. La famiglia (politica) è sacra.

A metà dicembre, poi, Mario Orsola, sindaco del comune di Saracinesco (164 anime) è stato nominato dalla Regione membro del cda del Consorzio per lo sviluppo industriale della provincia di Rieti. Ogni volta che si riunisce il consiglio lui percorre 150 chilometri per prendere 197 euro lordi a seduta. Con una determina datata 31 dicembre 2012, ancora, Polverini ha prorogato i contratti del personale di fiducia delle segreterie politiche e del Segretario Generale della giunta. Con un’accortezza denunciata dal Pd Riccardo Agostini: alcuni contratti invece di scadere con la nuova consiliatura (come competerebbe agli incarichi fiduciari), coprono tutto il 2013.

Una questione di salute politica 
Del resto nemmeno Enrico Bondi, nel suo breve mandato come commissario della Sanità del Lazio, è riuscito a fermare la marea dei nominati presidenziali. Commissariate le Asl RmA, Rmh e quella di Viterbo (alla Rmh è arrivato Claudio Mucciaccio, ex sindaco di Grottaferrata, sponda centrodestra), il varco era aperto. E così il 21 dicembre è piovuto su Bondi un nuovo direttore amministrativo per la Asl RmA: è Alessandro Moretti, in questi ultimi tre anni capo della segreteria dell’assessorato regionale alla Salute, retto dalla stessa Polverini. Contratto di 5 anni. In rampa di lancio verso una nuova poltrona c’è anche Sabrina Cenciarelli, attuale direttore amministrativo della Asl Roma B. Entro fine mese potrebbe diventare direttore amministrativo della Asl Rmh, quella dei Castelli. Cenciarelli è la cugina del sindaco di Marino, Adriano Palozzi: Pdl di fede polveriniana, Palozzi fu ricompensato poco dopo il voto regionale con la poltronissima (124mila euro l’anno) di presidente del Cotral, l’azienda di trasporto pubblico regionale.

La spartizione delle società regionali
Il board delle controllate regionali (che distribuiscono gettoni complessivi per 1,5 milioni di euro), del resto, è zeppo di esponenti politici di centrodestra. All’inizio la pratica fu giustificata con la ricompensa per chi era incappato nel pasticcio della lista Pdl di Roma che per un maldestro errore non fu presentata alle regionali lasciando appiedati diversi esponenti di quel partiti. Ai vertici dei consigli di amministrazione salirono quindi i vari Palozzi, Erder Mazzocchi (Arsial), Luigi Celori (Pdl – Autostrade del Lazio), Bruno Prestagiovanni (Pdl – Ater di Roma), Massimo Cacciotti (Pdl – Ater della Provincia di Roma), TommasoLuzzi (Pdl – Astral). Poi toccò a Fabio Forte (Udc – Unionfidi), Massimiliano Maselli (Pdl – Sviluppo Lazio). Non più personale vicino a esponenti politici: esponenti politici direttamente.

Alcuni Cda sarebbero impensabili fuori da un ente dominato dalla partitocrazia. La Lazio-mar, che è nata lo scorso anno per eseguire il servizio di traghetti e aliscafi da e verso Ponza (4 mezzi in tutto), ha per presidente il professore Antonino Cataudella (84.333 euro l’anno), classe 1934, e ben due consiglieri: Maria Terenzi già candidata con la lista Polverini (72.500 euro) e Marco Silvestroni del Pdl (72.500 euro). Il servizio offerto non sembra accogliere il favore dell’utenza. È stato del resto quello passato un anno fecondo per le società regionali. A onta della spending review ne è stata creata un’altra: la LazioAmbienteSpa.Per quella poltrona sta già scaldando i motori Vincenzo Conte, ex candidato sindaco di Frascati, attualmente capogruppo del Pdl in quel comune.

Tra questi marosi resiste infine imperterrito Regino Brachetti, Udeur, monumento imperituro alla Dc laziale. Udeur di fede mastelliana è riuscito a passare indenne da Marrazzo alla Polverini sgusciando verso l’Udc. È così riuscito a conservare il ruolo di presidente della Lait (ex Laziomatica), la società che si occupa dell’informatica in Regione. Con abile mossa, approfittando della spending review, è divenuto amministratore unico della stessa. Per levargli quella poltrona occorreranno almeno 3 anni.

Da Il Fatto Quotidiano del 17 gennaio 2012

 

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