”Non sempre coloro che si dicono moderati in politica sono moderati nel nostro senso” e comunque “l’Italia non ha bisogno di moderazione nel senso di mezze misure, ma di riforme radicali”. Ha usato parole nette Mario Monti, a Bergamo, per la presentazione della sua campagna elettorale. “Non si tratta di federare i moderati, ma di federare i riformatori” ha aggiunto il Professore, secondo cui “l’Italia ha bisogno di riforme radicali nei confronti di coloro che sono fuori dai fortini delle corporazioni e delle rendite e di coloro che sono giovani e che non trovano lavoro perché altri sono protetti”.
Per quanto riguarda i temi dell’agenda politica, invece, l’ex rettore della Bocconi è tornato sulla questione della riduzione delle imposte. “Qualcuno è stizzito perché parlo di riduzione delle tasse ma non è incoerente” ha detto Monti, secondo cui “metterle era indispensabile ma non per sempre, le situazioni cambiano”. Riguardo al suo operato, poi, il candidato premier ha ricordatodi essere stato bloccato su alcune riforme da veti incrociati. “Sarà possibile nel mercato del lavoro andare più avanti di quanto una strana e a volte responsabile maggioranza, non la voglio disprezzare, abbia consentito di fare l’anno scorso” soprattutto per via di un “blocco socio-sindacale prevalentemente di sinistra”, ha detto il premier a Bergamo. “Nel caso di riforme altrettanto necessarie della giustizia, contro la corruzione, per il conflitto di interessi, per il falso in bilancio”, ha insistito, e “quegli ostacoli sono venuti prevalentemente da destra anche per ragioni storiche e personali che conosciamo”.
Nel prosieguo del suo intervento, poi, Mario Monti si è dedicato a rispondere alle critiche degli avversari. Innanzitutto a Pdl e Lega. “Devono arrendersi: questa volta gli antagonisti della sinistra, e in particolare della sinistra estrema, sono due – è il ragionamento dell’ex capo del governo – Loro, i soliti vecchi che da vent’anni promettono e tradiscono la rivoluzione federalista, e noi che con semplicità parliamo il linguaggio della verità, delle riforme e dell’Europa. Stara’ agli elettori – ha aggiunto – stabilire chi è più credibile: chi ha fallito per vent’anni o noi”. Secondo Monti, inoltre, il Carroccio “si vergogna dell’Italia e invidia la Germania”.
Il Professore, inoltre, ha risposto anche a Nichi Vendola, che gli chiedeva di fare autocritica in vista di un dialogo sulle riforme. “Ma scherziamo?” ha detto Monti, il quale poi ha annunciato che, in caso di vittoria alle urne, “all’ordine del giorno del primo Cdm metterei una serie di riforme costituzionali: da una drastica riduzione del numero dei parlamentari, al riassetto dello Stato per renderlo meno oneroso, passando per la modifica del Titolo V della Costituzione”.
A chi lo vedeva come il miglior successore di Giorgio Napolitano al Quirinale, Monti ha risposto che per lui “è più importante fare da levatrice” di un nuovo progetto politico “piuttosto che esercitare per sette anni un altissimo incarico che è però meno rilevante”. Da la speranza che nel nuovo parlamento “ci sia un afflusso di nuove persone, di nuove idee, che promuova una nuova cultura anziché soffocarla”. Il Professore, infine, si è rivolto anche al partito del non voto, spiegando che chi non si reca alle urne perché “pensa di fare un dispetto alla vecchia politica in realtà le fa un favore”.