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Ilva, gip Taranto invia atti Consulta: niente dissequestro dell’acciaio

Dopo la decisione del Tribunale dell'Appello quello del giudice per le indagini preliminari era l'altro pronunciamento atteso. Solo ieri il presidente dell'Ilva Bruno Ferrante, nel corso di un incontro con i sindacati, aveva dichiarato che in mancanza del dissequestro l'impianto era a rischio chiusura
Ilva, gip Taranto invia atti Consulta: niente dissequestro dell’acciaio
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Continua il braccio di ferro tra i magistrati di Taranto, governo e gruppo Riva. Anche il gip del tribunale di Taranto Patrizia Todisco invia gli atti alla Consulta relativamente alla cosiddetta legge “salva Ilva”, il decreto del governo che ha consentito la ripresa dell’attività dell‘impianto siderurgico che era stato sequestrato lo scorso luglio (nella parte relativa all’area a caldo). Niente da fare, dunque, per il dissequestro dei prodotti dell’azienda, dopo la decisione del Tribunale dell’Appello quello del giudice per le indagini preliminari era l’altro pronunciamento atteso. Solo ieri il presidente dell’Ilva Bruno Ferrante, nel corso di un incontro con i sindacati, aveva dichiarato che in mancanza del dissequestro l’impianto era a rischio chiusura. 

“La situazione di Taranto è drammatica. Stiamo lavorando in perdita. Con 17mila tonnellate al giorno di produzione di acciaio e tre soli altiforni in marcia, ma soprattutto senza la possibilità di fatturare quanto abbiamo già prodotto nei mesi scorsi, non c’è futuro per l’azienda”. Ferrante aveva aggiunto che nella riunione di venerdì a Palazzo Chigi l’azienda aveva anche prospettato la possibilità di ricorrere alla cassa integrazione a Taranto, “ma si tratterebbe – ha puntualizzato ieri Ferrante – di una misura provvisoria legata soprattutto alla ripartenza degli impianti e ai lavori di messa a norma ambientale che devono essere fatti sugli impianti dell’area a caldo”.

Oggi Ferrante, annuncia in una nota di aver presentato un’istanza alla Procura della Repubblica di Taranto “con la quale chiede la revoca del provvedimento di sequestro preventivo disposto in data 22 novembre 2012, con l’impegno di destinare le somme ricavate dalla commercializzazione del prodotto sequestrato alle opere di ambientalizzazione previste dall’Aia, alla remunerazione delle maestranze e a quanto altro necessario per la sopravvivenza dell’azienda. Il garante nominato dal governo per l’attuazione dell’Aia – conclude Ferrante – avrà a disposizione i più ampi poteri per verificare il rispetto degli impegni da parte dell’azienda”.

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