Prima l’attacco di Monti da Ballarò, poi la risposta di Bersani. “E’ arrivato il momento di guardare in faccia la gente. Non accetto di vedermi fare le pulci da chi non pronuncia nemmeno la parola ‘esodati’“, ha detto il segretario del Partito democratico, respingendo al mittente gli esami di riformismo da parte del Professore, niente affatto tenero nelle sue apparizioni pubbliche tanto con il Pdl quanto con il Pd e i suoi alleati.

“Non mi li aspettavo questi attacchi – ha puntualizzato Bersani – Finché il Pd era nel governo andava tutto bene, ora pare che tutto quello che il Pd fa sia tutto sbagliato”. Per questo motivo, a sentire il candidato premier del centrosinistra, “né il miliardario né il tecnico potranno risolvere la gravissima questione sociale che il Paese sta affrontando”. A differenza del segretario Pd che ha annunciato la sua agenda per Palazzo Chigi: “Se toccherà a me, nella famosa Sala verde della concertazione non entreranno solo sindacati e Confindustria, ma anche il mondo del volontariato, del terzo settore e del privato sociale per dire al Paese quali sono i bisogni reali della gente”.

La questione esodati: nuovo caos sui numeri 
E’ di nuovo caos sui numeri dei lavoratori ‘esodati’ ovvero coloro che hanno lasciato o perso il lavoro entro il 2011 e che a causa dell’inasprimento delle regole per l’accesso alla pensione rischiano di trovarsi senza assegno e senza occupazione. Oggi Il Messaggero ha aperto sulla possibilità che altri 150mila esodati si aggiungano a quelli già calcolati, sottolineando che oltre ai 140mila salvaguardati dal Governo (che quindi potranno andare in pensione con le vecchie regole) ci sono ancora centinaia di migliaia di persone che rischiano di restare senza tutele. Secondo i dati contenuti in una relazione inviata lo scorso maggio dall’Inps al ministero del Lavoro i lavoratori esodati sarebbero 390.200.

Su questi dati ci fu una polemica con il ministro del Lavoro che parlò di “gioco al massacro” e di documento diffuso per “danneggiare il Governo”. Il Governo ha salvaguardato con diversi provvedimenti in totale 140mila persone, mentre altre 80, secondo quanto dichiarato nei mesi scorsi dal presidente Inps, Antonio Mastrapasqua, sono riuscite ad andare in pensione entro dicembre 2012 (per un totale reale di salvaguardati di 220mila). Quindi le persone per le quali andrebbe cercata una soluzione, se ci si basa sui numeri iniziali dell’Inps dovrebbero essere circa 170mila. “E’ una fonte Inps, dovete chiedere all’Inps – ha detto oggi il ministro del Lavoro, Elsa Fornero – visto che ci sono conti dei quali il ministro ancora una volta non viene informato”. Il direttore generale dell’Inps, Mauro Nori ha assicurato al ministro Fornero che non esistono nuove cifre oltre a quelle che i ministeri del Lavoro e dell’Economia hanno già. L’Inps – si legge in una lettera al ministro – “non ha effettuato ulteriori elaborazioni statistiche” sui lavoratori esodati “che non siano quelle già note” ai due ministeri. L’Inps dovrebbe mandare nei prossimi giorni le prime lettere di ok alla richiesta di accesso alla pensione con le vecchie regole alle persone che rientrano nel decreto sui primi 65mila salvaguardati. Poi si esamineranno le domande per il decreto appena pubblicato in Gazzetta ufficiale, che prevede altri 55mila salvaguardati. Oltre questi, ci sono 10mila posti per gli esodati della riforma Sacconi e 10 mila per i quali sono stati inseriti fondi nella legge di stabilità. Per questi 140mila esodati da salvaguardare sono previsti nel complesso 9,3 miliardi.

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