La Banca d’Italia, allora diretta dal presidente della Bce Mario Draghi, nel 2010 aveva gli elementi per capire che i conti di Monte Paschi di Siena erano truccati. O almeno molto sospetti. Sarà pur vero che “la vera natura di alcune operazioni riguardanti il Monte dei Paschi di Siena riportate dalla stampa [cioé dal Fatto, ndr] è emersa solo di recente, a seguito del rinvenimento di documenti tenuti celati all’autorità di Vigilanza e portati alla luce dalla nuova dirigenza di Mps”, come ha comunicato Bankitalia pochi giorni fa. E sarà pur vero che il contratto con Nomura sul derivato Alexandria che nascondeva un buco di almeno 220 milioni è stato nascosto nella cassaforte dell’ex direttore generale Antonio Vigni dal 2009 fino al 10 ottobre 2012. Ma è anche vero che la Banca d’Italia aveva davanti ai suoi occhi una sequenza di fotogrammi nitidi che formavano un film. Ma nessuno ha voluto capirne la vera trama.
Il miliardo per Antonveneta
Prima scena: l’acquisizione di Antonveneta. Per arrivare ai 10 miliardi richiesti dal Banco Santander, Mps chiede ai suoi amici di sottoscrivere anche un miliardo di obbligazioni convertibili in azioni. È il F.R.E.S.H. (Floating Rate Equity-linked Subordinated Hybrid Preferred Securities) sottoscritto per 490 milioni dalla Fondazione Mps, per 15 milioni di euro dalla Fondazione di Piacenza, per 30 milioni dalla Fondazione Cariparo e il resto da investitori istituzionali. Il Fresh si converte in azioni ma garantisce una cedola lorda pari al 4,25 per cento più il tasso Euribor: nel 2008 si arriva al 10 per cento. Per Mussari raccogliere il miliardo mediante le obbligazioni ibride Fresh presenta un vantaggio non da poco: può considerare quei soldi come se fosse capitale della banca perché se la banca non fa utili, gli obbligazionisti non incassano la cedola.
Ai tempi dell’acquisto di Antonveneta, nel 2008, Mussari dichiara trionfante che vede la possibilità di fare 700 milioni di euro di utile nel 2009 e tutti sono tranquilli. Poi c’è il crollo dei mercati con il crack Lehman e i nodi vengono al pettine. Al 31 dicembre 2009 Mussari e Vigni si trovano stretti in una tenaglia: da un lato Bankitalia chiede di rafforzare il rischio del bond. Se Mps vuole considerare quel miliardo come capitale, il FRESH deve distribuire la cedola non quando la banca realizza l’utile ma quando lo realizza e lo distribuisce. Mussari non è in grado di chiedere altri soldi al mercato e così il Fresh viene modificato dal suo emittente, JP Morgan, per andare incontro alle volontà della vigilanza di Bankitalia. Però non tutti ci stanno a rinunciare ai diritti acquisiti.
La riunione a Milano
In una riunione nei primi mesi del 2009 a Milano, sottoscrittori che rappresentano circa l’otto per cento del Fresh si oppongono alle modifiche. Il Jabra Fund del finanziere libanese Philippe Jabra ottiene che sia firmata dal Monte dei Paschi una sorta di malleva, una lettera di “indemnity” alla JP Morgan e alla Bank of New York che ha formalmente emesso il Fresh. Se ci dovessero essere conseguenze negative a seguito delle decisioni di quella riunione, sarà il Monte a farvi fronte. Il rischio dell’impresa che Bankitalia voleva fosse attribuito ai possessori del Fresh (come Jabra) viene rimbalzato dal coriaceo libanese proprio su Mps. Chissà se Bankitalia ha ricevuto notizia da Mps della lettera che liberava dai rischi i sottoscrittori del Fresh. E cosa ha fatto l’organo di vigilanza per reagire all’aggiramento alle sue prescrizioni?
Questa è una delle questioni al centro dell’inchiesta della Procura di Siena che si lega con il secondo filone, quello sul “trucco del bilancio” 2009 realizzato da Giuseppe Mussari e Antonio Vigni mediante il contratto (scovato nella cassaforte tre anni dopo) siglato con Nomura.
Il centesimo di Mussari
Proprio nel 2009, subito dopo la modifica alle regole del bond per impedire di distribuire la cedola sul Fresh senza dividendi , accade una cosa più unica che rara: Mps distribuisce solo un centesimo e solo alle azioni di risparmio. Sembra una pernacchia agli uomini di Mario Draghi e del suo vice Annamaria Tarantola. Ma nessuno pare accorgersi che la distribuzione di poche centinaia di migliaia di euro agli azionisti di risparmio fa scattare la cedola sul Fresh da un miliardo. La Fondazione MPS può mettere a bilancio più di venti milioni di euro. E anche Jabra è accontentato: Mps non dovrà pagare la sua cedola come si era impegnata a fare con la lettera di “indemnity”. Tutti sono contenti.
Il bilancio ritoccato
Peccato che oggi si scopre come è stato possibile chiudere quell’anno il bilancio in utile e quindi distribuire il dividendo da un centesimo e quindi pagare decine di milioni alle Fondazioni, a Jabra e agli altri ignoti e misteriosi detentori del Fresh. Mussari aveva concordato con Nomura un’operazione per nascondere le perdite del derivato Alexandria. La banca giapponese comprava Alexandria a un prezzo alto e fuori mercato e in cambio Mussari si impegnava (con tanto di telefonata registrata a futura memoria) a comprare da Nomura alcuni derivati su titoli di Stato con scadenza lunghissima a prezzi fuori mercato, stavolta a sfavore di Mps. Uno scambio tra un vantaggio immediato sul bilancio 2009 e uno svantaggio più pesante per Mps, ma spalmato sui bilanci a venire. Banca d’Italia, che già doveva insospettirsi di fronte a un dividendo ridicolo alle sole azioni di risparmio nel 2009, avrebbe dovuto reagire a maggior ragione nel 2010.
L’ispezione
Da maggio a novembre i suoi ispettori scoprono che “alcuni investimenti a lungo termine finanziati con repo di pari scadenza presentano profili di rischio non adeguatamente controllati, …. si sono determinati consistenti assorbimenti di liquidità (oltre 1,8 miliardi di euro) riferiti a due operazioni, del complessivo importo nominale di 5 miliardi stipulate con No-mura Plc”, si legge nel verbale pubblicato da Linkiesta.it. Bankitalia quindi da un lato sa che Mps ha un disperato bisogno di distribuire un utile nel 2009. Dall’altro vede nei conti della banca le operazioni realizzate a prezzi “fuori mercato” per nascondere le perdite di Alexandria e truccare il bilancio del 2009. Ma non fa due più due e non prende provvedimenti. La Procura dovrà stabilire se si è trattato solo di disattenzione o di altro.
da Il Fatto Quotidiano del 29 gennaio 2013
Economia & Lobby
Monte dei Paschi, così Bankitalia ha chiuso gli occhi davanti ai conti
Dopo l'acquisto di Antonveneta il Monte dei Paschi ha fatto di tutto per far sparire le perdite. E gli ispettori dell'istituto diretto da Mario Draghi lo sapevano
La Banca d’Italia, allora diretta dal presidente della Bce Mario Draghi, nel 2010 aveva gli elementi per capire che i conti di Monte Paschi di Siena erano truccati. O almeno molto sospetti. Sarà pur vero che “la vera natura di alcune operazioni riguardanti il Monte dei Paschi di Siena riportate dalla stampa [cioé dal Fatto, ndr] è emersa solo di recente, a seguito del rinvenimento di documenti tenuti celati all’autorità di Vigilanza e portati alla luce dalla nuova dirigenza di Mps”, come ha comunicato Bankitalia pochi giorni fa. E sarà pur vero che il contratto con Nomura sul derivato Alexandria che nascondeva un buco di almeno 220 milioni è stato nascosto nella cassaforte dell’ex direttore generale Antonio Vigni dal 2009 fino al 10 ottobre 2012. Ma è anche vero che la Banca d’Italia aveva davanti ai suoi occhi una sequenza di fotogrammi nitidi che formavano un film. Ma nessuno ha voluto capirne la vera trama.
Il miliardo per Antonveneta
Prima scena: l’acquisizione di Antonveneta. Per arrivare ai 10 miliardi richiesti dal Banco Santander, Mps chiede ai suoi amici di sottoscrivere anche un miliardo di obbligazioni convertibili in azioni. È il F.R.E.S.H. (Floating Rate Equity-linked Subordinated Hybrid Preferred Securities) sottoscritto per 490 milioni dalla Fondazione Mps, per 15 milioni di euro dalla Fondazione di Piacenza, per 30 milioni dalla Fondazione Cariparo e il resto da investitori istituzionali. Il Fresh si converte in azioni ma garantisce una cedola lorda pari al 4,25 per cento più il tasso Euribor: nel 2008 si arriva al 10 per cento. Per Mussari raccogliere il miliardo mediante le obbligazioni ibride Fresh presenta un vantaggio non da poco: può considerare quei soldi come se fosse capitale della banca perché se la banca non fa utili, gli obbligazionisti non incassano la cedola.
Ai tempi dell’acquisto di Antonveneta, nel 2008, Mussari dichiara trionfante che vede la possibilità di fare 700 milioni di euro di utile nel 2009 e tutti sono tranquilli. Poi c’è il crollo dei mercati con il crack Lehman e i nodi vengono al pettine. Al 31 dicembre 2009 Mussari e Vigni si trovano stretti in una tenaglia: da un lato Bankitalia chiede di rafforzare il rischio del bond. Se Mps vuole considerare quel miliardo come capitale, il FRESH deve distribuire la cedola non quando la banca realizza l’utile ma quando lo realizza e lo distribuisce. Mussari non è in grado di chiedere altri soldi al mercato e così il Fresh viene modificato dal suo emittente, JP Morgan, per andare incontro alle volontà della vigilanza di Bankitalia. Però non tutti ci stanno a rinunciare ai diritti acquisiti.
La riunione a Milano
In una riunione nei primi mesi del 2009 a Milano, sottoscrittori che rappresentano circa l’otto per cento del Fresh si oppongono alle modifiche. Il Jabra Fund del finanziere libanese Philippe Jabra ottiene che sia firmata dal Monte dei Paschi una sorta di malleva, una lettera di “indemnity” alla JP Morgan e alla Bank of New York che ha formalmente emesso il Fresh. Se ci dovessero essere conseguenze negative a seguito delle decisioni di quella riunione, sarà il Monte a farvi fronte. Il rischio dell’impresa che Bankitalia voleva fosse attribuito ai possessori del Fresh (come Jabra) viene rimbalzato dal coriaceo libanese proprio su Mps. Chissà se Bankitalia ha ricevuto notizia da Mps della lettera che liberava dai rischi i sottoscrittori del Fresh. E cosa ha fatto l’organo di vigilanza per reagire all’aggiramento alle sue prescrizioni?
Questa è una delle questioni al centro dell’inchiesta della Procura di Siena che si lega con il secondo filone, quello sul “trucco del bilancio” 2009 realizzato da Giuseppe Mussari e Antonio Vigni mediante il contratto (scovato nella cassaforte tre anni dopo) siglato con Nomura.
Il centesimo di Mussari
Proprio nel 2009, subito dopo la modifica alle regole del bond per impedire di distribuire la cedola sul Fresh senza dividendi , accade una cosa più unica che rara: Mps distribuisce solo un centesimo e solo alle azioni di risparmio. Sembra una pernacchia agli uomini di Mario Draghi e del suo vice Annamaria Tarantola. Ma nessuno pare accorgersi che la distribuzione di poche centinaia di migliaia di euro agli azionisti di risparmio fa scattare la cedola sul Fresh da un miliardo. La Fondazione MPS può mettere a bilancio più di venti milioni di euro. E anche Jabra è accontentato: Mps non dovrà pagare la sua cedola come si era impegnata a fare con la lettera di “indemnity”. Tutti sono contenti.
Il bilancio ritoccato
Peccato che oggi si scopre come è stato possibile chiudere quell’anno il bilancio in utile e quindi distribuire il dividendo da un centesimo e quindi pagare decine di milioni alle Fondazioni, a Jabra e agli altri ignoti e misteriosi detentori del Fresh. Mussari aveva concordato con Nomura un’operazione per nascondere le perdite del derivato Alexandria. La banca giapponese comprava Alexandria a un prezzo alto e fuori mercato e in cambio Mussari si impegnava (con tanto di telefonata registrata a futura memoria) a comprare da Nomura alcuni derivati su titoli di Stato con scadenza lunghissima a prezzi fuori mercato, stavolta a sfavore di Mps. Uno scambio tra un vantaggio immediato sul bilancio 2009 e uno svantaggio più pesante per Mps, ma spalmato sui bilanci a venire. Banca d’Italia, che già doveva insospettirsi di fronte a un dividendo ridicolo alle sole azioni di risparmio nel 2009, avrebbe dovuto reagire a maggior ragione nel 2010.
L’ispezione
Da maggio a novembre i suoi ispettori scoprono che “alcuni investimenti a lungo termine finanziati con repo di pari scadenza presentano profili di rischio non adeguatamente controllati, …. si sono determinati consistenti assorbimenti di liquidità (oltre 1,8 miliardi di euro) riferiti a due operazioni, del complessivo importo nominale di 5 miliardi stipulate con No-mura Plc”, si legge nel verbale pubblicato da Linkiesta.it. Bankitalia quindi da un lato sa che Mps ha un disperato bisogno di distribuire un utile nel 2009. Dall’altro vede nei conti della banca le operazioni realizzate a prezzi “fuori mercato” per nascondere le perdite di Alexandria e truccare il bilancio del 2009. Ma non fa due più due e non prende provvedimenti. La Procura dovrà stabilire se si è trattato solo di disattenzione o di altro.
da Il Fatto Quotidiano del 29 gennaio 2013
Il potere dei segreti
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Obiettivo ottavi di finale, quasi, raggiunto per l'Inter. La vittoria di Praga contro lo Sparta avvicina infatti la qualificazione ai nerazzurri, già certi dei playoff, e vittoriosi in Repubblica Ceca 1-0 grazie al bel gol di Lautaro Martinez nel primo tempo. Ora Inzaghi sale al quarto posto in classifica a quota 16 punti, mentre lo Sparta Praga rimane a 4, eliminato.
L'Inter riesce a sbloccare il match già al 12' grazie al bel gol di Lautaro Martinez, che calcia al volo su assist di Bastoni e firma l'1-0 nerazzurro. Lo Sparta Praga è confuso ma la squadra di Inzaghi non riesce ad approfittarne: Asllani non sfrutta un grossolano errore in uscita dei cechi, mentre Barella ci prova da fuori area senza riuscire a inquadrare la porta. L'unica occasione dei padroni di casa arriva con Birmancevic, ma il suo tiro viene bloccato facilmente da Sommer.
Nella ripresa l'Inter trova il raddoppio al 59' con Dumfries, rapido a segnare in tap-in dopo il tentativo parato di Lautaro, ma l'arbitro annulla per un fuorigioco a inizio azione di Dimarco. Proprio l'esterno nerazzurro ci prova da fuori area, ma senza centrare la porta, mentre Lautaro sfiora la doppietta ma trova ancora una volta la parata del portiere avversario. Nel finale è Frattesi, appena entrato in campo, ad avere una buona occasione, ma anche lui si scontra con il riflesso provvidenziale di Vindahl. Termina quindi 1-0 per l'Inter a Praga.
Palermo, 22 gen. (Adnkronos) - Sarà 'Confini' il tema della 15esima edizione di Taobuk-Taormina International Book Festival, ideato e diretto da Antonella Ferrara, che si terrà dal 18 al 22 giugno 2025. Sul concept prescelto si confronteranno oltre 200 scrittori, artisti, scienziati, intellettuali, politici ed economisti, provenienti da più di 30 Paesi nel mondo, chiamati ad animare la manifestazione realizzata con il sostegno della Regione Siciliana, Assessorato del Turismo, Sport e Spettacolo, e con il contributo di Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Città di Taormina, Parco Archeologico Naxos Taormina, Fondazione Taormina Arte Sicilia, Ministero della Cultura, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, Rappresentanza in Italia del Parlamento Europeo, ENIT - Agenzia Nazionale del Turismo, Teatro Massimo Bellini di Catania, Fondazione Taormina Arte Sicilia, Fondazione Palazzo Strozzi, Università degli Studi di Messina, Università degli Studi di Catania.
Come sottolinea Antonella Ferrara, presidente e direttrice artistica di Taobuk: “I confini, fisici e geografici, ma anche ideali ed esistenziali, segnano la nostra esperienza come individui e come collettività. Non si possono configurare esclusivamente come semplici linee di separazione, ma rappresentano luoghi di confronto e scoperta, spazi di passaggio dove l’io incontra il tu, il noto si confronta con l’ignoto, e la diversità diventa risorsa. Troppo spesso, però, li interpretiamo come mura invalicabili, che difendono un’identità percepita come fragile o minacciata. Invece di essere corridoi verso l’altro, vengono sovente eretti come demarcazioni isolanti, linee che separano ciò che è familiare da ciò che non lo è, alimentando diffidenza e paura. Ma un confine non si può ridurre a ciò che si contrappone: è anche e soprattutto ciò che collega. È dunque un invito a uscire dal proprio perimetro per accogliere il diverso, comprendere il nuovo, costruire ponti.”
I prestigiosi Taobuk Award saranno assegnati, come ogni anno, a personalità di altissimo profilo letterario, artistico, scientifico o dell’impegno civile, coerentemente con la vocazione multidisciplinare del festival e con la missione di farsi osservatorio della società attraverso un dialogo permanente con i protagonisti di un villaggio sempre più globale. La consegna avverrà nella serata di sabato 21 giugno al Teatro Antico di Taormina nel corso del Taobuk Gala, uno spettacolo che andrà in onda, come di consueto, su Rai1. Particolarmente attesi gli scrittori Peter Cameron, Joe R. Lansdale e Susanna Tamaro, tra gli assegnatari del Taobuk Award for Literary Excellence.
Taobuk farà da cornice ad una serie di iniziative volte a celebrare i 50 anni dalla prima edizione di “Horcynus Orca”, capolavoro di Stefano D’Arrigo, in collaborazione con la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, presieduta da Luca Formenton e diretta da Paolo Verri. Un progetto ambizioso e articolato che attraversa tutto il Paese, dando vita ad un fitto calendario che vedrà la realizzazione di una mostra, uno spettacolo e un’importante opera di digitalizzazione. Si tratta di un anniversario che si lega profondamente al motivo conduttore di questa edizione del Festival. Molteplici i confini che il protagonista ‘Ndrja Cambria dovrà varcare. L’iniziativa coinvolgerà anche l’editore Rizzoli, che sta ripubblicando le opere dello scrittore, per approdare poi nelle scuole di Sicilia, Calabria Piemonte e Lombardia con oltre 1000 copie distribuite agli studenti, coinvolti in un lavoro di lettura e commento del testo, i cui risultati saranno presentati al Salone del Libro di Torino e a Taobuk, dove le classi più meritevoli vinceranno un soggiorno. Un risvolto non secondario verrà, infine, dalla digitalizzazione dei principali documenti relativi alla vicenda editoriale di “Horcynus Orca”, grazie alla collaborazione con l’Università degli Studi di Milano e di Pavia. Infine, domenica 22 Giugno nella cornice del Teatro Antico di Taormina, il festival accoglierà un suggestivo spettacolo, tra musica e parole, affidato alla regia di Davide Livermore, a cui spetterà di evocare i suggestivi brani del romanzo di D’Arrigo.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - "Le persone vogliono sentirsi sicure nelle loro città, nelle loro case. Ma l'approccio della destra è sbagliato perchè non basta rafforzare i presidi delle forze dell'ordine, che neanche fanno perchè non ci mettono soldi e mandano poliziotti a fare la guardia ai centri migranti vuoti in Albania, servono presidi sociali e educativi e anche la questione del cambiamenti climatico è una questione di sicurezza". Lo dice Elly Schlein all'evento 'Chi non si ferma é perduto' sui cambiamenti climatici, organizzato dai senatori Pd in collaborazione con Deputati Pd e Fondazione Demo, alla Sala Koch al Senato.
Milano, 22 gen. (Adnkronos) - "Come ogni anno, Samsung presenta il nuovo flagship: Samsung Galaxy S25. Lo scorso anno, con Galaxy S24, abbiamo introdotto per la prima volta l’intelligenza artificiale sugli smartphone e quest’anno, con la nuova serie, facciamo un ulteriore balzo in avanti, riuscendo a dare all’intelligenza artificiale una connotazione ancora più fluida, semplice e, direi, conversazionale”. Lo spiega ai microfoni dell’Adnkronos Nicolò Bellorini Vice President Mobile eXperience division di Samsung Electronics Italia, in occasione di Samsung Galaxy Unpacked 2025, l’evento con cui l’azienda sudcoreana presenta la nuova serie di smartphone Samsung Galaxy.
Questa rivoluzione nel mondo degli smartphone AI è resa possibile da diverse innovazioni, la multimodalità in primis, come sottolinea Bellorini: “Samsung Galaxy S25 è in grado di capire perfettamente il contesto nel quale avvengono le richieste, perché comprende voce, video, suoni, testi, file Pdf e qualunque altra cosa. La seconda innovazione importante è la potenza degli agenti AI, che consente a S25 di performare task complessi, che possono andare anche da un’app all’altra”.
I più recenti top di gamma di Samsung portano infatti le capacità di Galaxy AI a un livello superiore, con un’elaborazione AI avanzata direttamente sul dispositivo, migliorando ulteriormente il comparto fotografico leader del settore Galaxy grazie a ProVisual Engine di nuova generazione e offrendo prestazioni eccezionali grazie al processore Qualcomm Snapdragon 8 Elite per Galaxy.
La nuova serie Galaxy S25 stabilisce così un nuovo standard per l’AI mobile, garantendo l’esperienza mobile più naturale e consapevole mai raggiunta, e rappresenta il primo passo nella visione di Samsung di cambiare il modo in cui gli utenti interagiscono con i loro smartphone e con il mondo che li circonda.
“Come l’anno scorso, sono tre i modelli disponibili, Galaxy S25 Ultra, Galaxy S25+ e Galaxy S25, con vari tagli di memoria - conclude il Vice President Mobile eXperience division di Samsung Electronics Italia - da 128Gb fino 1Tb, tutti con 12Gb di Ram”.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - "Quale è la visione del governo Meloni di fronti ai cambiamenti climatici? E' semplice, basta fare così". Lo dice Elly Schlein tappandosi gli occhi all'evento 'Chi non si ferma é perduto' sui cambiamenti climatici, organizzato dai senatori Pd in collaborazione con Deputati Pd e Fondazione Demo, alla Sala Koch al Senato. "Come facevamo da bambini, quando c'era qualcosa che ci faceva paura. Ma il prezzo della non conversione, del non affrontare i cambiamenti climatici è molto più costoso che farlo".
"Quanta competitività perdono le aziende italiane rispetto" ad altri Paesi dove si investe in rinnovabili? Ma "il governo non se ne occupa. Questi sono invece gli obiettivi che ci stiamo dando in vista della Cop 30" in Brasile.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - "La Lega di Matteo Salvini non perde tempo e scavalca a destra Giorgia Meloni, sempre più legata all'internazionale nera, annunciando la decisione di aprire il dibattito per dire stop all'adesione dell'Italia dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Questa posizione, ispirata all'analogo passo compiuto ieri da Donald Trump, rappresenterebbe un grave segnale di isolamento dell'Italia a livello internazionale e dai principali organismi impegnati nella tutela della salute globale". Così Angelo Bonelli co-portavoce di Europa Verde e parlamentare di Avs.
"L'Oms non è solo un'istituzione scientifica di riferimento, ma un baluardo nella lotta contro pandemie, malattie croniche e disuguaglianze sanitarie in Africa e nei Paesi più poveri. Quando, a metà del XIX secolo, la peste, il colera e la febbre gialla hanno scatenato ondate mortali in un mondo appena industrializzato e interconnesso, l’adozione di un approccio globale alla salute è diventata un imperativo. Medici, scienziati, presidenti e primi ministri convocarono con urgenza la Conferenza Sanitaria Internazionale di Parigi nel 1851, un precursore di quella che oggi è la più grande del suo genere: l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nota come Oms. In mezzo alle crisi, ai conflitti, alla continua minaccia di epidemie e ai cambiamenti climatici, l’Oms ha reagito: dalle guerre a Gaza, in Sudan e in Ucraina fino a garantire l’arrivo di vaccini e forniture mediche salvavita in aree remote o pericolose, svolgendo un ruolo fondamentale di indirizzo nel rispondere all'emergenza Covid-19".
"La Lega dimostra ancora una volta un approccio irresponsabile, che antepone logiche ideologiche e sovraniste al benessere dei cittadini. Interrompere la nostra adesione all'Oms significa rinunciare a strumenti essenziali di coordinamento globale, scambio di conoscenze e accesso a risorse indispensabili per affrontare emergenze sanitarie. Andrebbero ignorati: ma siccome governano il Paese è bene sapere cosa pensano di questa folle proposta il Ministro della salute Schillaci, la premier Giorgia Meloni e la maggioranza di destra che sostiene il suo governo" conclude Bonelli.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - L'Istituto per il Credito Sportivo e Culturale ('Icsc') torna per la seconda volta sul mercato delle emissioni Esg portando a termine con straordinario successo il collocamento di un prestito obbligazionario Social unsecured senior preferred dedicato al supporto di investimenti ad elevato impatto nei settori Sport e Cultura, riservato agli investitori istituzionali.
L’operazione ha registrato ordini complessivi per circa 2 miliardi di euro, pari a oltre 6 volte l’offerta iniziale. L’emissione ha visto la partecipazione di un’ampia platea di sottoscrittori nazionali ed esteri per il 45%, in particolare Germania/Austria (24%), a dimostrazione del crescente interesse degli investitori per il settore delle infrastrutture sociali in Italia.
Il prestito obbligazionario, con scadenza a cinque anni e cedola a tasso fisso annua del 3,50%, costituisce la prima emissione a valere sul programma Emtn (Euro Medium Term Note) da 1 miliardo di euro pubblicato il 19 dicembre 2024, la seconda per Icsc dopo l’emissione stand alone del 2022. Il rating del Social Bond è stimato in linea con quelli assegnati alla Banca dalle agenzie S&P e DBRS, rispettivamente pari a BBB- (Stable) e BBB (Positive).
I proventi dell’emissione saranno utilizzati per sostenere investimenti ad elevato impatto sociale nei settori Sport e Cultura, in linea con la missione dell’Istituto e gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
“L’emissione del nuovo Social Bond riflette il crescente impegno di Icsc sul fronte della finanza sostenibile, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo dei settori Sport e Cultura. La straordinaria domanda da parte degli investitori istituzionali conferma la fiducia dei mercati nei confronti di Icsc, riconoscendone la consolidata capacità di mobilitare capitali a lungo termine secondo principi di sostenibilità, responsabilità e inclusione sociale, equità intergenerazionale. Lo Sport e la Cultura rappresentano in misura crescente asset class in grado di generare significative opportunità di investimento a impatto, creando valore economico e sociale, reale e duraturo per il Paese", ha commentato l’Amministratore Delegato Antonella Baldino.
Il bond, ammesso alla negoziazione presso il mercato regolamentato della Borsa del Lussemburgo, è stato emesso a valere sul Social Bond Framework di Icsc, pubblicato nel luglio 2022, che ha ottenuto una favorevole Second Party Opinion rilasciata da Iss Corporate Solutions, confermando l’allineamento agli Icma Principles e la robustezza degli Eligibility Criteria.
Imi-Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco Santander e Morgan Stanley hanno agito in qualità di Joint Lead Managers del collocamento.