“Come ha potuto paragonare la sua piccola figura di magistrato a quella di Giovanni Falcone? Tra i due la distanza si misura in milioni di anni luce. Si vergogni”. Così il procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini ha risposto – con una replica affidata al Tg de La7 di Enrico Mentana – al paragone che Antonio Ingroia aveva sollevato due giorni fa, dopo l’inaugurazione dell’anno giudiziario. Mai vicini, spesso anzi su piani contrapposti, i due magistrati sono sempre stati diametralmente opposti nel rapporto con i media. Schiva lei, molto presente lui, al punto da attirare diverse critiche, sia nel suo ruolo di magistrato a Palermo che nella decisione di scendere in politica alla testa di Rivoluzione civile. Proprio le critiche alla scelta politica, pochi giorni fa, avevano spinto Ingroia alla replica e al paragone con il magistrato ucciso dalla mafia nel 1992.
“Le battute e le velate critiche espresse da alcuni magistrati – aveva detto Ingroia – per la mia decisione di candidarmi sono un copione che si ripete. Fu così anche per Giovanni Falcone. Ma a Pietro Grasso nessuno dice nulla: la cosa mi sorprende”. “L’unica spiegazione che posso dare – aveva aggiunto il leader di Rivoluzione civile – è che ho detto sempre quello che pensavo anche affrontando critiche, criticando a mia volta la magistratura associata e gli alti vertici della magistratura. E’ successo anche ad altri più importanti e autorevoli magistrati, a cominiciare da Giovanni Falcone. Forse non è un caso – aveva chiosato – che quando iniziò la sua attività di collaborazione con la politica le critiche peggiori giunsero dalla magistratura. E’ un copione che si ripete”.