Anche Mario Monti ha il suo “impresentabile“. La denuncia arriva da Francesco Forgione, capolista di Sel in Senato in Sicilia ed ex presidente della Commissione parlamentare antimafia. Forgione si riferisce a “Ugo Di Martino, di origini siciliane, ma legato ai calabresi, già candidato del Pdl, il cui nome oggi è inserito nella lista del Maie, l’Associazione degli italiani in Sudamerica, che sostiene appunto Mario Monti”.

Forgione ha raccontato la storia di Di Martino nel suo ultimo libro, Porto Franco. “Ricostruendo gli affari fra Marcello Dell’Utri, il latitante Aldo Miccichè, oggi agli arresti domiciliari, inseguito da un mandato di cattura internazionale nell’ambito di un’inchiesta sugli affari del clan Piromalli in Italia e all’estero, e Ugo Di Martino – aggiunge – tutto avrei pensato, tranne che trovare quest’ultimo nella lista Monti in Sudamerica”.

Ugo Di Martino appare molto legato a Micciché, uomo a sua volta in contatto diretto con la cosca Piromalli della Piana di Gioia Tauro, una delle più potenti della mafia calabrese.  Tanto che Micciché gli aveva chiesto di marcare stretto Fausto Bertinotti, allora presidente della Camera, nel corso di una sua visita ufficiale in Venezuela, per evitare che l’ex leader di Rifondazione comunista interferisse con le sue manovre politiche legate al voto degli italiani all’estero e con li affari del settore gas che interessavano Dell’Utri. Tramite Miccichè, il senatore del Pdl era costantemente informato degli sviluppi riportati dall’attuale candidato montiano. 

“Sono gli stessi protagonisti delle schede bruciate nelle elezioni 2006″, conclude Forgione. “Di Martino, prima candidato di Mastella, poi di Berlusconi, adesso di Monti, evidentemente ha un pacchetto di voti da offrire sul mercato in maniera trasversale. E questo, conoscendo la gente che gli sta attorno, non è rassicurante”.

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