La prima relazione sulla nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo della Commissione Parlamentare Antimafia uscì nel dicembre del ’93.
La N.C.O. era un’associazione per delinquere di stampo mafioso che per la sua caratteristica “parastatale” otteneva diffusi consensi affermandosi grazie anche una solida frequentazione del potere politico locale.
Vent’anni dopo, la camorra è ritenuta al pari della ‘ndrangheta la mafia più potente della penisola.
L’altra sera a Servizio Pubblico, è andato in onda un pezzo sull’onorevole Luigi Cesaro.
Nel carcere di Terni, in cui Raffaele Cutolo “O Prufessore” è rinchiuso in regime di 41 bis, in quello in cui anche un colpo di tosse del detenuto viene registrato, gli agenti avevano intercettato un colloquio tra il boss e la nipote. Nel corso della conversazione viene fuori anche il nome di Cesaro.
La donna sta cercando lavoro per il fratello e Cutolo le consiglia di rivolgersi all’onorevole del Pdl, amico di Silvio Berlusconi, che gli deve a sua volta dei favori.
Ma come può Raffaele Cutolo, una vita trascorsa in carcere, essere così certo di poter avere ancora udienza presso uomini che vivono dall’altra parte delle mura del penitenziario che lo ospita?
L’inviato di Servizio Pubblico, Claudio Pappaianni, insegue l’onorevole per la strada e lo incalza, gli chiede di spiegare i suoi rapporti con il boss: “Sei uno scostumato”, gli sibila un infastidito Cesaro.
Ma facciamo un passo indietro.
Raffaele Cutolo esce una prima volta dal carcere di Poggioreale nel 1970, erano scaduti i termini di custodia cautelare in un procedimento penale in cui era accusato di omicidio. In carcere Cutolo non era stato con le mani in mano e aveva intrecciato rapporti utili con altri malavitosi avendo in mente, una volta uscito, una più moderna “ragione sociale” per la camorra. E’ di quegli anni la nascita della N.C.O, nuova camorra organizzata.
In tutte le storie di grandi boss della criminalità organizzata c’è sempre una “grande” storia imprenditoriale destinata all’epos criminale: se solo esistessero i diritti d’autore per i mafiosi, oggi vivrebbero di rendita grazie alle royalties della Siae; Fabrizio De André scrisse una canzone intitolata a “Don Raffaè”.
Raffaele Cutolo della sua N.C.O. era lo “Chief Executive Officer”, colui che prendeva le decisioni più importanti, a capo di un “consiglio di amministrazione” costituito da affiliati con incarichi assegnati secondo un rigoroso ordine gerarchico.
La “società” fondata da Cutolo si articolava in vari settori di attività: usura, estorsioni, gioco d’azzardo, truffe, furti, spaccio e di un sistema mutualistico. Gli utili venivano divisi tra gli affiliati ed era stato istituito un fondo cassa comune per pagare le spese per il mantenimento delle famiglie dei detenuti, le scuole dei loro figli e le parcelle degli avvocati.
Raffaele Cutolo passò la sua vita criminale tra la latitanza e il carcere, ma anche dietro le sbarre era in grado di mantenere il comando della sua “holding”. Un ruolo fondamentale lo ebbe la sorella Rosetta, che continuò per anni a gestire gli affari della famiglia e organizzare il “Cda” della nuova camorra: l’unica soluzione per il completo isolamento di Raffaele Cutulo doveva essere il carcere di massima sicurezza dell’Asinara, pensò l’allora Presidente Pertini.
Fu così che Pasquale Scotti, fedelissimo di Cutolo e soprannominato “Pasqualino ‘o collier”, come il monile prezioso che lo stesso regalò alla moglie del capo, decise di assumere le redini della nuova camorra organizzata ma il suo progetto naufragò con il suo arresto.
All’epoca venne arrestato anche Luigi Cesaro, appartenente ad una nota famiglia di costruttori, chiamato in causa da due pentiti di camorra, Marra e D’Amico, che lo avevano indicato come il portalettere della famiglia Cutolo, quello che consegnava i pizzini a Pasquale Scotti durante la latitanza di quest’ultimo.
La storia processuale di Cesaro si concluse bene; dopo la prima condanna a 5 anni, venne assolto in secondo e terzo grado.
Cesaro dichiarò essere stato vittima di ripetute estorsioni da parte di Pasqualino e di essere stato costretto a chiedere l’intervento di Rosetta Cutolo presso il “delfino” di Don Raffaele facendogli avere una lettera di “raccomandazione” nella quale Rosetta ordinava che cessassero le azioni nei confronti della famiglia Cesaro. Ma “Pasqualino ‘o collier,” quando venne arrestato decise di raccontare la sua verità e venne fuori tutt’altra storia, quella raccontata nell’articolo del Fatto del 9 gennaio di Claudio Pappaianni.
L’assoluzione di Cesaro con sentenza definitiva lasciava comunque sospesa una domanda: come mai, invece di denunciare alla polizia le continue estorsioni che diceva di subire, il nostro politico si rivolse a Rosetta Cutolo? E come mai ancora di recente, siamo nel 2011, Raffaele Cutolo consiglia la nipote di rivolgersi all’onorevole Luigi Cesaro per un posto di lavoro?
Ricordo una strofa del brano musicale “Don Raffaè” che fa così: “A proposito tengo ‘no frate che da quindici anni sta disoccupato chill’ha fatto cinquanta concorsi novanta domande e duecento ricorsi voi che date conforto e lavoro Eminenza vi bacio v’imploro…”
Davide Grassi
Avvocato penalista
Cronaca - 10 Febbraio 2013
Don Raffaè: il boss Cutolo, la nipote disoccupata e l’On. Cesaro
La prima relazione sulla nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo della Commissione Parlamentare Antimafia uscì nel dicembre del ’93.
La N.C.O. era un’associazione per delinquere di stampo mafioso che per la sua caratteristica “parastatale” otteneva diffusi consensi affermandosi grazie anche una solida frequentazione del potere politico locale.
Vent’anni dopo, la camorra è ritenuta al pari della ‘ndrangheta la mafia più potente della penisola.
L’altra sera a Servizio Pubblico, è andato in onda un pezzo sull’onorevole Luigi Cesaro.
Nel carcere di Terni, in cui Raffaele Cutolo “O Prufessore” è rinchiuso in regime di 41 bis, in quello in cui anche un colpo di tosse del detenuto viene registrato, gli agenti avevano intercettato un colloquio tra il boss e la nipote. Nel corso della conversazione viene fuori anche il nome di Cesaro.
La donna sta cercando lavoro per il fratello e Cutolo le consiglia di rivolgersi all’onorevole del Pdl, amico di Silvio Berlusconi, che gli deve a sua volta dei favori.
Ma come può Raffaele Cutolo, una vita trascorsa in carcere, essere così certo di poter avere ancora udienza presso uomini che vivono dall’altra parte delle mura del penitenziario che lo ospita?
L’inviato di Servizio Pubblico, Claudio Pappaianni, insegue l’onorevole per la strada e lo incalza, gli chiede di spiegare i suoi rapporti con il boss: “Sei uno scostumato”, gli sibila un infastidito Cesaro.
Ma facciamo un passo indietro.
Raffaele Cutolo esce una prima volta dal carcere di Poggioreale nel 1970, erano scaduti i termini di custodia cautelare in un procedimento penale in cui era accusato di omicidio. In carcere Cutolo non era stato con le mani in mano e aveva intrecciato rapporti utili con altri malavitosi avendo in mente, una volta uscito, una più moderna “ragione sociale” per la camorra. E’ di quegli anni la nascita della N.C.O, nuova camorra organizzata.
In tutte le storie di grandi boss della criminalità organizzata c’è sempre una “grande” storia imprenditoriale destinata all’epos criminale: se solo esistessero i diritti d’autore per i mafiosi, oggi vivrebbero di rendita grazie alle royalties della Siae; Fabrizio De André scrisse una canzone intitolata a “Don Raffaè”.
Raffaele Cutolo della sua N.C.O. era lo “Chief Executive Officer”, colui che prendeva le decisioni più importanti, a capo di un “consiglio di amministrazione” costituito da affiliati con incarichi assegnati secondo un rigoroso ordine gerarchico.
La “società” fondata da Cutolo si articolava in vari settori di attività: usura, estorsioni, gioco d’azzardo, truffe, furti, spaccio e di un sistema mutualistico. Gli utili venivano divisi tra gli affiliati ed era stato istituito un fondo cassa comune per pagare le spese per il mantenimento delle famiglie dei detenuti, le scuole dei loro figli e le parcelle degli avvocati.
Raffaele Cutolo passò la sua vita criminale tra la latitanza e il carcere, ma anche dietro le sbarre era in grado di mantenere il comando della sua “holding”. Un ruolo fondamentale lo ebbe la sorella Rosetta, che continuò per anni a gestire gli affari della famiglia e organizzare il “Cda” della nuova camorra: l’unica soluzione per il completo isolamento di Raffaele Cutulo doveva essere il carcere di massima sicurezza dell’Asinara, pensò l’allora Presidente Pertini.
Fu così che Pasquale Scotti, fedelissimo di Cutolo e soprannominato “Pasqualino ‘o collier”, come il monile prezioso che lo stesso regalò alla moglie del capo, decise di assumere le redini della nuova camorra organizzata ma il suo progetto naufragò con il suo arresto.
All’epoca venne arrestato anche Luigi Cesaro, appartenente ad una nota famiglia di costruttori, chiamato in causa da due pentiti di camorra, Marra e D’Amico, che lo avevano indicato come il portalettere della famiglia Cutolo, quello che consegnava i pizzini a Pasquale Scotti durante la latitanza di quest’ultimo.
La storia processuale di Cesaro si concluse bene; dopo la prima condanna a 5 anni, venne assolto in secondo e terzo grado.
Cesaro dichiarò essere stato vittima di ripetute estorsioni da parte di Pasqualino e di essere stato costretto a chiedere l’intervento di Rosetta Cutolo presso il “delfino” di Don Raffaele facendogli avere una lettera di “raccomandazione” nella quale Rosetta ordinava che cessassero le azioni nei confronti della famiglia Cesaro. Ma “Pasqualino ‘o collier,” quando venne arrestato decise di raccontare la sua verità e venne fuori tutt’altra storia, quella raccontata nell’articolo del Fatto del 9 gennaio di Claudio Pappaianni.
L’assoluzione di Cesaro con sentenza definitiva lasciava comunque sospesa una domanda: come mai, invece di denunciare alla polizia le continue estorsioni che diceva di subire, il nostro politico si rivolse a Rosetta Cutolo? E come mai ancora di recente, siamo nel 2011, Raffaele Cutolo consiglia la nipote di rivolgersi all’onorevole Luigi Cesaro per un posto di lavoro?
Ricordo una strofa del brano musicale “Don Raffaè” che fa così: “A proposito tengo ‘no frate che da quindici anni sta disoccupato chill’ha fatto cinquanta concorsi novanta domande e duecento ricorsi voi che date conforto e lavoro Eminenza vi bacio v’imploro…”
B.COME BASTA!
di Marco Travaglio 14€ AcquistaArticolo Precedente
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Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".