I giudici della Corte d’Appello di Milano hanno condannato gli ex vertici del Sismi Nicolò Pollari e Marco Mancini rispettivamente a 10 e 9 anni per il sequestro di Abu Omar. Gli altri imputati, tre 007, Luciano Di Gregorio, Giuseppe Ciorra e Raffaele Di Troia sono invece condannati a una pena di 6 anni. Alla lettura della sentenza Pollari si è detto “sconcertato” perché “è stata condannata una persona che tutti in Italia sanno essere innocente”. Pollari ha inoltre aggiunto: “Non voglio fare paragoni ma ricordo che anche Tortora fu condannato a 10 anni”. I giudici hanno anche stabilito un risarcimento a titolo di provvisionale a favore dell’ex imam, Abu Omar, di un milione di euro. Per la moglie invece la Corte ha stabilito una provvisionale di 500 mila euro. I danni riconosciuti all’ex imam e alla moglie, rappresentati dagli avvocati Scambia e Bauccio, dovranno essere liquidati in sede civile.
Pollari contesta le “strane modalità” di un processo d’appello durato “pochissimo”, “in cui tutte le richieste difensive sono state respinte e la sentenza è arrivata in pochissimi minuti di camera di consiglio malgrado la presenza del conflitto di attribuzione”. Il generale afferma che “il principio di leale collaborazione tra le parti è andato a ‘carte 48′”, nonostante anche il governo Monti abbia confermato la presenza del segreto di Stato “in modo ancora più esplicito che in precedenza”. Poi attacca: “Dopo questa sentenza mi chiedo: ‘i governi Prodi, Berlusconi e Monti sono stati dunque i miei complici? E se lo sono stati perché nessuno li interpella?”. In sua difesa interviene proprio Silvio Berlusconi che ‘considera “che sia folle comportarsi in questo modo da parte dei giudici e cioè disattendere il segreto di Stato”. Anche il suo legale, Nicola Madia, si è detto stupito: “Non ce l’aspettavamo, siamo sconcertati”. La condanna secondo la difesa, è stata pronunciata “nonostante il segreto di Stato sia stato apposto da tre diversi governi. Segreto che gli ha impedito di difendersi nel merito”. Concorde anche Luigi Panella, legale di Mancini convinto che il suo assistito è stato condannato in questo processo dove sono stati “utilizzati atti coperti da segreto”.
Il processo d’appello ‘bis’ agli ex vertici del Sismi è seguito alla sentenza della Cassazione dello scorso settembre che, oltre a condannare in via definitiva 23 agenti della Cia, aveva annullato con rinvio il proscioglimento per i cinque imputati ritenendo che la copertura del segreto di Stato era troppo ampia e parzialmente illegittima. Nei giorni scorsi anche il governo Monti, come quelli Berlusconi e Prodi, aveva confermato la posizione del segreto di Stato, e venerdì 8 febbraio la stessa presidenza del Consiglio ha sollevato conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato davanti alla Consulta contro la sentenza della Cassazione. I giudici della Corte d’Appello però non hanno ritenuto di dover sospendere il processo in attesa della decisione della Consulta e, dopo aver acquisito nelle scorse udienze alcuni atti su cui il governo aveva posto il segreto, hanno condannato tutti gli imputati, ribaltando le sentenze dei due precedenti gradi di giudizio che li avevano invece prosciolti.