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Ratzinger si è dimesso in latino e gratis

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Quel fulmine a ciel sereno (copyright, card. Sodano) sulla cupola di San Pietro è la foto della notizia del secolo seculorum. Cose così ne succedono una ogni sei secoli. E in Italia, mai.

Ora non vorrei mischiare il sacro col profano, ma io sono ateo e comunque laico convinto e dunque posso permettersi di giocare con le notizie. Dunque con soddisfazione, per restare al parlare latino, vi dico che meno male che ci ha pensato l’ultratradizionalista Joseph Ratzinger a toglierci dall’impiccio di questa stanchissima campagna elettorale, cancellandone in un attimo i sacri e stanchissimi riti: in poche e poco astruse o volgari parole (rivolte anche a chi non ha frequentato il classico o lo scientifico) ha azzerato le nostre angosce da par condicio di questa stanca campagna elettorale. E da buon prof teologo da Regensburg ha dato la sua ultima lezione in latinorum. Si è dimesso in latino.

Bisogna sapere che dalle mie parti, in Sicilia, quando uno chiede a un altro di  “parlare latino”, vuol dire che gli chiede di parlar chiaro. Da ora al 24 febbraio, potremo occuparci (urbi te orbi) di un gesto politicamente serio. Serissimo. Epocale. Dignitoso.

Ratzinger abbandona una delle poltrone più potenti e probabilmente la più influente del mondo in una lingua straniera e per sopraggiunti limiti di età, perché è stanco e non ha più parole da spendere, perché si vergogna del contesto nel quale ha esercitato il suo immenso potere. Se ne va con stile, trasgressivamente e con supremo disprezzo nei confronti di ciò che lo circonda. Lo fa senza chiedere nulla in cambio (e a chi poi, allo Spirito Santo?).

Ora, guardatevi intorno fuori dalle mura vaticane. Siamo circondati da gente vecchia che ha rubato, stuprato, malversato, a gente che è sotto processo per prostituzione minorile, falso in bilancio (depenalizzato), per concussione e corruzione, riciclaggio, appropriazione indebita, diffamazione gratuita.

Quest’uomo in fondo non ha colpe, è un intellettuale conservatore e bavarese, ma non si è mai definito (e lui avrebbe potuto a buon diritto farlo) unto dal Signore.

Ma dove lo trovate uno che si dimette gratis e non chiede nulla in cambio? E non pretende un seggio da qualche parte per garantirsi un passaporto per il paradiso?

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