Accolta la richiesta della Procura di Taranto. Il gip Patrizia Todisco ha infatti disposto il dissequestro e autorizzato la vendita dei prodotti finiti e semilavorati dell’Ilva. Il provvedimento sarà notificato il 15 febbraio all’azienda a Milano, dove si trova la sede legale. Le merci in questione sono pari a un milione e 700mila tonnellate prodotte nei mesi scorsi fra coils, tubi e lamiere, e sequestrate il 26 novembre nell’ambito degli ulteriori sviluppi dell’inchiesta. Il loro valore – secondo quanto accertato dai custodi giudiziari incaricati dalla Procura di fare una relazione tecnica – ammonta a 800 milioni mentre l’Ilva nelle settimane scorse aveva parlato di un miliardo.
Il dissequestro delle merci avvierà la vendita diretta che sarà gestita dagli stessi custodi giudiziari, i quali seguiranno l’ordine dei contratti stipulati dall’Ilva. Il ricavato, però, non andrà all’azienda, ma confluirà in un deposito che sarà utilizzato a fini di confisca nel momento in cui la vicenda si sarà chiusa e definita sotto il profilo processuale. La decisione della vendita diretta è stata presa dalla Magistratura a fronte del rischio di deterioramento delle merci che sono stoccate sui piazzali e nei magazzini del siderurgico. Il sì del gip segue il parere favorevole della Procura di Taranto. Nelle settimane scorse l’Ilva aveva chiesto un dissequestro vincolato delle merci, finalizzandone il ricavato al pagamento degli stipendi e all’attuazione dell’Aia, e facendo gestire il tutto al Garante dell’Aia. Questa proposta è stata però respinta sia dalla Procura che dal gip.