“Cosa tirerete fuori dal cilindro per il vostro amore domani? Che emozione!”. Lei, Reeva Steenkamp, la fidanzata di Oscar Pistorius, a festeggiare il giorno degli innamorati non ci è arrivata. E’ stata uccisa proprio dal suo compagno, l’atleta paralimpico sudafricano Oscar Pistorius, con quattro colpi di pistola di pistola. E il suo ultimo tweet, scritto ieri e dedicato al giorno di San Valentino, ora suona come un tragico scherzo. Come uno degli ultimi post sulla sua pagina Facebook intitolato “gioie dell’amore”: “E’ bello quando trovi qualcuno che sia innamorato della tua mente. Qualcuno che vuole parlare alla tua coscienza e far l’amore con i tuoi pensieri. Qualcuno che vuole guardarti mentre lentamente butti giù i muri che ti sei costruito e li lasci entrare”.
Tra le 100 donne più sexy del mondo, la ventinovenne Reeva era nata a Cape Town ma cresciuta a Port Elizabeth. Laureata in legge alla Nelson Mandela Metropolitan University, si era trasferita a Johannesburg per lavorare come modella e presentatrice. “Era una studentessa intelligente, motivata, gentile con tutti. Aveva un buon rapporto sia con i docenti che con i suoi coetanei”, ha raccontato il preside della sua scuola superiore, la St Dominic di Port Elizabeth. Ottimi voti, Reeva era anche impegnata in diversi sport, tra cui hockey e nuoto. “La famiglia è distrutta per la perdita della figlia”, ha aggiunto il preside. Dolore è stato espresso anche dall’agenzia per cui lavorava la modella, la “Capacity relations”, e dalla trasmissione “Tropika island of treasure” (una sorta di Isola dei Famosi sudafricano, ndr), di cui Reeva era una concorrente.
Appassionata di macchine e cucina, sul suo profilo Facebook si descriveva come “modella sudafricana, ragazza copertina per Fhm, concorrente del programma “Tropika island of treasure”, laureata in legge e ambasciatrice”. La fidanzata di Pistorius era infatti anche testimonial per una campagna contro gli stupri dedicata a Anene Boysen, una ragazza di 17 anni brutalmente violentata e poi morta di agonia a causa delle tremende ferite inferte. Solo quattro giorni prima di essere uccisa, Reeva a questo proposito aveva postato sulla sua pagina Facebook: “Stamattina mi sono svegliata in una casa sicura e felice. Non a tutti capita. Solleva la tua voce contro gli stupri in Sudafrica”.