“Dieci giorni di fuoco” prima di arrivare alle urne dove gli elettori del Movimento Cinque Stelle dovranno stare in guardia. Perché sì, secondo Beppe Grillo, bisogna temere brogli: “Ciucciare la matita che vi daranno al seggio – ha spiegato a Susa, nella prima tappa piemontese dello Tsunami Tour – perché è copiativa e si può cancellare, ascoltate questo consiglio”. Le immagini dell’accoglienza di Beppe Grillo a Susa, in quella valle ai piedi delle Alpi dove “Stato” e “anti sistema” sono in guerra per la realizzazione della Torino-Lione, è lo scenario ideale per dare il senso di come il seguito del leader dei Cinque Stelle sia cresciuto. Migliaia di persone sventolano le loro bandiere “No Tav”. Alberto Perino, capo storico del movimento, lo accoglie. E Grillo esordisce sul palco così: “Giù le bandiere, siamo tutti No Tav”.
Il blogger genovese non risparmia bordate al “sistema”. Nel suo mirino finisce anche il Vaticano. Interviene sulle dimissioni di Benedetto XVI: “Sta fallendo anche il Vaticano, l’ad è scomparso, lo tengono in ostaggio a Castel Gandolfo”. “E’ tedesco e i tedeschi quando non ce la fanno lasciano, non sono come il Celeste in Lombardia…”, aggiunge tra lo scherzoso ed il serio. “Ormai – prosegue – ci sono più cattolici in Africa che da noi, sarebbe giusto che il nuovo Papa lo scegliesse il miliardo di africani anziché mille vescovi di 70-80 anni”.
Grillo rilancia poi la proposta di privatizzare la Rai (“Perché le Rai devono essere tre? Ne basta una senza politici e senza pubblicità, le altre le vendiamo”). Ma ne ha anche per Berlusconi (“Deve dare indietro le tre concessioni televisive che gli ha dato Craxi”). Dal blog attacca anche il Pd, accusandolo di usare i patronati finanziati dallo Stato per fare campagna elettorale in Europa. “Hanno paura. Nessuno credeva nel nostro movimento, è un sogno: siamo 5-6 milioni”.
Ma in val di Susa il tema chiave non può che essere la Tav. Con il suo saluto iniziale (“Siamo tutti no Tav”), Grillo un po’ fa il verso ad uno storico discorso di John Fitzgerald Kennedy a Berlino. Ma il suo messaggio è chiaro: il M5S sta con chi è contrario alla realizzazione della linea ferroviaria ad Alta Velocità tra l’Italia e la Francia. “Farla significa buttare due miliardi e due – spiega – E’ una presa per il c…”. Poi rimarca, quasi voglia rispondere alle polemiche che, ne è certo, arriveranno: “Noi siamo cittadini e gente perbene. Non comitati di protesta”.
La Val di Susa, per il Movimento Cinque Stelle, rappresenta le origini. Nel 2006 il leader del M5S ne parlava nel libro “Tutte le battaglie di Grillo”, edito insieme a Gianroberto Casaleggio. Ma ora “sta succedendo qualcosa di nuovo – spiega il blogger genovese – Non so se la valle sia isolata”. Per i militanti non lo è affatto. E l’appuntamento del 22 febbraio a piazza San Giovanni a Roma ne sarà la prova.
Grillo spiega poi i motivi del suo “rientro” in tv. “Andrò in televisione domenica per salutarli con le buone e dirgli: ‘Andate via, siete il passato, siete polvere, non rappresentate più nessuno. E’ ora che i cittadini si riapproprino dello Stato italiano”.