Diego Della Valle ha ufficializzato il suo interesse all’acquisto di La7 e ha inviato una lettera al cda di Ti Media, che controlla l’emittente, e a quello di Telecom Italia, azionista di riferimento. L’imprenditore chiede che gli “venga concesso il tempo minimo necessario per studiare il dossier La7”. Dopo quelle di Clessidra e Cairo, dunque, anche il patron di Tod’s ha rotto gli indugi sull’acquisizione del canale. “La mia idea – ha dichiarato il patron della Tod’s – è quella di riunire nell’azionariato un gruppo di persone che vogliano bene al nostro Paese e che abbiano voglia di sostenere uno strumento di informazione importante, garantendone la totale autonomia, e di coinvolgere nell’azionariato professionisti che lavorano attualmente a La7 e altri ancora che avranno voglia di partecipare a questo progetto”. E ha concluso: “Per quanto mi riguarda l’iniziativa deve essere considerata anche come un impegno civile che tutti insieme, quelli che vi parteciperanno, prenderanno nei confronti del Paese e di tutti i cittadini che considerano l’informazione seria e libera un grande strumento di democrazia”. La proposta di Della Valle riguarderebbe, come quella di Cairo, solo la tv (ma non Mtv), lasciando a Ti Media i multiplex. L’offerta del fondo Clessidra, invece, è relativa all’intero perimetro del gruppo.
La vendita di Ti Media, che porta in pancia La7, a una settimana dalle elezioni, è una partita sempre meno finanziaria e sempre più politica. Clessidra, che nel mirino ha un investimento dal quale vuole ottenere ritorni economici più che voti, prende le distanze da Silvio Berlusconi ma non solo. “Clessidra fa dell’indipendenza il suo valore fondante” e gli investimenti sono finalizzati “alla creazione di valore senza nessun vincolo o condizionamento”, ha rivendicato la società guidata dall’ex ad di Fininvest, Claudio Sposito, che ha ribadito che tra i suoi 80 investitori “non ci sono Fininvest né la famiglia Berlusconi”. A cercare di allontanare le nubi ci aveva pensato anche Marco Bassetti, ex Endemol e ora consulente di Clessidra, che ha dichiarato: “Tutto in Italia deve avere un retropensiero, qui non c’è il capitalismo vero, ma un capitalismo di relazioni politiche o di amicizia. E’ francamente ridicolo”. “L’offerta risale a maggio, non c’entrano le elezioni” ha ricordato Bassetti. Il via libera alla vendita del settore media, con La7 in testa, da parte del cda di Telecom Italia risale al 9 maggio 2012. Già nel 2011 la tv non era considerata più “core business”, anche se due anni fa non si parlava ancora di cessione ma solo di un partner in affiancamento.
Intanto alle 18 di del 15 febbraio è scaduto il termine per la presentazione delle offerte vincolanti e lunedì 18 il direttore finanziario porterà le sue valutazioni sulle offerte. In base a queste il cda dovrebbe deliberare in merito. Le decisioni passeranno poi sul tavolo del cda della controllata Ti Media, convocato a seguire. Sul piatto ci sono le offerte del gruppo Cairo, per ora il favorito, soprattutto per il contratto di raccolta pubblicitaria che lo lega fortemente all’emittente, e quelle del fondo Clessidra, interessata a Ti Media nel suo complesso. Ma il termine scaduto sarebbe soprattutto formale e quindi anche la “cordata” Della Valle potrebbe venire presa in considerazione. Secondo diverse fonti, già prima dell’ingresso nella partita dell’imprenditore marchigiano, era probabile che la questione venisse definita dopo le elezioni e, anche se ufficialmente la questione non è su quel tavolo, il 19 si riunisce il “board” di Telco, l’holding di controllo del gruppo guidato da Franco Bernabè. E non è mistero che qualche grande azionista sia d’accordo a concedere altro tempo per questa dismissione, mentre altri sono in pressing perché la partita si chiuda con la cessione di questo asset che da troppo tempo grava sui conti.