Cinquecento miliardi di euro. E’ quanto hanno bruciato le imprese italiane negli ultimi quattro anni, dal 2009 al 2012, quando si è registrata una perdita media annua del fatturato pari all’11,1 per cento rispetto al dato del 2008. L’anno scorso, secondo le ultime pubblicazioni dell’Istat, le entrate delle aziende sono scese del 4,3 per cento rispetto all’anno precedente. Ma rispetto al 2008 il calo è stato ben più marcato, pari al 9,7 per cento.
La riduzione più pesante riguarda i ricavi nazionali, scesi mediamente del 12,6 per cento all’anno, mentre il fatturato estero è calato del 7,7 per cento. Nel 2008, ultimo anno in cui il fatturato ha registrato un incremento, la cifra raggiunta è stata superiore ai mille miliardi di euro. Ma negli ultimi anni, come risulta dalle ultime pubblicazioni dell’istituto di statistiche, l’andamento negativo dell’economia ha bloccato il fatturato, facendo perdere 485,5 miliardi in quattro anni.
La riduzione più marcata è avvenuta nel 2009, con un calo dei ricavi del 18,6 per cento, l’anno successivo invece il giro d’affari delle imprese si è ridotto del 10,7 per cento rispetto al 2008. E nel 2011 si è registrato un calo meno marcato, pari al 5,6 per cento. Dall’elaborazione dei dati Istat emerge inoltre che perdite più consistenti, in termini percentuali, hanno interessato gli ordini arrivati alle imprese. Dal 2007, ultimo anno di crescita, hanno infatti registrato una riduzione media del 14,6 per cento l’anno.
I numeri dell’Istat sul fatturato delle imprese italiane sono soltanto l’ultimo dei dati diffusi negli ultimi giorni che confermano le difficoltà in cui si trova il Paese. Il Centro studi Unimpresa ha infatti avvertito che, tra le piccole e medie imprese italiane, tre su cinque sono costrette a chiedere prestiti in banca per pagare le tasse. La situazione non migliora neanche sul fronte dell’occupazione. L’ultima conferma è arrivata dalla Cgia di Mestre, che ha segnalato un boom di partite Iva tra i giovani sotto i 35 anni.