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Beppe Grillo, perché i giornalisti italiani ne hanno paura

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L’approccio della maggioranza dei giornalisti italiani al Movimento 5 Stelle anche se apparentemente è abbastanza orientato al “politically correct” nasconde una paura conscia per i loro interessi. Il M5S ha da tempo fatto un punto forte del suo programma l’abolizione dei contribuiti di ogni tipo ai giornali. Per capirci quei contributi a cui ha sempre rinunciato il Fatto Quotidiano, la testata che leggete, e che nonostante questo fin da subito ottiene ottimi risultati di bilancio. Perché? Perché Il Fatto vende e ha pubblicità online su un sito con grandi accessi e non ha bisogno di contributi pubblici che sono solo fenomeni distortivi di un mercato messi in mano ad oligarchie. Il Fatto ha come obiettivo fare il miglior prodotto giornalistico possibile, un giornalismo vero e senza filtri, libero e indipendente e funziona splendidamente senza contributi pubblici. 

Quei contributi  sono stati evidentemente utilizzati per enormi porcherie da parte di veri o finti giornali di partito, che sono anche importanti ricavi per i giornali tradizionali, quelli dei benpensanti, non dei malfattori, quelli che vogliono influenzare l’agenda del paese, non raccontare i fatti.

Se spulciamo i conti del Dipartimento per l’Editoria presso la presidenza del Consiglio scopriamo che per il 2011 le risorse messe a disposizione sono 111.311.595 euro: non male per un paese che nell’ultima classifica di Reporters Sans Frontieres si trova alla posizione numero 57 ben lontano dai paesi civili. Nel recente passato editori e giornalisti retori a loro affini davano la colpa di questo a tale Berlusconi. Ma ora che Berlusconi non c’è più perchè continuiamo a non sganciarci dalle retrovie dei paesi civili ?

E’ ovvio non era colpa di Berlusconi, ma di chi ha fatto e fa una informazione che con agile perifrasi chiamammo … debolina :-)

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