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Stéphane Hessel, morto il padre letterario degli “Indignati”

Scrittore e diplomatico, aveva 95 anni. Il suo libro "Indignatevi!" è stato un caso editoriale, con oltre quattro milioni di copie vendute in circa 100 nazioni. Un pamphlet corrosivo, rivolto alle giovani generazioni, che contribuì alla nascita e all'affermazione del movimento giovanile diffusosi in tutto il mondo
Stéphane Hessel, morto il padre letterario degli “Indignati”
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E’ morto all’età di 95 anni Stéphane Hessel, scrittore ed ex diplomatico francese, autore del bestseller internazionale che diede il nome al movimento giovanile degli Indignados. L’annuncio della scomparsa è stato dato alla stampa francese dalla moglie Christiane Hessel-Chabry. Ex deportato e partigiano antinazista, divenne famoso in tutto il mondo grazie a uno dei suoi ultimi lavori, un pamphlet di una ventina di pagine che fu il caso editoriale del 2010. Un pamphlet rivolto alle giovani generazioni, venduto in oltre quattro milioni di copie in circa 100 nazioni.

Indignez-vous!” (“Indignatevi!” nella traduzione italiana di Add editore) uscì in Francia il 20 ottobre 2010, pubblicato da Indigene Editions, piccola casa editrice di Montpellier. Un’opera liberatoria e corrosiva, nella quale Hessel si chiede dove sono i valori tramandati dalla Resistenza, dov’è la voglia di giustizia e di uguaglianza, dov’è la società del progresso per tutti. Forte dello straordinario successo guadagnato in poco tempo, nel 2011 Hessel pubblicò un altro pamphlet, “Engagez-vous!” (“Impegnatevi!”, tradotto in italiano da Salani), stampato da una casa editrice di media grandezza, le Editions de l’Aube: un appello alle giovani generazioni “a rivoltarsi e a impegnarsi”.

La biografia di Hessel è stata segnata dalla seconda guerra mondiale, quando fu fatto prigioniero ma riuscì a evadere e a raggiungere il generale Charles De Gaulle a Londra e partecipare così alla Resistenza. Inviato in Francia nel 1944, fu arrestato e deportato nel campo di concentramento di Buchenwald, dove nascose la sua identità per sfuggire all’impiccagione. Evase di nuovo, venne catturato, ma saltò da un treno e riuscì ad unirsi alle truppe americane. Dopo la liberazione lavorò come diplomatico al Segretariato generale dell’Onu: collaborò con Renè Cassin e partecipò alla stesura della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (1948).

Nato a Berlino il 20 ottobre 1917 da una famiglia ebrea, ma in parte convertita al luteranesimo, Stephane Hessel arrivò in Francia nel 1925. La madre pittrice ispirò il personaggio di Catherine nel film “Jules e Jim”, la storia di una donna amata da due amici che il regista François Truffaut portò sullo schermo a partire dal romanzo autobiografico di Henri-Pierre Rochè. Il padre Franz, che nel romanzo di Rochè ispirò il personaggio di Jules, fu scrittore e traduttore, fra l’altro di Marcel Proust, e amico di Walter Benjamin.

Naturalizzato francese nel 1937, diplomato all’Ecole Normale Superieure di Parigi nel 1939, Hessel seguì i corsi del filosofo Maurice Merleau-Ponty e poi di Jean-Paul Sartre e quindi iniziò la carriera diplomatica, interrotta dalla guerra. Nominato “Ambasciatore di Francia” da François Mitterrand nel 1981, Hessel ha consacrato gli anni della pensione alla militanza in favore dei sans-papiers e della causa palestinese, aderendo alla campagna per il boicottaggio dei prodotti israeliani, suscitando vivaci discussioni. Nel 2006 è stato nominato Grand’Ufficiale della Legion d’onore della Repubblica francese. In tutta la sua vita non ha mai trascurato l’impegno politico diretto, sostenendo il Partito socialista francese e nel 2009 si presentò nella lista di Europa Ecologia alle elezioni per il Parlamento europeo.

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