C’è un partito più potente dei partiti che tifa per le larghe intese tra il Pd e il Pdl . Sono i politici trasversali di lungo corso, i manager di stato e i burocrati sopravvissuti a mille ribaltoni che tremano ogni volta che sentono parlare di accordo tra Beppe Grillo e Pier Luigi Bersani.
Il partito del governissimo si muove nel silenzio, non appare in tv, ma ha le idee molto chiare sugli uomini giusti per costruire una diga morbida e assorbente all’urto della nuova politica. Istituzioni secolari come la Chiesa e la massoneria vedono come il fumo negli occhi il governo di scopo. E sperano che Bersani non riesca nella missione impossibile di strappare al Movimento 5 stelle la fiducia al senato. Un Governo Bersani appoggiato da Grillo che si impegni a realizzare pochi punti come il taglio dei costi della politica e la lotta al conflitto di interessi è uno scenario antitetico a un governo Bersani appoggiato da Berlusconi. E nei palazzi romani gode di maggior credito e popolarità la seconda ipotesi.
I grandi quotidiani dedicano paginate all’Europa in ansia e ai mercati in fibrillazione e sembrano quasi auspicare un clima da solidarietà nazionale. L’architrave di questa stagione sarà la nomina del presidente della Repubblica. In caso di larghe intese, il primo nome sul campo è quello di Giuliano Amato. L’ex consigliere di Bettino Craxi che i grillini vedono come il fumo negli occhi per la sua pensione d’oro, potrebbe essere il Capo di Stato migliore (quasi scontato) per mettere d’accordo Pd e Pdl. Il Cavaliere potrebbe sancire l’inciucio accettando la presidenza del senato e la nomina di Amato al Quirinale sarebbe la cornice per il riordino del settore della sicurezza e della difesa. Il sottosegretario con delega ai servizi segreti, Gianni De Gennaro, potrebbe essere il nuovo presidente di Finmeccanica dove verrebbe confermato nel ruolo di amministratore delegato Alessandro Pansa, un manager recentemente al centro delle cronache per i favori chiesti a Mediobanca a beneficio della ex moglie del ministro Vittorio Grilli nel 2007. Pansa rischierebbe di saltare in caso di accordo Grillo-Bersani, con grande dispiacere di Ignazio Moncada. Molti lettori non conosceranno neanche il nome di questo 64enne torinese, in ottimi rapporti con Pansa, formalmente presidente di una controllata periferica del gruppo Finmeccanica, la Fata, ma meglio noto come il “grande burattinaio”. Così lo definiva l’ex presidente della banca del Vaticano, lo Ior, Ettore Gotti Tedeschi nella conversazione con l’ex presidente di Finmeccanica Giuseppe Orsi, intercettata dai Carabinieri nel ristorante Rinaldi al Quirinale nel maggio del 2012. Moncada, oltre a essere molto amico del capo dei servizi segreti del Dis, cioé del Dipartimento Informazione e Sicurezza, Giampiero Massolo, è in buoni rapporti sia con gli ex socialisti, come Giuliano Amato e Giulio Tremonti, che con gli ex Ds, come il torinese Piero Fassino.
Quanto a De Gennaro, se anche non riuscisse a raggiungere la presidenza di Finmeccanica (anche il ministro della difesa Giampaolo Di Paola potrebbe aspirare a quella carica, nonostante il divieto di porte girevoli con la Difesa) il sottosegretario non finirebbe ai giardinetti. Per lui, in caso di larghe intese e di presidenza Amato, potrebbe liberarsi la poltrona di segretario generale del Quirinale. Proprio Amato lo promosse a capo della Polizia nel 2000 e poi lo portò con sé al ministero nel 2007 quando Antonio Manganelli divenne Capo della Polizia nel solco della continuità. Una poltrona che, sempre se prevalessero le larghe intese, potrebbe finire a un altro uomo fidato di Gianni De Gennaro: l’attuale numero due del Dis Pasquale Piscitelli, prefetto dal 2003 e poi capo della segreteria di De Gennaro al Dipartimento della Pubblica sicurezza prima di diventare suo numero due al Dis. Piscitelli sarebbe il capo della polizia ideale per un governo trasversale mentre in un Governo di sinistra appoggiato dal Movimento 5 stelle risalirebbero le quotazioni dell’attuale Capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, già capo del servizio segreto civile con il Governo Prodi.
In questo valzer, secondo gli osservatori più attenti, rientrerebbe anche il passaggio del prefetto di Perugia Vincenzo Cardellicchio alla Presidenza del Consiglio. Un passaggio decretato il 26 febbraio dal Consiglio dei ministri presieduto da Monti nonostante fosse stato nominato a Perugia solo nel maggio 2012. Anche Cardellicchio è considerato vicino a Gianni De Gennaro e potrebbe essere nominato al Dis dopo l’eventuale spostamento di Piscitelli al vertice della Polizia.
Dal Quirinale al Viminale, insomma, la filiera Amato-De Gennaro, blinderebbe gli apparati di sicurezza nel segno della continuità e della fedeltà atlantica. Sempre che prevalgano quelle larghe intese che tanto piacciono anche Oltreoceano. Un po’ come accadde nel 1996 quando Antonio Maccanico tentò di dare vita a un governo che andasse da D’Alema a Berlusconi prima delle elezioni che propiziarono la nascita del primo Governo Prodi sostenuto da Rifondazione Comunista. Allora i poteri forti, gli americani, la massoneria e il Vaticano erano favorevoli all’inciucio. La sensazione è che anche stavolta sia così.
da Il Fatto Quotidiano del 28 febbraio 2013
Politica
Dai servizi segreti alla Chiesa, il partito del “governissimo” vuole Amato e De Gennaro
Sembra che americani, massoneria e Vaticano siano favorevoli all'inciucio e alle larghe intese e tremino all'idea di un accordo Bersani-Grillo. In caso di alleanza Pd-Pdl sarebbe probabile l'ex premier al Quirinale e l'ex capo della Polizia ai vertici di Finmeccanica
C’è un partito più potente dei partiti che tifa per le larghe intese tra il Pd e il Pdl . Sono i politici trasversali di lungo corso, i manager di stato e i burocrati sopravvissuti a mille ribaltoni che tremano ogni volta che sentono parlare di accordo tra Beppe Grillo e Pier Luigi Bersani.
Il partito del governissimo si muove nel silenzio, non appare in tv, ma ha le idee molto chiare sugli uomini giusti per costruire una diga morbida e assorbente all’urto della nuova politica. Istituzioni secolari come la Chiesa e la massoneria vedono come il fumo negli occhi il governo di scopo. E sperano che Bersani non riesca nella missione impossibile di strappare al Movimento 5 stelle la fiducia al senato. Un Governo Bersani appoggiato da Grillo che si impegni a realizzare pochi punti come il taglio dei costi della politica e la lotta al conflitto di interessi è uno scenario antitetico a un governo Bersani appoggiato da Berlusconi. E nei palazzi romani gode di maggior credito e popolarità la seconda ipotesi.
I grandi quotidiani dedicano paginate all’Europa in ansia e ai mercati in fibrillazione e sembrano quasi auspicare un clima da solidarietà nazionale. L’architrave di questa stagione sarà la nomina del presidente della Repubblica. In caso di larghe intese, il primo nome sul campo è quello di Giuliano Amato. L’ex consigliere di Bettino Craxi che i grillini vedono come il fumo negli occhi per la sua pensione d’oro, potrebbe essere il Capo di Stato migliore (quasi scontato) per mettere d’accordo Pd e Pdl. Il Cavaliere potrebbe sancire l’inciucio accettando la presidenza del senato e la nomina di Amato al Quirinale sarebbe la cornice per il riordino del settore della sicurezza e della difesa. Il sottosegretario con delega ai servizi segreti, Gianni De Gennaro, potrebbe essere il nuovo presidente di Finmeccanica dove verrebbe confermato nel ruolo di amministratore delegato Alessandro Pansa, un manager recentemente al centro delle cronache per i favori chiesti a Mediobanca a beneficio della ex moglie del ministro Vittorio Grilli nel 2007. Pansa rischierebbe di saltare in caso di accordo Grillo-Bersani, con grande dispiacere di Ignazio Moncada. Molti lettori non conosceranno neanche il nome di questo 64enne torinese, in ottimi rapporti con Pansa, formalmente presidente di una controllata periferica del gruppo Finmeccanica, la Fata, ma meglio noto come il “grande burattinaio”. Così lo definiva l’ex presidente della banca del Vaticano, lo Ior, Ettore Gotti Tedeschi nella conversazione con l’ex presidente di Finmeccanica Giuseppe Orsi, intercettata dai Carabinieri nel ristorante Rinaldi al Quirinale nel maggio del 2012. Moncada, oltre a essere molto amico del capo dei servizi segreti del Dis, cioé del Dipartimento Informazione e Sicurezza, Giampiero Massolo, è in buoni rapporti sia con gli ex socialisti, come Giuliano Amato e Giulio Tremonti, che con gli ex Ds, come il torinese Piero Fassino.
Quanto a De Gennaro, se anche non riuscisse a raggiungere la presidenza di Finmeccanica (anche il ministro della difesa Giampaolo Di Paola potrebbe aspirare a quella carica, nonostante il divieto di porte girevoli con la Difesa) il sottosegretario non finirebbe ai giardinetti. Per lui, in caso di larghe intese e di presidenza Amato, potrebbe liberarsi la poltrona di segretario generale del Quirinale. Proprio Amato lo promosse a capo della Polizia nel 2000 e poi lo portò con sé al ministero nel 2007 quando Antonio Manganelli divenne Capo della Polizia nel solco della continuità. Una poltrona che, sempre se prevalessero le larghe intese, potrebbe finire a un altro uomo fidato di Gianni De Gennaro: l’attuale numero due del Dis Pasquale Piscitelli, prefetto dal 2003 e poi capo della segreteria di De Gennaro al Dipartimento della Pubblica sicurezza prima di diventare suo numero due al Dis. Piscitelli sarebbe il capo della polizia ideale per un governo trasversale mentre in un Governo di sinistra appoggiato dal Movimento 5 stelle risalirebbero le quotazioni dell’attuale Capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, già capo del servizio segreto civile con il Governo Prodi.
In questo valzer, secondo gli osservatori più attenti, rientrerebbe anche il passaggio del prefetto di Perugia Vincenzo Cardellicchio alla Presidenza del Consiglio. Un passaggio decretato il 26 febbraio dal Consiglio dei ministri presieduto da Monti nonostante fosse stato nominato a Perugia solo nel maggio 2012. Anche Cardellicchio è considerato vicino a Gianni De Gennaro e potrebbe essere nominato al Dis dopo l’eventuale spostamento di Piscitelli al vertice della Polizia.
Dal Quirinale al Viminale, insomma, la filiera Amato-De Gennaro, blinderebbe gli apparati di sicurezza nel segno della continuità e della fedeltà atlantica. Sempre che prevalgano quelle larghe intese che tanto piacciono anche Oltreoceano. Un po’ come accadde nel 1996 quando Antonio Maccanico tentò di dare vita a un governo che andasse da D’Alema a Berlusconi prima delle elezioni che propiziarono la nascita del primo Governo Prodi sostenuto da Rifondazione Comunista. Allora i poteri forti, gli americani, la massoneria e il Vaticano erano favorevoli all’inciucio. La sensazione è che anche stavolta sia così.
da Il Fatto Quotidiano del 28 febbraio 2013
Il potere dei segreti
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Caro bollette, a due settimane dagli annunci di Giorgetti il decreto slitta ancora: cdm rinviato a venerdì
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Io sono un artista libero, non mi sono mai schierato politicamente". Così Simone Cristicchi, ospite a 'Maschio Selvaggio' su Rai Radio 2, risponde alla conduttrice Nunzia De Girolamo quando fa notare al cantautore romano come la canzone sanremese 'Quando sarai piccola' sia piaciuta tanto a Elly Schlein quanto a Giorgia Meloni.
"Si tende sempre a identificare gli artisti politicamente, la musica invece non ha fazioni, non ha colori. Devo dire che tu hai messo insieme la destra e la sinistra", ha detto De Girolamo al cantautore arrivato quinto nella classifica finale. "Questo mi fa sorridere - ha confessato Cristicchi - sono molto contento di questo apprezzamento bipartisan, o anche super partes, che ha generato la mia canzone. Io sono sempre stato un artista libero, non mi sono mai schierato politicamente, proprio perché volevo che la mia musica e la mia arte potesse arrivare a tutti ed è giusto che sia così".
"Ovviamente ho le mie idee, come tutti, non le rinnego e non mi vergogno di esternarle quando è il momento e quando ho voglia, però - ha concluso il cantautore - sono veramente contento di aver fatto questa canzone che sia piaciuta più o meno a tutti".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Il caro bollette è un problema sempre più grave, che non possiamo più far finta di non vedere. Paghiamo le bollette più care d’Europa, che a sua volta paga le bollette più alte tra i competitor internazionali. Siamo i più tartassati tra i tartassati, con un evidente danno alla competitività delle imprese e al potere di acquisto delle famiglie. I lavoratori, in particolare, pagano questi aumenti tre volte: la prima in casa quando arriva la bolletta, la seconda perché le aziende devono metterli in cassa integrazione poiché con l’energia alle stelle perdono produttività, la terza perché l’energia spinge a rialzo l’inflazione e i prodotti nel carrello della spesa costano di più". Lo dice Annalisa Corrado della segreteria del Partito Democratico.
"Agire è possibile e doveroso. Possiamo farlo subito, a partire dalla protezione dei soggetti vulnerabili, oltre 3 milioni e mezzo di utenti, per il quali il governo vuole bandire aste che sarebbero una iattura. Bisogna fermarle immediatamente e riformare piuttosto l’acquirente unico, che al momento gestisce il servizio di tutela della vulnerabilità, perché possa tornare a stipulare i contratti pluriennali di acquisto, agendo come vero e proprio gruppo d’acquisto".
"È necessario inoltre agire ad ogni livello possibile per disaccoppiare il prezzo dell’energia da quello del gas: occorre lavorare ad una riforma europea dei mercati, scenario non immediato, agendo però contemporaneamente ed immediatamente per un “disaccoppiamento di fatto”, come quello che si potrebbe attuare supportando i contratti pluriennali con i produttori di energia da fonti rinnovabili (PPA, Power purchase agreement). Dovremmo prendere esempio dalla Spagna di Sanchez, inoltre, che ha imposto un tetto al prezzo del gas, ottenendo risultati brillanti che hanno trainato la ripresa d’industria ed economia. Dobbiamo fare di più e meglio per la transizione energetica per liberarci dalla dipendenza del gas: oltre ad insistere su sufficienza energetica ed elettrificazione dei consumi, dobbiamo agire ad ogni livello perché la quota di energia da fonti rinnovabili nel nostro mix di produzione cresca: questo è l’unico modo strutturale di far penetrare il beneficio in bolletta del basso costo delle energie pulite".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - “Allarmano e inquietano gli atti violenti rivolti in questi giorni contro le Forze dell’Ordine, a loro va la nostra piena solidarietà”. Lo dichiara la deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi dopo gli incendi dolosi che hanno coinvolto questa mattina il commissariato e la Polstrada di Albano Laziale e nei giorni scorsi il comando della Compagnia dei carabinieri di Castel Gandolfo.
“Auguriamo agli agenti intossicati una pronta guarigione. Nell’attesa che sia fatta chiarezza sulle dinamiche e che i responsabili siano consegnati alla giustizia, non possiamo che schierarci senza indugio al fianco di chi ogni giorno si impegna per la sicurezza delle cittadine e dei cittadini”, conclude.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Le bollette energetiche di famiglie e imprese sono alle stelle. Meloni ha fischiettato per mesi, ignorando anche le nostre proposte. E oggi annuncia il rinvio di un Cdm promesso ormai due settimane fa. Non avevano detto di essere 'pronti'?". Lo ha scritto sui social Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Tutto quello che ha a che fare con le emergenze vere di cittadini, famiglie, imprese passa in secondo piano nell’agenda del governo Meloni. Così è stato ed è per le liste d’attesa e per il diritto alla salute negato a milioni di concittadini, così è per il caro-bollette che da troppi mesi penalizza le aziende italiane e mette in ginocchio le fasce sociali più disagiate". Così in una nota Marina Sereni, responsabile Salute e Sanità nella segreteria del Partito Democratico.
"Oggi la segretaria del Pd Elly Schlein ha presentato proposte molto chiare e concrete, che raccolgono peraltro l’interesse di imprenditori e associazioni degli utenti. Il Cdm sul problema del caro energia pare invece che slitti a venerdì. La presidente Meloni ne approfitti per raccogliere le nostre proposte sul disaccoppiamento del prezzo dell’energia da quello del gas e sull’Acquirente unico".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - La lotta alle mafie andrebbe portata avanti "in maniera trasversale. Ma non stiamo vedendo disponibilità all'ascolto e al lavoro comune da parte di questa destra". Lo ha detto Elly Schlein al seminario sulla legalità al Nazareno. "Noi continueremo a fare da pungolo costante, il messaggio che deve arrivare chiaro alle nuove generazioni è che la mafia è un male, e un freno al nostro Paese. Il Pd oggi più che mai è intenzionato a portare avanti questo lavoro con determinazione, mano nella mano con le realtà che affrontano il problema ogni giorno e ne sanno certamente più di noi".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - Nel contrasto alle mafie "il ruolo delle forze dell'ordine e della magistratura è fondamentale. Noi riconosciamo e sosteniamo il lavoro quotidiano delle forze dell'ordine. Vanno sostenute le forze dell'ordine, come la magistratura, che invece vediamo attaccata tutti i giorni da chi governa". Lo ha detto Elly Schlein al seminario sulla legalità al Nazareno.