La regina di Wall Street appoggia Beppe Grillo. Dopo l'”endorsement” di Mediobanca, che una settimana prima del voto aveva descritto il leader del Movimento 5 Stelle come “il possibile vero vincitore delle elezioni”, Goldman Sachs ha accolto con piacere il successo dell’ex comico. Jim O’Neill, presidente dell’unità di gestione della banca, ha definito il risultato elettorale come qualcosa di “abbastanza entusiasmante”. Il Paese, secondo il numero uno di Goldman Sachs Asset Management, “ha bisogno di cambiare qualcosa di importante” e forse il risultato del movimento di Grillo è un “segnale dell’inizio di qualcosa di nuovo”.

”Forse un po’ stranamente – spiega il dossier intitolato ‘Riforme non vuol dire austerity’- trovo il risultato abbastanza entusiasmante perché credo che un Paese il cui Pil sostanzialmente non è cambiato da quando l’unione monetaria è partita nel 1999 ha bisogno di cambiare qualcosa di importante”. Il rapporto sottolinea però che “questi risultati sono probabilmente molto vicini a un incubo per le elite consolidate dell’Italia e per gli altri centri di potere dell’Europa, in particolare Berlino e Francoforte”.

La banca, dove hanno lavorato molti grandi nomi europei a partire dalle consulenze fornite da Mario Monti, avverte poi che “il vero problema dell’Italia è l’assenza di crescita economica, che ha causato l’impennata del debito, e non sono quindi gli stessi problemi degli altri Paesi dell’Eurozona”. “L’Italia ha bisogno di riformare il mercato produttivo e del lavoro, di sostenere la produttività nazionale e di riforme”, spiega il report, “per fermare una potenziale escalation ulteriore nella crescita dei rendimenti dei titoli di Stato“. E aggiunge: “In Italia le riforme non sono identificate con l’austerity, come gli elettori hanno appena mostrato”.

Aveva fatto discutere molto il tempismo perfetto di un’operazione portata a termine l’anno scorso da Goldman Sachs in Italia. Dopo esser stata scelta dal governo di Monti per curare la vendita di Fintecna alla Cassa depositi e prestiti, la banca d’affari americana aveva pensato bene di ringraziare a modo suo, liberandosi velocemente di titoli italiani per oltre 2 miliardi di dollari e aumentando contemporaneamente la posizione sui derivati credit default swap (che funzionano come polizze assicurative), assicurandosi così contro un eventuale fallimento del Paese.

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