Il messaggio da comunicare ai naviganti, a chi viene da fuori Bologna, o anche solo da via Santo Stefano, è che per Lucio Dalla, ‘Piazza Grande’ è piena zeppa dalle cinque del pomeriggio. Nulla di male, perchè il live fortemente voluto e predisposto sulla piazza ad uso e consumo più di una diretta televisiva che di un concerto, sarà in contemporanea su Rai1 dalle 21.15. E per la memoria di Lucio, la dimensione materiale impressionante dell’evento diventa ancora una volta un tassello di simbolica importanza: se per la lunga fila solo per sfiorare il feretro erano accorsi a decine di migliaia, al funerale sempre qui in Piazza Maggiore tra le navate di San Petronio erano stati altrettanto, stasera si compie il tris.
Poi certo tante signore sono qui dalle cinque del pomeriggio perchè vogliono sentire Gianni Morandi, un altro gruppo di Roma è composto da sorcini doc tutti per Renato Zero, e c’è pure il capannello delle quarantenni indigene che vuole ascoltare il mito Luca Carboni; ma la vera star in mondovisione è Lucio Dalla, con la sua musica, e quel ricordo che dopo un anno pare ancora così grande che ogni giorno stringe più il cuore.
Il grande baraccone della tv gli ha piazzato una scenografia che nemmeno per i Pink Floyd, o per i Radiohead, che qui in Piazza Maggiore poi non vennero: dappertutto si moltiplicano le immagini di Lucio che canta e suona in contemporanea con gli artisti sul palco, le gigantografie sagomate con o senza sax, le t-shirt con l’immagine/icona del ‘basco di Lucio’.
Con qualche minuto di ritardo Gianni Morandi, commosso, apre la serata e duetta con un Dalla in video sulle note di Vita. “Ciao Lucio, questa è la tua piazza”, urla l’amico Gianni che da Lucio ha ricevuto la rigenerazione che l’ha visto rinascere. Poi Renato Zero con Morandi per L’anno che verrà e ancora il cantautore romano che canta l’inedito Lu.
Cambio di palco ed è Stefano Di Battista con Marco Mengoni a cantare Tu non mi basti mai. Sorpresa curiosa è quella dell’intera rosa del Bologna calcio, con capitan Diamanti indossatore d’eccezione della maglia rossoblu dedicata a Dalla, a intonare e ballare Attenti al lupo.
Zucchero decide invece di regalare un’Ave Maria gospel dal sagrato di San Petronio, mentre Andrea Bocelli, con Morandi si inerpicano in una vigorosa rilettura della delicatissima 4 marzo ’43.
Ancora uno stacco, ancora un video in bianco e nero che inonda la piazza con Lucio Dalla a duettare con Dario Fo. Sublime esempio di cosa fu Lucio nel suo infinito e bizzarro excursus artistico di una vita. Non è da meno l’emozione di Samuele Bersani che canta Canzone, come detto da lui alla fine del brano “scritta con e per Lucio proprio qui davanti alla piazza, in via Pescherie Vecchie”.
Coppia tutta partenopea per due hit assolute: Pino Daniele canta Caruso con assoli di chitarra alla Eric Clapton e Gigi D’Alessio al piano regala una Disperato erotico stomp davvero inaspettata. E ancora ricominciano i duetti (Fiorella Mannoia – Sangiorgi dei Negramaro per un’Anna e Marco d’altri tempi) e il quartetto Ron (in forma davvero strepitosa), Luca Carboni, Angela Baraldi e Bersani in Cosa sarà.
Cara cantata dalla Mannoia solista ha quella solennità degna dei migliori concerti da cantautorato italiano che reinterpreta toni, accordi e strofe come se fosse naturale farlo, invece che essere pratica complessa e delicata. Ancora degnissimi di nota: Il cielo con i Negramaro e Paolo Fresu alla tromba; gli Stadio che riprendono L’ultima luna smontandone comunque il suo fulgore rock e facendola un pezzo da crepuscolo dell’elettronica anni ottanta; un insolito Mario Biondi con una Futura baritonale e la chiusura forse un po’ affrettata di Piazza Grande, con l’idea di non sforare il limiti comunali e le strisce pubblicitarie della tv. Tutti a salutare, e ‘Ciao Lucio’, e ‘ciao Ragno’, e nessuno a chiedersi cosa starà pensando di tutto questo magmatico fluire delle sue canzoni, amputate di netto dei suoi primi otto album. “Chissà, chissà domani”
(video di David Marceddu)