E’ iniziata la requisitoria della Procura di Milano, rappresentata dal pm Antonio Sangermano e dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini, nei confronti di Silvio Berlusconi accusato dei reati di concussione e prostituzione minorile nel processo Ruby. Secondo l’accusa la marocchina Karima El Mahroug era stata ospite da minorenne, come altre giovani donne, di serate ad alto tasso erotico nella residenza ad Arcore dell’ex premier. Tutte le giovani a fine serata ricevevano soldi e regali, ad alcune era concesso l’uso di appartamenti in via Olgettina a Milano e ancora oggi molte ricevono uno “stipendio” di 2500 euro al mese da Berlusconi.
Quando la ragazzina fu portata in Questura – era la notte tra il 27 e il 28 maggio del 2010 – il leader del Pdl fu avvertito e da Parigi chiamò gli uffici della Polizia di Milano sostenendo che la ragazza era nipote del presidente egiziano Hosni Mubarak. Il codice penale prevede pene da sei anni a dodici anni per il reato di prostituzione minorile (articolo 600 bis), stessa sanzione per il reato di concussione (articolo 317) cui si deve aggiungere la pena accessoria dell‘interdizione perpetua che diventa temporanea nel caso la pena inflitta sia inferiore ai tre anni. Oggi è stato sentito in aula l’ultimo testimone: il pm minorile Anna Maria Fiorillo che quella notte ordinò alla polizia che la ragazza fosse affidata a una comunità: “Sospettai fosse una prostituta”. Invece fu consegnata alla consigliera regionale Nicole Minetti, che nel processo Ruby bis è imputata con Lele Mora ed Emilio Fede per il reclutamento delle ragazze da portare alle “cene eleganti”.
Ore 14.43 – Pm: “Elementi di prova univoci contro Berlusconi” – “Gli elementi di prova convergono univocamente ad attestare la responsabilità dell’imputato”. E’ cominciata con queste parole la requisitoria del pm Antonio Sangermano al processo Ruby a carico di Silvio Berlusconi. La requisitoria dovrebbe terminare venerdì quando prenderà la parola il procuratore aggiunto Ilda Boccassini che affronterà la parte relativa alla requisitoria.
Ore 14.46 – Pm: “Cene Arcore sistema prostitutivo per il divertimento di Berlusconi” – Un sistema illegale per far divertire il presidente del Consiglio. “La cena ad Arcore era un collaudato sistema prostitutivo per il divertimento di Berlusconi” sostiene il Pm Antonio Sangermano nella sua requisitoria al processo Ruby. “Un mercimonio sessuale”, in cui “non si può non sottolineare la macroscopica anomalia dell’imputato che ha iniziato a remunerare i testimoni a suo carico con 2500 euro mensili”. L’accusa è certa di poter dimostrare il “nesso tra ciò che avveniva ad Arcore e ciò che avvenne in questura la sera del 27 maggio 2010”, quando Ruby fu fermata e identificata. Un nesso che ha portato all’imputazione dell’ex premier per concussione e prostituzione minorile.
Ore 15.02 – Pm: “Cena, bunga bunga e poi sesso con Berlusconi” – Erano tre le fasi che scandivano le serate ad Arcore secondo la ricostruzione che il pm Sangermano sta svolgendo nell’aula del processo Ruby: “La cena, che talora vedeva già contatti di natura sessuale tra Berlusconi, Fede che era presente e intermediario, e le ragazze; il bunga bunga, che non è un’invenzione ma è stato così definito dalle ragazze, dove i momenti di natura sessuale diventavano più espliciti con spogliarelli e atti di natura erotica; la terza fase in cui alcune ospiti s’intrattenevano nella villa di Berlusconi, ottenendo un quid pluris economico, tanto da scatenare una competizione tra loro”.
Ore 15.07 – Pm: “Ruby era parte integrante del sistema prostitutivo”. Ruby “era parte integrante del sistema prostitutivo”. Il pm ha anche definito il ruolo di Nicole Minetti come “protagonista attiva delle serate di Arcore” e “che svolgeva un ruolo particolarmente delicato nell’ambito del procedimento compiendo ella personalmente atti prostitutivi prendendo denaro da Berlusconi” e “svolgendo un ruolo fondamentale ovvero l’attività di intermediatrice e agevolatrice dell’altrui prostituzione”.
Ore 15.15 – Pm: “Remunerazione con denaro, prospettive di inserimento professionale e politico”. Il pm, nell’insistere su un“complesso sistema prostitutivo” organizzato attraverso l’aiuto soprattutto di Nicole Minetti, imputata di reato commesso con Lele Morta e Emilio Fede, ha parlato di remunerazione delle ragazze ospiti ad Arcore da parte dell’imputato in cambio di prestazioni sessuali. Remunerazione anche in “denaro in contante” e in “prospettive di inserimento professionale, financo politico” come è emerso anche dalle intercettazioni”.
Ore 15.23 – Pm: “Ragazze ansiose e in competizione per restare a dormire ad Arcore”. Parla di “ansia delle ragazze per restare a dormire ad Arcore” il pm Sangermano in un passaggio della requisitoria nel processo Ruby. Una “competizione che emerge dalle intercettazioni”, spiega il magistrato. Sempre dalle conversazioni captate dagli inquirenti “emerge in maniera lampante la terza fase delle serate ad Arcore”. La pubblica accusa porta ad esempio un colloquio tra Minetti e Barbara Faggioli che parlano di come Berlusconi abbia “perso la testa” per Roberta Bonasia, “con riferimenti alla sfera intima, cioè al gradimento che la Bonasia riceveva da Berlusconi” e “con recriminazioni sulle scelte fatte delle persone da tenere a dormire e agli emolumenti”.
Ore 15.54 – Pm: “Ad Arcore mercimonio lesivo della dignità della donna” – “Non siamo di fronte alla prostituzione di strada ma a un sistema più sofisticato ma non meno lesivo della dignità della donna, attraverso la mercificazione del corpo”. Così il pm di Milano, Antonio Sangermano, ricostruisce, nella requisitoria sul processo Ruby che vede imputato Silvio Berlusconi, le serate ad Arcore. Un sistema in cui Nicole Minetti si occupa anche delle “attività logistiche” a favore delle ragazze, mentre Emilio Fede e Lele Mora hanno un ruolo di “organizzatori e partecipi”, di scegliere le ragazze “desiderose di poter lucrare”.
Ore 16.03 – Pm: “Meccanismo selettivo e istigatorio. Fede e Mora sapevano” – Il “meccanismo selettivo e istigatorio” delle giovani ragazze destinate a prostituirsi ad Arcore orchestrato da parte di Mora e Fede avveniva “in modo complesso e raffinato” ed era “lesivo della dignità del genere umano”. Usa parole severe il pm Antonio Sangermano per descrivere il ruolo di Emilio Fede e Lele Mora nelle serate ad Arcore. “Sapevano perfettamente quello che accadeva nelle serate – affonda il pm – e si adoperavano per inserire nuove ragazze. Non a caso Fede si arrabbia parlando con Mora quando Bonasia (Roberta, ndr) inizia ad intrattenere un rapporto privilegiato con Berlusconi perché incepperebbe il sistema estromettendo gli organizzatori”.
Ore 16.07 – Pm: ”E’ falso che le cene fossero incontri conviviali arricchiti da qualche scenetta di burlesque”. ”E’ falso, è totalmente infondato che le cene di Arcore fossero incontri conviviali al più arricchiti da qualche innocente scenetta di burlesque. Le prove consacrate in dibattimento dimostrano irrefutabilmente un collaudauto sistema produttivo organizzato per il soddisfacimento del piacere sessuale di Berlusconi”. E’ un passaggio della requisitoria del Pm Antonio Sangermano al processo Ruby a carico di Silvio Berlusconi. Il pm insiste sul “sistema prostitutivo”: un “apparato complesso reperire selezionare istigare intermediare organizzare compattare e remunerare un gruppo di giovani donne” che poi avevano rapporti con Silvio Berlusconi che le pagava. Per il magistrato, le cene di Arcore erano “eventi organizzati al fine di compiacere la concupiscenza intesa come desiderio di incontri intimi”
Ore 16.22 – Pm: “Fede e Mora disponibili a trafficare sesso a pagamento” – Lele Mora ed Emilio Fede sarebbero stati “disponibili a trafficare sesso a pagamento con Silvio Berlusconi per lucrare vantaggi economici”. E’ un passaggio della requisitoria del Pm Antonio Sangermano al processo sul caso Ruby a carico dell’ex premier. Per il Pm Mora e Fede, con Nicole Minetti, avevano organizzato quello che lui ha definito più volte “il sistema prostitutivo” che ha caratterizzato le serate ad Arcore, di cui Ruby era “parte integrante”, un sistema “collaudato per il soddisfacimento personale” di Berlusconi.ù
Ore 17.05 – Pm: “Balbettanti giustificazioni dal alcune testimoni” – ‘Ci sono le balbettanti giustificazioni di alcuni di questi testimoni che contrastano con chi ha ammesso e ricostruito onestamente i fatti”. E’ un passaggio della requisitoria del pm Antonio Sangermano, al processo sul caso Ruby a carico di Silvio Berlusconi. Il pm nella sua discussione ha messo in contrapposizione le deposizioni delle ragazze ospiti ad Arcore e che hanno “ammesso” quanto sarebbe accaduto, con le testimonianze delle giovani ritenute parte del “sistema prostitutivo collaudato per il soddisfacimento personale” dell’ex premier e che da lui sono state retribuite con 2.500 euro al mese anche dopo l’avvio del dibattimento.
Ore 17.12 – Per pm tra le testimonianze cruciali c’è quella dell’amica di Minetti – Tra le testimonianze ritenute cruciali dal pm Antonio Sangermano a carico di Silvio Berlusconi c’è quella di Melania Tumini, portata ad Arcore dall’amica d’infanzia Nicole Minetti e che racconta di ragazze che scoprivano i seni e di altri atteggiamenti di natura sessuale. “Tumini smentisce in maniera drammatica e insuperabile altre testimonianze che parlano di burlesque” e “fornisce una rappresentazione plastica del sistema”. “Alla fine – aggiunge il pm – accetta da Berlusconi un disco di Apicella e duemila euro per l’imbarazzo e la volontà di non offendere il padrone di casa”.
Ore 17.17 – Requisitoria terminerà venerdì 8 marzo con richieste pena – La requisitoria del processo Ruby, cominciata oggi dal pm Antonio Sangermano, verrà conclusa nella prossima udienza dell’8 marzo. In quella data il procuratore aggiunto, Ilda Boccasini, chiederà la pena per Silvio Berlusconi imputato per concussione e prostituzione minorile. La requisitoria proseguirà venerdì prossimo 8 marzo e si chiuderà con la richiesta di condanna.
Ore 17.21 – Ghedini: “Ricostruzione che non c’entra con capo di imputazione” – Quella fatta oggi dal pm Sangermano “è una ricostruzione squisitamente di parte per giustificare le indagini e le intercettazioni e dare conto delle ragioni che hanno portato la procura a investigare su queste cene che non c’entrano nulla con il capo di imputazione. Oggi non si è parlato degli indizi relativi alla telefonata in questura e degli asseriti rapporti sessuali con Ruby, ma si è ricostruito il contenuto delle cene sulla base di alcuni frammenti di testimonianze smentite da altri”. Sulla possibilità che la Procura apra un’inchiesta a carico di Berlusconi su presunta corruzione delle testimoni che vengono retribuite con 2.500 euro al mese dal Cavaliere, Ghedini ribatte: “Se il pm ha qualcosa da contestare lo farà. Certo sarebbe peculiare visto che Berlusconi versa questo contributo alla luce del sole, non c’è nulla di segreto ed è una cosa nota alla procura da un paio di anni”.
Ore 17.32 – Ghedini: “Oggi processo mediatico e non giudiziario” – ”Oggi si è parlato di un processo mediatico e non giudiziario, e di una vicenda ricostruita con frammenti di testimonianze smentita da decine e decine di testi”. Lo ha detto Niccolò Ghedini, uno dei difensori di Silvio Berlusconi commentando la prima parte della requisitoria del pm Antonio Sangermano al processo sul caso Ruby. “E’ una ricostruzione squisitamente di parte – ha detto il legale – che pare confezionata per giustificare indagini e intercettazioni e per dare conto a un’inchiesta che ha portato ad investigare su queste cene”. Per il legale, la requisitoria “nulla c’entra con i capi di imputazione perché non si è parlato della telefonata in Questura né di atti sessuali con Ruby, né di soldi dati a Ruby”.
Ore 17.38 – Ghedini: “Soldi? Aiuti dati alla luce del sole” – Si tratta di ”aiuti dati alla luce del sole”, e ancor prima dell’avvio del processo. Così Niccolò Ghedini, uno dei difensori di Silvio Berlusconi, ha risposto a chi gli ha fatto notare che il pm Antonio Sangermano, nella sua requisitoria al processo Ruby, ha parlato di anomalia in relazione ai 2.500 euro al mese versati dall’ex premier ad alcune delle ragazze da lui citate come testimoni a suo discarico. A chi gli ha chiesto se avesse sentore di qualche nuova contestazione nei confronti del leader del Pdl, Ghedini ha risposto: “se il pm ha qualcosa da contestare lo farà. E’ peculiare che una persona non possa continuare a dare aiuti economici a persone diventate poi testimoni. Aiuti dati alla luce del sole ancor prima. Non c’è nulla di segreto in tutto ciò – ha proseguito il legale – è una cosa già nota in Questura da un paio d’anni”.