La nuova legge “anticorruzione” approvata dal governo Monti azzoppa il processo Penati. Grazie alla riforma del reato di concussione – uno dei punti più contestati durante la discussione parlamentare del provvedimento – la prescrizione “grazia” tre indagati, tutti legati al mondo delle coop “rosse”, che escono completamente di scena.

E vede alleggerita la propria posizione anche Daniele Vimercati, ex braccio destro di Filippo Penati, l’ex dirigente del Pd (sospeso dal partito) al centro dell’inchiesta condotta dalla Procura di Monza sul presunto sistema delle tangenti di Sesto San Giovanni e sulla vendita delle quote azionarie dell’autostrada Milano-Serravalle alla Provincia di Milano. Nessun beneficio, invece, per Penati, che pure è accusato di concussione, oltre che di corruzione e di finanziamento illecito: l’ex presidente della Provincia di Milano ha chiesto infatti il giudizio immediato.  

La nuova legge varata dalla “strana maggioranza” Pdl-Pd sotto l’esecutivo di Monti distingue fra concussione per costrizione (il pubblico ufficiale obblighi un cittadino a pagare una tangente) e concussione per induzione (la tangente sia semplicemente richiesta). L’abbassamento delle pene per questa seconda ipotesi (da 4-12 anni a 3-8 anni) determina appunto una riduzione dei tempi di prescrizione. Il gup del Tribunale di Monza Giovanni Gerosa ha dunque dichiarato estinto per prescrizione il reato di concussione che riguarda il presunto giro di tangenti relativo alle aree ex Falck e Marelli e cioè una delle vicende centrali dell’inchiesta dei pm Walter Mapelli e Franca Macchia. In questo modo sono usciti dal procedimento il vicepresidente del Consorzio Cooperative Costruttori Omer Degli Esposti, e Gianpaolo Salami e Francesco Aniello, altri due rappresentanti delle Coop, e si è alleggerita la posizione di Vimercati.

Penati e l’ex segretario della Provincia di Milano Antonino Princiotta hanno chiesto il giudizio immediato. Il loro processo si aprirà il 13 maggio, ma la loro posizione probabilmente verrà unificata con quella degli altri imputati, per i quali il processo si aprirà il 26 giugno. Sono state rinviate a giudizio sette persone – tra cui Vimercati, l’imprenditore Piero Di Caterina, uno dei grandi accusatori di Penati, l’architetto Renato Sarno e Bruno Binasco ai vertici del Gruppo Gavio, azionista della Milano Serravalle, e la società Codelfa.

Il giudice, con l’accordo delle parti, ha anche dichiarato l‘incompetenza territoriale e ha trasmesso gli atti alla procura di Milano per 10 persone, tra cui l’ex banchiere Massimo Ponzellini e una serie di imprenditori tra i quali Enrico Intini, in relazione al finanziamento illecito ai partiti e alla vicenda di Fare Metropoli, l’associazione fondata da Penati in vista della sua campagna elettorale nel 2009 e nel 2010, alla quale, per l’accusa sarebbero stati versati illegalmente 360 mila euro.

Al momento finiscono a dibattimento gli episodi di presunta corruzione legati al Sitam, il sistema integrato trasporti e tariffe dell’area milanese, alla Codelfa e alla realizzazione della terza corsia della Milano-Serravalle. 

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