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Terremerse, il fratello di Vasco Errani rinviato a giudizio per truffa aggravata

Giovanni Errani nel processo che si terrà nel marzo 2014 dovrà difendersi dalla accusa di avere ricevuto indebitamente un milione di euro dalla Regione per la costruzione di un capannone, falsando le date della fine dei cantieri
Terremerse, il fratello di Vasco Errani rinviato a giudizio per truffa aggravata
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Il giudice per le udienze preliminari Alberto Gamberini ha rinviato a giudizio per truffa aggravata Giovanni Errani, fratello del presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco. Il processo si terrà nel marzo 2014 e Giovanni Errani, ex presidente della cooperativa vitivinicola Terremerse insieme a Gian Paolo Lucchi, progettista e ad Alessandro Zanotti responsabile della sicurezza, dovrà difendersi dalla accusa di avere ricevuto indebitamente un milione di euro dalla Regione per la costruzione di un capannone, falsando le date della fine dei cantieri.

Per la stessa vicenda a novembre 2012 Vasco Errani era stato assolto in primo grado, anche se la procura di Bologna ha già fatto ricorso in appello. L’accusa contro il governatore era falso ideologico per avere consegnato nell’ottobre 2009 alla stessa Procura che indagava sul suo congiunto, una relazione sulla vicenda piena di date imprecise, giudicate falsità intenzionali dagli inquirenti. Il tutto dopo che il caso del finanziamento, che parte dal 2006 fu portato in consiglio regionale e sulla stampa. A novembre 2012 erano stati assolti insieme al presidente Vasco Errani anche i due dirigenti regionali Filomena Terzini e Valtiero Mazzotti, che redassero materialmente la relazione, accusati di falso, ma anche di favoreggiamento personale nei confronti di Giovanni Errani.

Secondo Bruno Giangiacomo, giudice che assolse il governatore per non avere commesso il fatto, Vasco Errani ‘‘aveva ritenuto di fare ciò (scrivere la relazione, ndr) per tutelare la sua posizione politica quale esponente di spicco della Regione’’. Una accusa, quella di essere in qualche modo implicato nella vicenda ‘‘da cui Vasco Errani – ha scritto il giudice Giangiacomo – legittimamente poteva difendersi’’. Diverso il parere della Procura che due settimane fa,nel suo ricorso contro l’assoluzione, ribadisce le accuse contro Vasco Errani, Mazzotti e Terzini. Questi ultimi due non scrissero la relazione ‘‘in modo colposamente frettoloso, come sostenuto con superficialità dal giudice, ma in modo deliberatamente falso e diretto a coprire i reati di cui si era reso responsabile il fratello del Presidente della Regione’’. Il numero uno della Regione invece, si legge nel ricorso in appello, ‘‘avrebbe dovuto astenersi’’ su quella storia.

Nell’udienza preliminare che manda a processo Giovanni Errani sono intanto usciti di scena i legali rappresentanti delle due società coinvolte perché il tempo di prescrizione è più basso (cinque anni) che per le persone giuridiche. Il pm Antonella Scandellari, invece, aveva chiesto di mandare tutti gli imputati a processo.

Lo spettro della vicenda Terremerse torna dunque ad aggirarsi tra i palazzi di Viale Aldo Moro, sede della Regione proprio ora che, dopo la debacle elettorale del 25 febbraio – per Vasco Errani sembra sfumato il sogno di andare a Roma a fianco di Pierluigi Bersani. ‘‘Che la vicenda di Giovanni Errani andasse a dibattimento io lo davo per scontato – spiega al Fatto Quotidiano l’avvocato Alessandro Gamberini, legale del presidente della Regione. ‘‘Il ricorso in appello della procura e adesso il rinvio a giudizio del fratello del presidente non sono collegabili. Così come una eventuale condanna di Giovanni Errani non significa nulla rispetto alla responsabilità del presidente’’. Sul processo d’appello e la linea difensiva,Gamberini si dice tranquillo: ‘‘Il giudice Giangiacomo ha risposto con una sentenza completa, bella. Ma si è voluto a tutti i costi impugnarla anche se non ho compreso bene le ragioni della Procura. Non avremo motivo di portare chissà quale altro materiale per la difesa’’.

La Regione, che nei mesi scorsi aveva chiesto indietro a Terremerse il milione di euro ricevuto indebitamente,non si è costituita parte civile (almeno non ancora anche se formalmente è ancora in tempo per farlo).

 

 Soddisfatta la Procura: “L’impianto accusatorio ha retto al vaglio dell’udienza preliminare avendo il gup Gamberini disposto il rinvio a giudizio per tutti i reati contestati agli imputati, intesi ovviamente come persone fisiche. Per la supposta responsabilità delle persone giuridiche è stata dichiarata la prescrizione”, ha detto il procuratore aggiunto e portavoce Valter Giovannini sul rinvio a giudizio per Giovanni Errani, Gian Paolo Lucchi e Alessandro Zanotti.

 

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