Una rete di corruzione che ha legato sanità e istituzioni. Una ramificazione che riusciva a pilotare gli appalti del settore di forniture, manutenzione e installazione di macchinari. E’ quanto ha ricostruito un’inchiesta della Dia di Milano sulla sanità lombarda che ha portato all’arresto di 7 persone, all’iscrizione nel registro degli indagati di 13 persone e a oltre 50 perquisizioni. In manette sono finiti, tra gli altri, due “volti noti”: l’ex direttore della Padania Leonardo Boriani e l’ex consigliere regionale (ai tempi di Forza Italia) Massimo Guarischi. Finiscono in carcere anche Giuseppe Lo Presti, titolare della Hermex Italia di Cinisello Balsamo, e i figli Salvo Massimiliano e Gianluca. L’azienda è specializzata in fornitura di macchinari ospedalieri. In manette anche Pier Luigi Sbardolini, direttore amministrativo dell’azienda ospedaliera di Chiari (Brescia) e Luigi Gianola, direttore generale dell’azienda ospedaliera di Sondrio.
Tra le persone perquisite durante l’operazione “La cueva” spunta anche Carlo Lucchina, il direttore generale dell’assessorato alla Sanità della Regione Lombardia. Tra gli indagati anche un cittadino svizzero, Giovanni Lavelli, i cui uffici sono stati perquisiti su rogatoria. Gli arresti sono stati chiesti dai pm Claudio Gittardi e Antonio D’Alessio, appartenenti al dipartimento del procuratore aggiunto Alfredo Robledo. Le indagini derivano da quelle sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta del mondo della sanità che avevano portato all’arresto di Carlo Antonio Ciriaco, ex direttore della Asl di Pavia e Giuseppe Neri, ritenuto il “capo” della ‘ndrangheta pavese. Gli appalti pilotati riguardavano la manutenzione delle apparecchiature elettromedicali dell’ospedale San Paolo di Milano, i servizi di radiologia degli ospedali della Valtellina e della Val Chiavenna di Sondrio, l’installazione di sofisticati macchinari per la diagnostica tumorale all’Istituto Nazionale Tumori di Milano e all’ospedale di Cremona.
“Io in questa settimana devo accelerare i tumori” dice, intercettato al telefono, Lo Presti. Nella telefonata Lo Presti appare preoccupato perché il ritardato pagamento di una mazzetta potrebbe bloccare la “programmata fornitura di un macchinario all’Istituto Tumori di Milano. Lo Presti – si legge nell’ordinanza del gip Fabio Antezza – “collega la formazione e movimentazione della provvista” per il pagamento di una mazzetta “ad un già consolidato sistema di versamento di denaro a pubblici ufficiali”. Sistema che fa riferimento al “meccanismo complessivo di erogazione dei finanziamenti regionali ed alla conseguente esecuzione del contratto di fornitura dell’apparecchiatura diagnostica all’Azienda Ospedaliera di Cremona e per la programmata fornitura del macchinario ‘Vero’ all’Istituto Tumori di Milano”.
L’imprenditore, scrive il gip, “consapevole del modus operandi proprio e di quello dei pubblici ufficiali destinatari del denaro che egli dichiara di conoscere ‘come i suoi polli’”, sa che un “ritardo” nel versamento della tangente “gli farà perdere affidabilità agli occhi dei corrotti”. Il ritardo per Lo Presti, scrive il gip, “pregiudicherà tutto, cioè anche la corruzione in fieri con riferimento alla procedura inerente l’Istituto Tumori in quanto si verifica proprio nella settimana nella quale deve ‘accelerare i tumori’”, ossia punta a far avanzare l’affare della fornitura di apparecchi all’Istituto dei Tumori. Il 9 luglio 2012, infatti, Lo Presti, parlando al telefono con uno degli indagati, Carlo Barbieri, dipendente della Brainlab Italia, dice: “Mi salta tutto (…) Io in questa settimana devo accelerare i tumori … Come faccio … Se non, se non mantengo la promessa”.
Lo stesso Lo Presti ha confessato agli investigatori “che la perdita della reputazione propria e anche delle società da lui rappresentate”, che potrebbe derivare da un ritardo del pagamento ai pubblici ufficiali corrotti, “cosa mai accaduta in circa quarant’anni di sua attività secondo gli schemi illeciti (…), implicherebbe il dover operare non più in Lombardia bensì in altre regioni italiane”, scrive il gip.
Poi c’è la funzione dell’ex consigliere regionale Guarischi, “già condannato” a 5 anni di reclusione “nonché interdetto dai pubblici uffici sino al 2014”, ricorda l’ordinanza. Secondo il giudice continuava ad avere “continui e costanti rapporti con i vertici politici e amministrativi lombardi” ed era “ben informato ed addirittura partecipe delle dinamiche relative all’erogazione di finanziamenti”. Come? “Mediante la copertura di una società di marketing aziendale – scrive il gip – con la quale mantiene contatti altrettanto continui e costanti con dirigenti dei relativi enti e con funzionari della regione Lombardia, essendo per altro ben informato e addirittura partecipe delle dinamiche relative all’erogazione di finanziamenti o (…) in ordine agli avvicendamenti nei ruoli apicali delle aziende ospedaliere che si prospettano in regione Lombardia (…) in particolare nel’estate del 2012”. Insomma: era “in stretto collegamento con i vertici della Regione Lombardia e con alcuni dirigenti di aziende ospedaliere” e operava in “qualità di intermediario nei rapporti” tra gli imprenditori “ed i pubblici ufficiali”.
Il presidente della Regione e segretario della Lega Nord Roberto Maroni si dice sorpreso. “Non ho commenti da fare, mi sorprende molto questa cosa, spero che la giustizia faccia al più presto il suo corso”. “Questo – ha spiegato Maroni – mi pone l’obbligo, da governatore, di fare luce su tutte queste vicende e garantire una gestione della sanità limpida e trasparente oltre che efficiente. E’ questo il primo compito che porterò alla prima riunione di Giunta della prossima settimana”. E a chi gli chiedeva conferma che nella sua Giunta non ci saranno indagati, il leader della Lega ha replicato: “Non è che ogni volta devo confermare!”.
Interviene anche il presidente uscente Roberto Formigoni perché Guarischi sarebbe indicato nell’inchiesta come presunto “regista” delle vacanze dell’ex governatore nel 2011 e nel 2012: “Smentisco assolutamente che mi abbia organizzato le vacanze – replica il “Celeste” – Ho trascorso dei periodi di vacanza, ma non ho mai avuto bisogno di un organizzatore”.
Giustizia & Impunità
Sanità Lombardia, 7 arresti per corruzione. C’è anche ex direttore de “La Padania”
Leonardo Boriani finisce in carcere insieme a tre imprenditori e all'ex consigliere regionale lombardo Massimo Guarischi. L'operazione della Dia di Milano è legata a presunti episodi di corruzione connessi ad appalti e forniture di aziende ospedaliere
Una rete di corruzione che ha legato sanità e istituzioni. Una ramificazione che riusciva a pilotare gli appalti del settore di forniture, manutenzione e installazione di macchinari. E’ quanto ha ricostruito un’inchiesta della Dia di Milano sulla sanità lombarda che ha portato all’arresto di 7 persone, all’iscrizione nel registro degli indagati di 13 persone e a oltre 50 perquisizioni. In manette sono finiti, tra gli altri, due “volti noti”: l’ex direttore della Padania Leonardo Boriani e l’ex consigliere regionale (ai tempi di Forza Italia) Massimo Guarischi. Finiscono in carcere anche Giuseppe Lo Presti, titolare della Hermex Italia di Cinisello Balsamo, e i figli Salvo Massimiliano e Gianluca. L’azienda è specializzata in fornitura di macchinari ospedalieri. In manette anche Pier Luigi Sbardolini, direttore amministrativo dell’azienda ospedaliera di Chiari (Brescia) e Luigi Gianola, direttore generale dell’azienda ospedaliera di Sondrio.
Tra le persone perquisite durante l’operazione “La cueva” spunta anche Carlo Lucchina, il direttore generale dell’assessorato alla Sanità della Regione Lombardia. Tra gli indagati anche un cittadino svizzero, Giovanni Lavelli, i cui uffici sono stati perquisiti su rogatoria. Gli arresti sono stati chiesti dai pm Claudio Gittardi e Antonio D’Alessio, appartenenti al dipartimento del procuratore aggiunto Alfredo Robledo. Le indagini derivano da quelle sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta del mondo della sanità che avevano portato all’arresto di Carlo Antonio Ciriaco, ex direttore della Asl di Pavia e Giuseppe Neri, ritenuto il “capo” della ‘ndrangheta pavese. Gli appalti pilotati riguardavano la manutenzione delle apparecchiature elettromedicali dell’ospedale San Paolo di Milano, i servizi di radiologia degli ospedali della Valtellina e della Val Chiavenna di Sondrio, l’installazione di sofisticati macchinari per la diagnostica tumorale all’Istituto Nazionale Tumori di Milano e all’ospedale di Cremona.
“Io in questa settimana devo accelerare i tumori” dice, intercettato al telefono, Lo Presti. Nella telefonata Lo Presti appare preoccupato perché il ritardato pagamento di una mazzetta potrebbe bloccare la “programmata fornitura di un macchinario all’Istituto Tumori di Milano. Lo Presti – si legge nell’ordinanza del gip Fabio Antezza – “collega la formazione e movimentazione della provvista” per il pagamento di una mazzetta “ad un già consolidato sistema di versamento di denaro a pubblici ufficiali”. Sistema che fa riferimento al “meccanismo complessivo di erogazione dei finanziamenti regionali ed alla conseguente esecuzione del contratto di fornitura dell’apparecchiatura diagnostica all’Azienda Ospedaliera di Cremona e per la programmata fornitura del macchinario ‘Vero’ all’Istituto Tumori di Milano”.
L’imprenditore, scrive il gip, “consapevole del modus operandi proprio e di quello dei pubblici ufficiali destinatari del denaro che egli dichiara di conoscere ‘come i suoi polli’”, sa che un “ritardo” nel versamento della tangente “gli farà perdere affidabilità agli occhi dei corrotti”. Il ritardo per Lo Presti, scrive il gip, “pregiudicherà tutto, cioè anche la corruzione in fieri con riferimento alla procedura inerente l’Istituto Tumori in quanto si verifica proprio nella settimana nella quale deve ‘accelerare i tumori’”, ossia punta a far avanzare l’affare della fornitura di apparecchi all’Istituto dei Tumori. Il 9 luglio 2012, infatti, Lo Presti, parlando al telefono con uno degli indagati, Carlo Barbieri, dipendente della Brainlab Italia, dice: “Mi salta tutto (…) Io in questa settimana devo accelerare i tumori … Come faccio … Se non, se non mantengo la promessa”.
Lo stesso Lo Presti ha confessato agli investigatori “che la perdita della reputazione propria e anche delle società da lui rappresentate”, che potrebbe derivare da un ritardo del pagamento ai pubblici ufficiali corrotti, “cosa mai accaduta in circa quarant’anni di sua attività secondo gli schemi illeciti (…), implicherebbe il dover operare non più in Lombardia bensì in altre regioni italiane”, scrive il gip.
Poi c’è la funzione dell’ex consigliere regionale Guarischi, “già condannato” a 5 anni di reclusione “nonché interdetto dai pubblici uffici sino al 2014”, ricorda l’ordinanza. Secondo il giudice continuava ad avere “continui e costanti rapporti con i vertici politici e amministrativi lombardi” ed era “ben informato ed addirittura partecipe delle dinamiche relative all’erogazione di finanziamenti”. Come? “Mediante la copertura di una società di marketing aziendale – scrive il gip – con la quale mantiene contatti altrettanto continui e costanti con dirigenti dei relativi enti e con funzionari della regione Lombardia, essendo per altro ben informato e addirittura partecipe delle dinamiche relative all’erogazione di finanziamenti o (…) in ordine agli avvicendamenti nei ruoli apicali delle aziende ospedaliere che si prospettano in regione Lombardia (…) in particolare nel’estate del 2012”. Insomma: era “in stretto collegamento con i vertici della Regione Lombardia e con alcuni dirigenti di aziende ospedaliere” e operava in “qualità di intermediario nei rapporti” tra gli imprenditori “ed i pubblici ufficiali”.
Il presidente della Regione e segretario della Lega Nord Roberto Maroni si dice sorpreso. “Non ho commenti da fare, mi sorprende molto questa cosa, spero che la giustizia faccia al più presto il suo corso”. “Questo – ha spiegato Maroni – mi pone l’obbligo, da governatore, di fare luce su tutte queste vicende e garantire una gestione della sanità limpida e trasparente oltre che efficiente. E’ questo il primo compito che porterò alla prima riunione di Giunta della prossima settimana”. E a chi gli chiedeva conferma che nella sua Giunta non ci saranno indagati, il leader della Lega ha replicato: “Non è che ogni volta devo confermare!”.
Interviene anche il presidente uscente Roberto Formigoni perché Guarischi sarebbe indicato nell’inchiesta come presunto “regista” delle vacanze dell’ex governatore nel 2011 e nel 2012: “Smentisco assolutamente che mi abbia organizzato le vacanze – replica il “Celeste” – Ho trascorso dei periodi di vacanza, ma non ho mai avuto bisogno di un organizzatore”.
IL DISOBBEDIENTE
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Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Il Segretario di Stato Marco Rubio ha dichiarato alla Cbs che ci sarà un aumento dei casi di detenzione simili a quello del manifestante filo-palestinese Mahmoud Khalil. "Ogni giorno, ormai - ha aggiunto - approviamo revoche di visti e anche di Green Card".
"Devi fare certe dichiarazioni", ha spiegato a proposito dei non cittadini che arrivano negli Stati Uniti. "Se ci dici, quando fai domanda per un visto, che stai arrivando negli Stati Uniti per partecipare a eventi pro-Hamas che vanno contro gli interessi della politica estera... Se ci avessi detto che lo avresti fatto, non ti avremmo mai dato il visto".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - Hezbollah ha condannato in una dichiarazione gli attacchi americani contro obiettivi Houthi nello Yemen. "Affermiamo la nostra piena solidarietà nei confronti del coraggioso Yemen e chiediamo a tutti i popoli liberi del mondo e a tutte le forze di resistenza nella nostra regione e nel mondo di unirsi per contrastare il progetto sionista americano contro i popoli della nostra nazione", ha scritto in una nota il Partito di Dio.
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi americani in Yemen sono "un avvertimento per gli Houthi e per tutti i terroristi". Lo ha detto a Fox News il vice inviato degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Morgan Ortagus, sottolineando che "questa non è l'amministrazione Biden. Se colpisci gli Stati Uniti, il presidente Trump risponderà. Il presidente Trump sta ripristinando la leadership e la deterrenza americana in Medio Oriente".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Steve Witkoff, ha definito "inaccettabili" le ultime richieste di Hamas in merito al cessate il fuoco a Gaza. Riferendosi alla conferenza del Cairo di inizio mese, l'inviato statunitense per il Medio Oriente ha detto alla Cnn di aver "trascorso quasi sette ore e mezza al summit arabo, dove abbiamo avuto conversazioni davvero positive, che descriverei come un punto di svolta, se non fosse stato per la risposta di Hamas".
Hamas avrebbe insistito affinché i negoziati per un cessate il fuoco permanente iniziassero lo stesso giorno del prossimo rilascio di ostaggi e prigionieri palestinesi. Secondo Al Jazeera, Hamas ha anche chiesto che, una volta approvato l'accordo, i valichi di frontiera verso Gaza venissero aperti, consentendo l'ingresso degli aiuti umanitari prima del rilascio di Edan Alexander e dei corpi di quattro ostaggi. Inoltre, il gruppo ha chiesto la rimozione dei posti di blocco lungo il corridoio di Netzarim e l'ingresso senza restrizioni per i residenti di Gaza che tornano dall'estero attraverso il valico di Rafah.
"Abbiamo trascorso parecchio tempo a parlare di una proposta di ponte che avrebbe visto il rilascio di cinque ostaggi vivi, tra cui Edan Alexander, e anche, tra l'altro, il rilascio di un numero considerevole di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane", ha detto Witkoff. "Pensavo che la proposta fosse convincente: gli israeliani ne erano stati informati e avvisati in anticipo". "C'è un'opportunità per Hamas, ma si sta esaurendo rapidamente", ha continuato Witkoff. " Con quello che è successo ieri con gli Houthi, ciò che è successo con il nostro ordine di attacco, incoraggerei Hamas a diventare molto più ragionevole di quanto non sia stato finora".
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha scoperto un nascondiglio di armi nel campo profughi di Nur Shams, fuori Tulkarem, nella Cisgiordania settentrionale. Lo ha reso noto l'Idf, precisando che sono state rinvenute diverse borse contenenti armi, una delle quali conteneva anche un giubbotto con la scritta 'Unrwa'. Le armi confiscate sono state consegnate alle forze di sicurezza per ulteriori indagini.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.