Su Marte in passato c’era un ambiente favorevole ad ospitare la vita, a permettere l’esistenza di microrganismi: con questa scoperta il rover Curiosity della Nasa centra uno dei principali obiettivi della sua missione. Il prossimo passo del rover, arrivato su Marte nell’agosto del 2012, sarà andare a caccia di composti organici. La scoperta, annunciata dalla Nasa presso il Jet Propulsion Laboratory, dove è il centro di controllo della missione, è stata possibile analizzando il primo campione di materiali prelevati perforando una roccia di Marte. “Una questione fondamentale per questa missione è se Marte abbia mai avuto un ambiente abitabile”, ha osservato Michael Meyer della Nasa. “Da quello che sappiamo ora – ha aggiunto – la risposta è si”.

Nel campione di roccia la Nasa ha identificato zolfo, azoto, idrogeno, ossigeno, fosforo e carbonio, alcuni degli ingredienti chimici fondamentali per la vita. Nel campione è stata identificata inoltre una miscela di sostanze chimiche ossidate, meno ossidate, e anche non ossidate che ha sorpreso i ricercatori perché queste sostanze forniscono delle differenze di energia (gradienti) che, per esempio, sulla Terra molti microrganismi sfruttano per vivere. “La gamma di ingredienti chimici che abbiamo identificato nel campione è impressionante, abbinamenti come solfati e solfuri indicano una possibile fonte di energia chimica per i microrganismi”, ha osservato Paul Mahaffy, che lavora al Goddard Space Flight Center della Nasa ed è responsabile dello strumento Sam che ha analizzato il campione.

La polvere analizzata è stata prelevata perforando una roccia sedimentaria nei pressi del cratere Gale dove Curiosity è arrivato sette mesi fa. I campioni sono stati poi analizzati dagli strumenti Sample Analysis at Mars (Sam) e Chemistry and Mineralogy (CheMin). Il campione esaminato da Curiosity è costituito per “il 20 per cento da minerali argillosi”, ha spiegato detto David Blake, responsabile dello strumento Chemin del centro di ricerca Ames della Nasa. Questi minerali argillosi sono un prodotto della reazione fra l’acqua relativamente fresca con minerali come olivina, anche presenti nel sedimento. Questi dati indicano che l’area che sta esplorando il rover, chiamata Yellowknife Bay, è stata il letto di un antico sistema fluviale o il letto di un lago bagnato a intermittenza. Questo antico ambiente umido, a differenza di altri luoghi simili su Marte, non era né troppo ossidante, né troppo acido, o estremamente salato e secondo la Nasa avrebbe potuto fornire l’energia chimica e altre condizioni favorevoli per sostenere microrganismi. Ora che è stato scoperto che in passato Marte era favorevole alla vita, il prossimo obiettivo, ha spiegato la Nasa, è cercare composti organici. Lo scorso ottobre era stata diffusa la notizia che sul Pianeta Rosso erano stati trovati i precursori della vita. Ma proprio la Nasa aveva indetto una conferenza stampa in cui si chiariva che voci e ipotesi sulla scoperta non erano corrette.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Fisica, parliamo ancora di entanglement e qubits

next
Articolo Successivo

Influenza, il virologo: “Verso la fine”, ma è boom per virus intestinali

next