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Crac Parmalat, la Procura chiede il sequestro di 17 milioni al Verona calcio

Nel mirino degli inquirenti i rapporti tra Tanzi e Pastorello (per entrambi richiesto il rinvio a giudizio), rispettivamente ex presidente del Parma ed ex socio di maggioranza dell'Hellas. I 16,7 milioni potrebbero essere stati distratti dai due indagati dalle casse della squadra emiliana a beneficio dell'Hellas Verona, attraverso una lunga serie di compravendite fittizie di giocatori
Crac Parmalat, la Procura chiede il sequestro di 17 milioni al Verona calcio
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Rinvio a giudizio per Calisto Tanzi e Giambattista Pastorello, sequestro conservativo di quasi 17 milioni di euro del Verona calcio. E’ la richiesta della Procura di Parma per l’ex patron della Parmalat (nonché ex numero uno del Parma Calcio) e per l’ex titolare del pacchetto di maggioranza dell’Hellas Verona nell’ambito dell’inchiesta sul vecchio Parma calcio, quello dei grandi successi europei che fece crac insieme all’impero dell’ex re del latte. 

Per gli inquirenti, i 16,7 milioni di euro da sequestrare potrebbero essere stati distratti dai due indagati (e vecchi amici: Pastorello fu a lungo dg del Parma) dalle casse della squadra emiliana a beneficio dell’Hellas Verona, attraverso una lunga serie di compravendite fittizie di giocatori. Alcuni anche di grosso nome: l’attuale bomber del Bologna Gilardino, ad esempio, recente giustiziere dell’Inter, ma anche il fantasista romeno Adrian Mutu o un altro attaccante di peso come Emiliano Bonazzoli. I giocatori erano del tutto all’oscuro delle strane operazioni che avvenivano tra Tanzi e Pastorello. Finti acquisti e prestiti che si trasformavano in soldi e plusvalenze: ossigeno che, secondo la procura, il Parma girava al Verona permettendogli di sopravvivere. Anche perché, sempre secondo i pm, il vero capo dell’Hellas era lo stesso Tanzi, in barba allo statuto della Figc che vieta di possedere più di una squadra professionista. I magistrati hanno ricostruito che l’acquisto del Verona venne effettuato da Pastorello grazie a generosi presti bancari ottenuti con fideiussioni di Tanzi che all’epoca, era il ’98, aveva ancora un nome da spendere.

L’udienza per lui e Pastorello è stata fissata per il 13 giugno: Tanzi, ai domiciliari in ospedale, pare intenzionato a patteggiare. ma prima, il gup Sarli potrebbe decidere se autorizzare il sequestro conservativo dei 16,7 milioni di beni riconducibili al Verona: così come anche di 1,8 milioni riferibili a Pastorello. Soldi che potrebbero poi finire nelle tasche dei creditori che hanno visto i propri risparmi spazzati via dal crac del secolo.

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