La Camera dei Deputati
Una seduta ricca di adempimenti e di votazioni che potrà protrarsi anche per più giorni. La prima seduta è presieduta dal vicepresidente della legislatura precedente più anziano (Antonio Leone, Pdl). L’elezione del presidente avviene con una votazione segreta per schede. Nella prima votazione è richiesta la maggioranza dei due terzi dei componenti l’Assemblea, ovvero 420 voti. Per il secondo e terzo scrutinio il regolamento di Montecitorio richiede la maggioranza dei due terzi considerando anche le schede bianche. Per gli eventuali scrutini successivi è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti (316), computando anche le schede bianche. Ciascun deputato esprime il suo voto nella scheda all’interno di cabine allestite tra il banco della presidenza e quello del governo e la deposita in un’urna. Lo spoglio delle schede è pubblico ed avviene in Aula. Nel caso in cui fossero necessari più scrutini per eleggere il presidente, la seduta potrebbe protrarsi per più di una giornata; in ogni caso, formalmente si tratta di una seduta unica.
Il Senato della Repubblica
La prima seduta è presieduta dal senatore più anziano, in questo caso il senatore a vita Emilio Colombo (93 anni). I sei senatori segretari provvisori saranno i sei eletti più giovani, in questo caso tutti di Pd e M5S. L’elezione del presidente avviene con una votazione segreta per schede. Nei primi due scrutini per eleggere il presidente serve la maggioranza assoluta dei voti dei componenti del Senato (161), maggioranza di cui nessuna coalizione dispone a Palazzo Madama. Ove non si raggiunga questa maggioranza, si procede, nel giorno successivo, ad una terza votazione in cui basta la maggioranza assoluta dei voti dei presenti, computando anche le schede bianche. Qualora nella terza votazione nessuno abbia riportato questa maggioranza, il Senato procede nello stesso giorno al ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti.