Si può… fare! Secondo la Saras il metano nel sottosuolo di Arborea, cittadina agricola in provincia di Oristano, non solo c’è, ma la sua estrazione è compatibile con l’ambiente e l’economia locale. Insomma, le trivellazioni si potrebbero inserire tranquillamente tra campi coltivati a mais, allevamenti e l’ecosistema palustre. Dopo mesi di silenzio la società dei Moratti, attraverso la controllata Sargas Spa, torna sul Progetto Eleonora, nome scelto in omaggio alla giudicessa d’Arborea.
A circa 350 metri dallo stagno S’Ena Rubia, zona naturale protetta, ci sarebbero oltre 3 miliardi di metri cubi di gas naturale, senza alcuna sostanza pericolosa, ossia idrogeno solforato. La stima totale è di circa 150milioni di portata all’anno (metà del fabbisogno isolano) per un periodo di 20 anni, poi basta così. Lo affermano nero su bianco in un corposo Studio di impatto ambientale di 1.200 pagine, stilato dalla Erm e dalla Sartech, la divisione ricerche della stessa Saras, a cui si aggiungono le consulenze di alcuni docenti universitari sardi.
È questo il primo passo, concreto, per una trafila burocratica che potrebbe portare, se si ottenesse il via libera della Regione, alla costruzione di un pozzo esplorativo per confermare la presenza di cinque serbatoi geologici sovrapposti con profondità da 600 a 2.850 metri in uno spazio di circa 10mila metri quadri. Si tratta della Valutazione d’impatto ambientale richiesta esattamente un anno fa, ora che il corposo documento è stato depositato ci sono due mesi di tempo per le osservazioni. Mercoledì 13 marzo, per la prima volta, il nuovo Studio è stato presentato in pubblico, o meglio in conferenza stampa, dopo circa 4 anni dal 2009, anno in cui la Saras (presente nel sud Sardegna, a Sarroch, con una delle raffinerie più importanti del Mediterraneo) ha ottenuto il mandato esplorativo dall’assessorato all’Industria.
I tempi sono comunque lunghi, si parla di almeno sette mesi. E se gli scavi non trovassero i giacimenti ipotizzati non si potrebbe andare avanti. Ma la Saras ci crede e mette sul piatto dagli 8 ai 10 milioni di euro, un investimento che conta di riavere indietro con lo sfruttamento del metano. Si va avanti quindi nonostante l’ostilità palese degli abitanti e dei comuni coinvolti, che in un anno è cresciuta di pari passo col silenzio dei proponenti, e se alcuni primi cittadini all’inizio avevano una posizione attendista, adesso tutto è cambiato. I consigli comunali di sette paesi hanno espresso posizioni contrarie: daranno battaglia, a partire da lunedì con una convocazione straordinaria ad Arborea. E dalle case e aziende della cittadina penzolano da tempo le lenzuola bianche con su scritto “No al progetto Eleonora”.
Ed è proprio agli oppositori del comitato popolare che si rivolge Giuseppe Citterio, direttore sviluppo e pianificazione industriale Saras: “Il nuovo progetto ha tenuto conto dei rilievi e delle istanze espresse dalla Regione, dalle istituzioni locali e dal territorio e prevede importanti novità rispetto al Rapporto preliminare proposto nel 2011”. In particolare, insiste, non sarà utilizzata la contestata tecnica del fracking, ossia la fratturazione delle rocce, per liberare il gas. Metodo di cui non si conoscono del tutto le conseguenze sull’ambiente e su cui sono concentrati parte dei timori degli attivisti. E ancora, secondo i dirigenti, non ci sarebbe nessun inquinamento delle falde grazie a una serie di sistemi isolanti, né di risalita di solforati (la cui presenza è stata esclusa).
E poi c’è l’operazione trasparenza con una serie di incontri nei paesi, comunque previsti dalla procedura, con i comuni, da Arborea a Santa Giusta: il primo sarà il 13 aprile. Infine si punta sui presunti vantaggi, oltre alla compatibilità: il metano verrebbe trasportato e lavorato nell’area industriale di Oristano, e non sul posto, e ci sarebbero le ricadute delle royalties pagate dalla Saras, una cifra che varia da uno a tre milioni di euro l’anno. Oltre all’effettivo risparmio energetico stimato nel 25 per cento: la Sardegna è infatti l’unica regione italiana senza metano e lo sarà ancora a lungo vista l’incertezza sul metanodotto Galsi (tra Algeria, l’isola e la Toscana) viste anche le inchieste giudiziarie per corruzione internazionale . Insomma, il Progetto Eleonora, descritto con le parole dei dirigenti Saras: “sarebbe una piccola cosa locale utile a tutta la Sardegna”.
“Ci vogliono proporre ancora un modello di sviluppo industriale che non accettiamo – dice Paolo Piras del Comitato – abbiamo visto cos’è successo nella nostra isola finora. Ci sono 445mila ettari inquinati e il tasso di disoccupazione più elevato d’Italia, quando le industrie chiudono lasciano il deserto. Non ci crediamo e non siamo disponibili a scendere a compromessi”. Annuncia ancora altre iniziative per difendere l’economia agricola, oltre all’analisi approfondita dello Studio Saras: “La nostra ricchezza è sulla terra, non nel sottosuolo. Per quanto ho sentito le dichiarazioni sono le stesse del 2011: “Non c’è nessun pericolo, avrete gli introiti ogni anno”. Ma questo non ci basta”. E in campo scendono pure i bambini in un video che sarà presentato venerdì in un’assemblea pubblica.
Ambiente & Veleni
Sardegna, Moratti alla carica col progetto ‘Eleonora’. Per cercare soldi e metano
Gli isolani non ci stanno e salgono sulle barricate contro la Saras: "Non ci crediamo e non siamo disponibili a scendere a compromessi. La nostra ricchezza è sulla terra, non nel sottosuolo"
Si può… fare! Secondo la Saras il metano nel sottosuolo di Arborea, cittadina agricola in provincia di Oristano, non solo c’è, ma la sua estrazione è compatibile con l’ambiente e l’economia locale. Insomma, le trivellazioni si potrebbero inserire tranquillamente tra campi coltivati a mais, allevamenti e l’ecosistema palustre. Dopo mesi di silenzio la società dei Moratti, attraverso la controllata Sargas Spa, torna sul Progetto Eleonora, nome scelto in omaggio alla giudicessa d’Arborea.
A circa 350 metri dallo stagno S’Ena Rubia, zona naturale protetta, ci sarebbero oltre 3 miliardi di metri cubi di gas naturale, senza alcuna sostanza pericolosa, ossia idrogeno solforato. La stima totale è di circa 150milioni di portata all’anno (metà del fabbisogno isolano) per un periodo di 20 anni, poi basta così. Lo affermano nero su bianco in un corposo Studio di impatto ambientale di 1.200 pagine, stilato dalla Erm e dalla Sartech, la divisione ricerche della stessa Saras, a cui si aggiungono le consulenze di alcuni docenti universitari sardi.
È questo il primo passo, concreto, per una trafila burocratica che potrebbe portare, se si ottenesse il via libera della Regione, alla costruzione di un pozzo esplorativo per confermare la presenza di cinque serbatoi geologici sovrapposti con profondità da 600 a 2.850 metri in uno spazio di circa 10mila metri quadri. Si tratta della Valutazione d’impatto ambientale richiesta esattamente un anno fa, ora che il corposo documento è stato depositato ci sono due mesi di tempo per le osservazioni. Mercoledì 13 marzo, per la prima volta, il nuovo Studio è stato presentato in pubblico, o meglio in conferenza stampa, dopo circa 4 anni dal 2009, anno in cui la Saras (presente nel sud Sardegna, a Sarroch, con una delle raffinerie più importanti del Mediterraneo) ha ottenuto il mandato esplorativo dall’assessorato all’Industria.
I tempi sono comunque lunghi, si parla di almeno sette mesi. E se gli scavi non trovassero i giacimenti ipotizzati non si potrebbe andare avanti. Ma la Saras ci crede e mette sul piatto dagli 8 ai 10 milioni di euro, un investimento che conta di riavere indietro con lo sfruttamento del metano. Si va avanti quindi nonostante l’ostilità palese degli abitanti e dei comuni coinvolti, che in un anno è cresciuta di pari passo col silenzio dei proponenti, e se alcuni primi cittadini all’inizio avevano una posizione attendista, adesso tutto è cambiato. I consigli comunali di sette paesi hanno espresso posizioni contrarie: daranno battaglia, a partire da lunedì con una convocazione straordinaria ad Arborea. E dalle case e aziende della cittadina penzolano da tempo le lenzuola bianche con su scritto “No al progetto Eleonora”.
Ed è proprio agli oppositori del comitato popolare che si rivolge Giuseppe Citterio, direttore sviluppo e pianificazione industriale Saras: “Il nuovo progetto ha tenuto conto dei rilievi e delle istanze espresse dalla Regione, dalle istituzioni locali e dal territorio e prevede importanti novità rispetto al Rapporto preliminare proposto nel 2011”. In particolare, insiste, non sarà utilizzata la contestata tecnica del fracking, ossia la fratturazione delle rocce, per liberare il gas. Metodo di cui non si conoscono del tutto le conseguenze sull’ambiente e su cui sono concentrati parte dei timori degli attivisti. E ancora, secondo i dirigenti, non ci sarebbe nessun inquinamento delle falde grazie a una serie di sistemi isolanti, né di risalita di solforati (la cui presenza è stata esclusa).
E poi c’è l’operazione trasparenza con una serie di incontri nei paesi, comunque previsti dalla procedura, con i comuni, da Arborea a Santa Giusta: il primo sarà il 13 aprile. Infine si punta sui presunti vantaggi, oltre alla compatibilità: il metano verrebbe trasportato e lavorato nell’area industriale di Oristano, e non sul posto, e ci sarebbero le ricadute delle royalties pagate dalla Saras, una cifra che varia da uno a tre milioni di euro l’anno. Oltre all’effettivo risparmio energetico stimato nel 25 per cento: la Sardegna è infatti l’unica regione italiana senza metano e lo sarà ancora a lungo vista l’incertezza sul metanodotto Galsi (tra Algeria, l’isola e la Toscana) viste anche le inchieste giudiziarie per corruzione internazionale . Insomma, il Progetto Eleonora, descritto con le parole dei dirigenti Saras: “sarebbe una piccola cosa locale utile a tutta la Sardegna”.
“Ci vogliono proporre ancora un modello di sviluppo industriale che non accettiamo – dice Paolo Piras del Comitato – abbiamo visto cos’è successo nella nostra isola finora. Ci sono 445mila ettari inquinati e il tasso di disoccupazione più elevato d’Italia, quando le industrie chiudono lasciano il deserto. Non ci crediamo e non siamo disponibili a scendere a compromessi”. Annuncia ancora altre iniziative per difendere l’economia agricola, oltre all’analisi approfondita dello Studio Saras: “La nostra ricchezza è sulla terra, non nel sottosuolo. Per quanto ho sentito le dichiarazioni sono le stesse del 2011: “Non c’è nessun pericolo, avrete gli introiti ogni anno”. Ma questo non ci basta”. E in campo scendono pure i bambini in un video che sarà presentato venerdì in un’assemblea pubblica.
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Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".